Cinema

Carlo Verdone: “Con l’intelligenza artificiale il nostro lavoro finisce, e così muore l’arte, il cinema, le serie. È una paraculata”

Il comico romano, ospite al Giffoni Film Festival per presentare la nuova stagione di Vita Da Carlo, ha detto la sua sullo sciopero che imperversa a Hollywood e in particolare sull'Intelligenza Artificiale, che fa temere ad attori e sceneggiatori di essere sostituiti

“Concordo pienamente con gli attori americani e inglesi. Hanno ragione”: a parlare è Carlo Verdone, ospite del Giffoni Film Festival per presentare la seconda stagione di Vita da Carlo, accompagnato dal cantante Sangiovanni e dall’attrice Ludovica Martino, coprotagonisti della serie in onda dal 15 settembre su Paramount+. Sollecitato dalle domande dei ragazzi presenti, l’attore e regista è intervenuto sul tema caldo dello sciopero degli attori Sag-Aftra che sta scuotendo Hollywood.

Il pericolo di essere sostituiti dall’Intelligenza Artificiale è tra i rischi più temuti da sceneggiatori e attori americani (ma non solo), che stanno facendo sentire la loro voce anche su questo tema. Verdone è dalla loro parte: “Se arriveremo al punto che l’Intelligenza Artificiale – spiega il comico romano – farà tornare Carlo quando aveva 38 anni non va bene. L’intelligenza artificiale è la morte del cinema d’autore. Il finale di una tua opera non può essere dettato dagli algoritmi, che non hanno cuore ed emozione come gli sceneggiatori. Non è giusto, è una paraculata“. “Per agganciare con magnetismo il pubblico si finisce per far morire gli autori – ha precisato ancora Verdone -. Con l’intelligenza artificiale il nostro lavoro finisce, e così muore l’arte, il cinema, le serie. Questo sciopero è sacrosanto perché mette i paletti subito in avanti”, spiega il regista, che si dichiara “pienamente d’accordo con lo sciopero”.

La star romana svela qualche dettaglio sulla nuova stagione (in cui l’attore continuerà ad interpretare se stesso) e sui suoi compagni di avventura: “Sangiovanni e Ludovica Martino sono due ragazzi seri, disciplinati, pieni di entusiasmo. Se la serie è venuta bene il merito è anche loro”. “Sono onorato di averlo fatto e di sentire il riconoscimento di Carlo” , replica dal canto suo “Sangio”, che per la prima volta lascia il microfono per vestire i panni dell’attore: nella serie interpreta il giovane Verdone. “È stato divertente. Carlo da giovane condivide un po’ di emozioni che Sangio prova tutti i giorni. Mi sono sentito vicino. È stato strano, ma poi non così tanto”, spiega il cantante osannato dai giovanissimi.

Poi è il turno di Ludovica Martino, un altro volto molto amato dai più giovani e ormai un’affermata attrice (forse i suoi “veri” fan la ricorderanno nel ruolo di Eva di Skam), che ha raccontato ai giffoner l’emozione di recitare con un pilastro del cinema e della comicità italiana come Carlo Verdone. “Abbiamo provato poco perché Carlo voleva che stessimo sulle emozioni del momento. Non mi aspettavo che scegliesse me per qualcosa di suo. Ho raggiunto un sogno irraggiungibile – ha proseguito la 26enne – anche solo incontrarlo mi sembrava un’aspirazione irraggiungibile. Sono grata ed emozionata. Lui poi porta fortuna a tutte le attrici con cui lavora, spero succeda anche con me. Sono stati mesi indimenticabili, una vera fortuna”.

Il regista, che vanta ormai una carriera lunga più di 40 anni, ha raccontato ai giovani appassionati di cinema della kermesse i “segreti” della vita da set. Le parole d’ordine? Divertimento e spontaneità. “La cosa migliore è dare un grande senso di tranquillità sul set – ha spiegato Verdone -. Gli attori devono seguirti in un clima sereno e divertito, perché se ci mettiamo a pensare ai soldi che stiamo manovrando ci mettiamo paura. Bisogna andare avanti spontaneamente, non pensando troppo ai 7 milioni che può costare questa serie. Chi terrorizza gli attori non fanno altro che mandarli in tilt: è una forma vecchio stile, sbagliata”, chiosa il regista.

Uno stile che le giovani promesse protagoniste della serie hanno decisamente approvato: “Non so se è sempre così – ha ammesso Sangiovanni – però con lui è stato bello perché mi sono sentito a mio agio. La spontaneità e la verità, in una serie che parla di vita sono la cosa migliore”. “Carlo è un regista e un attore molto generoso. È facile lavorare con lui, si dedica ai suoi attori, li mette in primo piano. Per farli emergere, piuttosto si mette meno in luce lui. Ci ha insegnato solo guardandolo. Poi non so se abbiamo appreso”, ha aggiunto con ammirazione (e una buona dose di umiltà) la collega Ludovica Martino.