Scuola

Diventa insegnante di ruolo a 70 anni, quando è già in pensione. Cgil: “In Italia facciamo pochi concorsi, e male”

Forse la professoressa Anna Maria non se l’aspettava nemmeno più. Ma dopo due anni di pensione, in questi giorni, il ministero dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara le ha mandato una mail per comunicarle ciò che aveva atteso per una vita: il posto di ruolo. La vicenda è davvero singolare e oltre a sorprendere la signora che lo scorso mese di aprile ha spento settanta candeline, ha lasciato a bocca aperta le organizzazioni sindacali che ogni giorno hanno a che fare con il mondo del precariato nel mondo della scuola.

La docente in questione ora vive a Bisaccia, il paese del poeta Franco Arminio in provincia di Avellino, per anni è stata iscritta nelle Gps (Graduatorie provinciali supplenze) nelle scuole di Rimini facendo l’insegnante di sostegno alle superiori. Una vita da precaria che in Italia accomuna migliaia di persone.

La professoressa Anna Maria nel 2018 aveva fatto anche il concorso e proprio da quell’elenco è stata “ripescata” per la proposta di una cattedra a tempo indeterminato. Peccato che il contratto le sia stato proposto fuori tempo massimo, quando ormai è tornata nella sua terra per godersi il “meritato” riposo. Nemmeno volendo potrebbe tornare ad insegnare perché sarebbe incompatibile. Da notare tra l’altro che l’assunzione in ruolo gli è stata proposta in un istituto di Salerno, a un’ora e mezza da casa. Contattata dal fatto.it la signora ha preferito non commentare, seppur ammettendo la ricostruzione fatta. Resta l’amaro in bocca per un sogno non realizzato ma non solo: per una pensione che – secondo i sindacati – potrebbe persino essere meno di mille euro al mese.

“Se n’è andata dal mondo del lavoro da precaria – spiega Simonetta Ascarelli, segretaria provinciale Flc Cgil di Rimini – senza ricostruzione di carriera; priva di un inquadramento rapportato all’anzianità; senza un minimo di diritti economici. È un’ingiustizia”.

Dal punto di vista della burocrazia, tuttavia, tutto è andato come doveva essere: la procedura automatizzata, ha fatto scorrere le graduatorie e avendo, la signora Anna Maria, titoli per l’offerta, è stata scelta. Nulla da eccepire sulla carta. “Certo è – continua la segretaria provinciale della Flc Cgil di Rimini – che questa vicenda è il simbolo di come la forma di reclutamento nel mondo della scuola debba essere modificata. In Italia, facciamo pochi concorsi e pure male. L’amministrazione deve definire le competenze, la preparazione tecnica ma anche pedagogica; va costruita una procedura certa, con concorsi ogni due anni”. Ripensando al caso della professoressa in pensione Ascarelli aggiunge: “Quest’anno avremo trenta mila posti vacanti che andranno a precari che spesso non prenderanno le cattedre per motivi famigliari. In questi giorni sto avendo a che fare con molte madri di famiglia, con figli di due-tre anni, che non se la sentono di lasciare Rimini per andare a insegnare a Reggio Emilia”.