Politica

Mattarella: “Catastrofi in Italia legate al cambiamento climatico. Sorprendenti le discussioni su cause e rischi. Siamo in ritardo”

“Le terribili immagini” delle catastrofi che hanno colpito varie regioni italiane negli ultimi giorni e mesi, “eventi legati palesemente alle conseguenze del cambiamento climatico“, sono tali che “tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando appaiono sorprendenti. Occorre avere la consapevolezza che siamo in ritardo” nelle azioni necessarie per invertire il trend. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto così ai giornalisti parlamentari durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio al Quirinale. Parole che arrivano mentre, dopo le prime pagine negazioniste di Verità, Giornale e Libero, sale la polemica per l’intemerata di Andrea Giambruno contro il ministro della Salute tedesco Karl Lauterback reo di aver manifestato preoccupazione per gli effetti del cambiamento climatico nell’Europa del Sud. Pochi giorni fa il conduttore di Mediaset e compagno della premier Giorgia Meloni aveva sostenuto che il caldo “non è poi una grande notizia“, interrompendo la cronista che citava l’ultimo rapporto degli scienziati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico.

L’alert sulla crisi climatica – Il capo dello Stato, anzi, aggiunge che nella lotta contro il cambiamento climatico stiamo anche andando lenti. “Occorre agire – dice il presidente – da una parte cercando di incrementare l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico: sappiamo che sarà un impegno difficile su scala globale i cui effetti vedremo nel tempo. Dall’altro lato è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori”. Il discorso di Mattarella ha toccato molti altri punti. Tra questi il Pnrr, sul quale da mesi spinge per una necessaria accelerazione. Il presidente della Repubblica cerca di sgombrare il campo dalle consuete polemiche incrociate tra le forze politiche. “Non si tratta di una questione del governo di questo governo o dei due governi precedenti, ma dell’Italia – precisa Mattarella – Dobbiamo tener conto tutti di non esserne estranei, ma di esserne responsabili certamente in misure diverse, di dover recare apporti costruttivi. Un eventuale insuccesso o un risultato soltanto parziale non sarebbe una sconfitta del governo, ma dell’Italia. Così sarebbe visto e interpretato fuori dai nostri confini e così sarebbe nella realtà”. Il capo dello Stato su questo riprende una citazione di Alcide De Gasperi, già utilizzata in passato: “Invito tutti a mettersi alla stanga, per usare un’altra volta espressione degasperiana – afferma – Dobbiamo avvertirne tutti il carattere decisivo per l’Italia e non esserne estranei, per arrecare apporti costruttivi”.

L’alert: “Non esiste contropotere giudiziario in Parlamento” – Un altro richiamo alle forze politiche arriva quando il capo dello Stato parla delle commissioni parlamentari: “Iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre l’attività del Parlamento a giudizi della magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate. Non esiste un contropotere giudiziario del Parlamento usato parallelamente, o peggio in conflitto con l’azione della magistratura. Così come non sono le Camere a poter verificare, valutare e giudicare se norme di legge che il Parlamento stesso ha approvato siano o meno conformi alla Costituzione, perché questo compito è riservato in maniera esclusiva alla Corte costituzionale“. Un passaggio che sembra evidentemente riferirsi al caso della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, nei giorni in cui il tribunale dei ministri di Brescia ha archiviato le accuse di epidemia e omicidio colposo contro il governatore lombardo Attilio Fontana e gli altri indagati, mentre in precedenza erano cadute pure le contestazioni all’ex premier Giuseppe Conte e a Roberto Speranza. “Non può esistere – ha sottolineato Mattarella – una giustizia costituzionale politica. I ruoli non vanno confusi anche a tutela dell’ambito di cui si è titolari. E’ una doverosa esigenza quella della normale e virtuosa logica della collaborazione istituzionale”. L’inquilino del Quirinale si è poi rivolto alla magistratura: “Più volte è stata ricordata l’esigenza ineludibile che i vari organismi istituzionali rispettino i loro confini. La magistratura deve essere chiamata in piena autonomia e indipendenza secondo le norme di legge, tenendo conto che le leggi le delibera il Parlamento. Allo stesso modo va garantito il ruolo della magistratura nel giudicare”.

