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Cospito, Delmastro: “A processo per aver difeso il 41 bis”. E Donzelli attacca il M5s. La replica: “Bufale, doveva dimettersi mesi fa”

“Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto difendendo il 41bis”. Il vice presidente del Copasir e responsabile organizzativo di FdI Giovanni Donzelli difende l’amico Andrea Delmastro, il sottosegretario indagato per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, per cui il gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta. Intervenendo da Palermo, i due scudieri del partito della premier Giorgia Meloni rivendicano il loro operato: “Quando Cospito decise scientemente con la criminalità organizzata di proseguire la guerra volta a far venire giù il carcere duro – dice lo stesso Delmastro – qualcuno come me e l’amico Donzelli ha intravisto tutto ciò e ha osato anteporre il proprio petto. Quel qualcuno è finito processato e tutti gli altri no”. Insomma, il sottosegretario sostiene di essere indagato per aver difeso il 41 bis. Mentre Donzelli attacca: “Non accettiamo lezioni da nessuno, penso agli amici del M5s che quando erano al governo con la scusa del Covid hanno scarcerato mafiosi“. Immediata la replica dei Cinquestelle: “Dovrebbe solo stare zitto e invece si permette ancora di lanciare accuse false. Avrebbe dovuto lasciare mesi fa il suo incarico al Copasir per aver messo a repentaglio, insieme all’amico Delmastro, la sicurezza nazionale sventolando ai quattro venti informazioni investigative coperte da segreto”.

Donzelli e Delmastro da Palermo raccontano la loro versione dei fatti. “L’abbiamo fatto in modo consapevole”, dice il sottosegretario alla giustizia. “A proposito degli sciacalli che in questi giorni osano lambire il centrodestra sulla lotta alla mafia – continua Delmastro – noi abbiamo onorato Paolo Borsellino col primo atto del governo Meloni: mettere in sicurezza l’ergastolo ostativo rispetto a cedimenti che arrivavano da tutte le parti”. “Per noi il carcere duro e l’ergastolo ostativo non sono misure eccessive. Il mondo intero studia il nostro carcere duro, l’ergastolo ostativo, le misure preventive come sequestri e confische. L’Italia è un esempio ed esporta la normativa antimafia e ne siamo orgogliosi”, aggiunge parlando alla tavola rotonda del convegno ‘Parlate di mafia’, organizzato dai gruppi parlamentari FdI di Camera e Senato.

“Sul caso Cospito era più comodo stare in silenzio e girarsi dall’altra parte. Ma noi abbiamo difeso il 41bis, la sinistra ha sollevato tanto polverone. Poi però non c’è stata più una sola persona di sinistra a metterci la faccia per difendere Cospito”, sostiene Donzelli. Che poi aggiunge: “Non ci dimentichiamo di Beppe Grillo, che quando veniva in Sicilia diceva che la mafia ha una sua morale”. “Non prendiamo lezioni nemmeno da parte di ex magistrati che oggi sono in politica, che quando Borsellino era morto da poche ore archiviavano l’inchiesta mafia-appalti”. Attacchi uno dietro l’altro agli avversari, strenua difesa del suo collega di partito: “Per noi la vicenda Delmastro non è un vulnus e neppure per la Procura che aveva chiesto l’archiviazione. Col massimo rispetto, noi andiamo avanti, siamo convinti di avere fatto ciascuno di noi le cose giuste che servivano all’Italia. Scomode per qualcuno che voleva tenere forse nascoste quelle pagine ma invece noi le abbiamo portate a conoscenza di tutti gli italiani. E’ giusto così”.

Il M5s prende immediatamente posizione di fronte alle accuse: “Oggi ripete la bufala delle scarcerazioni durante la pandemia. Il partito del presidente Meloni sta provando a nascondere le proprie responsabilità per i provvedimenti con cui sta spianando la strada dell’impunità ai colletti bianchi“. “Dobbiamo di nuovo ricordare a Fratelli d’Italia – affermano le parlamentari M5s Stefania Ascari, Valentina D’Orso e Ada Lopreiato, capigruppo nelle commissioni Antimafia e Giustizia – che ogni scarcerazione avvenuta nella primavera 2020 venne decisa in autonomia dai magistrati e sulla base di una legge del 2010 del governo Berlusconi. Dopo quelle scarcerazioni siamo intervenuti immediatamente con due decreti legge e con ispezioni ministeriali. Grazie a quegli interventi alcune scarcerazioni furono evitate e alcuni detenuti rientrarono in carcere. Anche oggi Donzelli ha perso l’occasione per rimanere in silenzio”.