Diritti

Gpa reato universale, presidi negli ospedali: ecco come si svuota la legge 194

In contrasto con la risoluzione europea per inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali in Europa, osteggiata da Fratelli d’Italia e i suoi amici di estrema destra, in Italia, a Torino, Forza Italia festeggia e supporta il provvedimento che permette agli antiabortisti di attivare uno “sportello di ascolto”, eufemisticamente parlando, nell’Ospedale Sant’Anna.

Tale sportello, secondo chi sta a destra, varrebbe per far rispettare “il diritto a non abortire” per le donne, come se ci fosse qualcuno che imponesse alle donne tale scelta. In realtà è vero il contrario, perché gli antiabortisti, con le preghiere prima fuori dagli ospedali, poi presso i consultori, ora perfino dentro gli ospedali, avanzano fanaticamente per imporre la crociata antiabortista a tutte le donne. Da sempre gli antiabortisti tentano di indurre sensi di colpa, raccontano quale atroce trauma deriverebbe dall’aborto (io ho abortito e sto benissimo, se ho problemi sono di tutt’altro ordine) e intanto si premurano di impedire l’aborto assistito con pillola, meno doloroso del raschiamento. E nel caso di Fratelli d’Italia presentano un disegno di legge dopo l’altro per cancellare la 194.

Giorgia Meloni può dire che non la toccherà ma di fatto non serve toccarla, se nel frattempo non ne consente l’applicazione. Sappiamo che i consultori laici chiudono per mancanza di risorse mentre quelli privati e gestiti da no-choice proliferano ovunque. Sappiamo che gli obiettori di coscienza in Italia superano l’80%, spingendo pericolosamente le donne verso l’aborto clandestino che le ha portate alla morte in passato.

Come si svuota la legge 194?

Per esempio continuando a presentare proposte per imporre la sepoltura degli embrioni abortiti anche senza l’avallo dei genitori. La proposta è di Fratelli d’Italia. Secondo il regolamento cimiteriale in Italia la sepoltura tocca alla “persona” che defunge. Se si impone la sepoltura dell’embrione per legge esso diventa “persona”, avente ogni suo precipuo diritto giuridico. La legge 194 non riconosce il detto antiabortista che dice che persona si è dal momento del concepimento. Dunque ecco fatto: un precedente per togliere sostanza alla legge senza toccarla.

L’altro modo di svuotarla è più esplicito. A gennaio erano già quattro i disegni di legge di Fratelli d’Italia, firmati Rauti e vari, contro la 194. Tutti mirano a riscrivere la Legge in vigore imponendo, non per via indiretta come per i cimiteri, che: “soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita”. Soggetto giuridico è proprio della persona che può perire per cause indipendenti da chiunque o per assassinio. Scopo ultimo: dare potere allo Stato di tutelare l’ovulo fecondato in quanto “persona” avente diritto giuridico e di incarcerare le donne che abortiscono (qui la destra si scioglie di goduria!) definendole assassine. Altra conseguenza possibile: pur di imporre alle donne di portare avanti la gravidanza, che non riguarda più lei ma lo Stato, psichiatrizzarle, obbligarle, fate un po’ voi.

La legge in vigore recita: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.” L’inizio di cui si parla nella legge è la nascita e non il momento in cui uno spermatozoo accidentalmente o meno si fionda su un ovulo femminile. Su questo assunto si basa la materia che poi consiste nell’istituzione dei consultori – cosa non garantita, come sappiamo; nella possibilità di abortire entro il terzo mese di gravidanza ed entro le 24 settimane se per motivi terapeutici; nella assistenza sanitaria obbligatoria della donna che sceglie di abortire, cosa che non sempre è garantita grazie agli obiettori che di mestiere dovrebbero fare altro.

La legge dice molte cose belle ma in realtà poche applicate e di fatto le donne sono state costrette per anni a inseguire un medico disposto ad aiutarle; poi una farmacia che elargisse su prescrizione la pillola del giorno dopo – prima che diventasse un obbligo; poi la possibilità di abortire con la pillola RU486 solo negli ospedali, non in casa propria – per volontà degli antiabortisti, i quali proclamavano stragi di innocenti e catastrofi imminenti.

Volontà precisa della destra è sempre stata quella di rendere alle donne difficile, doloroso, pericoloso, mortale abortire. Perché se partorisci con dolore figuriamoci quanto dolore patirai nell’aborto.

Per imbonire le donne, in questa crociata che le considera solo macchine da riproduzione, tutt’altro che Madonne (tra l’altro primo utero in affitto nella storia), la destra, Fratelli d’Italia in testa, ha cominciato ad avanzare la pretesa di presidiare gli ospedali. Hanno provato in Liguria, nelle Marche (impedendo l’aborto farmacologico), poi in Piemonte. Ed ecco come si svuota una legge. Non ultimo il fatto che la tiritera dell’utero sotto controllo universale consegna il corpo delle donne allo Stato.

Cosa potrebbe farne un governo di destra? Figli per Dio, patria e famiglia eterosessuale. Strategia tutt’altro che nascosta. Delegittimate le famiglie omogenitoriali, tolto un genitore (o entrambi?) ai figli di coppie gay e lesbiche. Tutto con l’aiuto delle radical feminist cattofanatiche che non sanno di essere strumento di legittimazioni per misoginia applicata, e se lo sanno è pure peggio.

L’altra azione: togli il reddito minimo garantito, per la maggior parte impiegato per donne madri single, separate, divorziate senza alimenti né lavoro, costrette altrimenti a tornare dai mariti violenti per dar da mangiare ai figli, come le brave madri degli anni ’50, donne adulte disoccupate che il mercato del lavoro rigetta come fossero pustole, donne disabili senza pensione né assistenza.

L’operazione è precisa, dettagliata, strumentale, disegna il futuro per le donne in Italia: senza reddito, senza possibilità di vivere bene in coppie omogenitoriali, senza possibilità di mollare il marito violento per non finire in mezzo alla strada, senza altra possibilità che diventare schiave riproduttrici, addette alla cura del marito etero, dal fiato puzzolente e dai tratti virilmente duceschi. E se le donne volessero abortire? Giammai: se l’utero è sotto controllo dello Stato e il concepito ha più diritti della donna che non potrà scegliere se portare avanti una gravidanza o meno, tutto ciò che resta è la sommossa. Gilead è tra noi, ora.

Cara Meloni, un’ultima cosa: per chi si illude ancora, sei una donna, ma delle donne che non la pensano come te non ti importa un fico secco.