I flussi migratori – Poi c’è la questione dei flussi migratori. “L’informazione – ha detto Mattarella – ci ha consegnato di recente immagini di migranti tragicamente morti nel deserto o in mare. Sono immagini che feriscono le nostre coscienze. Non è pensabile che nell’animo umano ci sia un tale cinismo“. La riflessione di Mattarella si sofferma sul fatto che “i numeri dell’emigrazione e le percentuali di incremento e decremento non possono rappresentare un paravento, dietro ci sono persone, le vite, speranze, un futuro che sovente vinee cancellato. Non si può rimuovere questa realtà ignorandola”. Sotto il profilo più politico, poi, l’emigrazione “è un tema che riguarda tutti i Paesi, non solo l’Italia – continua Mattarella – è stato importante l’evento promosso dal governo sui flussi migratori e di rilievo l’intento di condividere le riflessioni, affinché la comunità internazionale lo affronti come tema globale, servono soluzioni condivise”. Il riferimento è alla Conferenza convocata a Roma dal governo Meloni alla quale hanno partecipato una ventina di rappresentanti di Stati del Mediterraneo, del Nord Africa, del Medio Oriente, del Corno d’Africa. “È importante – dichiara ancora il capo dello Stato – aver conseguito il coinvolgimento dell’Ue sulla migrazione. Testimoniato dalla presenza della presidente della Commissione europea negli incontri nei Paesi di origine e transito. È un risultato di grande importanza”.

L’intervento sulla guerra – Quanto alla guerra in Ucraina, secondo Mattarella l’invasione della Russia ha evidenziato “l’esigenza di un più efficace assetto del multilateralismo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia del Ventaglio. Mattarella ha ricordato i forti cambiamenti degli assetti statuali, politici ed economici dal 1945 ad oggi ed ha concluso: “Tutto questo richiede nuove architetture nella comunità internazionale”. Per contro il presidente ha ricordato il colpo di Stato in Niger, “in una regione che, insieme ad alcuni gravi rifiuti delle iniziative dell’Onu, vede l’inquietante e diffusa presenza della compagnia Wagner. Queste ovvie considerazioni sono tutt’altro che estranee alla nostra condizione sociale, economica e politica, ma la influenzano e la influenzeranno sempre di più. Richiedono quindi riflessioni politiche adeguate, che si alzi lo sguardo e si ampli l’orizzonte delle iniziative”.

Le parole sul ruolo della stampa – Parlando del ruolo della stampa, alla quale la cerimonia del Ventaglio è dedicata, il presidente ha sottolineato che “la propaganda non deve mai sostituirsi alla verità, al valore dei giornalisti, di una informazione libera e indipendente che illumina le zone d’ombra per consentirci la formazione di un’opinione consapevole. Le istituzioni devono garantire una tutela massima“. L’informazione libera è un antidoto alle fake news, per Mattarella, e “la sua funzione va garantita”. “Il contratto nazionale, scaduto da anni, costituisce il primo elemento di indipendenza della categoria” ha sottolineato. Mattarella ricorda che “l’autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e alla deontologia di ciascun giornalista. Sarebbe fuorviante – e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali – immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi”. A fronte di “un’abbondanza di mezzi di diffusione – alla quale, per la verità, non corrisponde obbligatoriamente una pluralità di contenuti – precisa il capo dello Stato – c’è “l’esigenza di una ‘alfabetizzazione? digitale e quello della crescita di una capacità critica rispetto all’offerta, per non essere in uno scenario che veda la propaganda sostituirsi ai fatti. I giornalisti sono questo: testimoni di verità, spesso a prezzi molto alti”. Il riferimento, dice, è anche ai numerosi cronisti morti nella guerra in Ucraina, “vite sacrificate per svolgere quel servizio alla conoscenza che crea consapevolezza rispetto al velo dell’ignoranza dei fatti”.