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Il ministero dell’Economia di Giorgetti dà il via libera alla ratifica del Mes: la maggioranza in imbarazzo rinvia il voto in commissione

Prendere tempo. È la strategia della maggioranza in commissione Esteri della Camera, che si è data 24 ore di tempo per esaminare la lettera con cui il ministero dell’Economia certifica, nero su bianco, che dalla ratifica dell’accordo sul Mes “per quanto riguarda gli effetti diretti sulle grandezze di finanza pubblica non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità del 2012″. Il documento – che in buona sostanza non rileva in caso di ratifica dell’accordo da parte dell’Italia – manda in tilt i partiti che appoggiano il governo Meloni, a maggior ragione perché è stato trasmesso dal dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti alla commissione presieduta da Giulio Tremonti.

Da qui la decisione su spinta della maggioranza, e tra le proteste dell’opposizione, di rinviare la seduta a giovedì mattina la votazione sulle due proposte di legge di ratifica, presentate dal dem Piero De Luca e dal renziano Luigi Marattin. Due proposte sulle quali – da giorni – la maggioranza, in imbarazzo, sta cercando escamotage per temporeggiare. E ora è possibile che Palazzo Chigi – dove il parere non viene vissuto come un fulmine a ciel sereno – apra un confronto con i partiti che lo sostengono. Il tutto nel giorno cui sale la tensione per le assenze di Forza Italia in commissione Bilancio del Senato, dove la maggioranza è andata sotto sul decreto Lavoro, uno dei tanti provvedimenti in scadenza che creano ingorgo nei lavori parlamentari prima della pausa estiva.

“Non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione”, scrive il ministero guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti facendo scoppiare un caso tutto interno alla maggioranza, da sempre contraria all’approvazione. “Inoltre – si legge nel parere tecnico che rappresenta un benestare formale – non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma”. Di più, perché la struttura guidata dal leghista afferma che per quanto riguarda gli “effetti indiretti” sulle “grandezze di finanza pubblica” derivanti dalla ratifica “sulla base di riscontri avuti da analisti e operatori di mercato” è “possibile” che la riforma del Mes “venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea” e quindi “porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia”.

La Commissione – come spiega il deputato di Fdi Emanuele Loperfido – ha chiesto l’audizione di Giorgetti per approfondire la questione: “Sia la maggioranza che l’opposizione avranno modo di approfondire il tema, domani valuteremo”, aggiunge il parlamentare. Intanto l’opposizione attacca: “È del tutto evidente che siamo di fronte ad un governo nel caos, che sulle grandi questioni che riguardano i nostri impegni internazionali e gli strumenti di politica economica, non è in grado di compiere scelte utili al nostro Paese ma solo di agitare bandierine propagandistiche”, dice il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia.

“È così per le risorse e i progetti del Pnrr, è così per il Mes. Ciò che sta avvenendo alla Camera – insiste il presidente dei senatori dem – è la testimonianza della inadeguatezza di questo esecutivo che di fronte alla certificazione da parte del Mef che l’utilizzo di questo strumento non creerebbe danni ma porterebbe vantaggi non sa che fare e sospende i lavori in Parlamento”. Polemico anche Ivan Scalfarotto: “E così è lo stesso ministero dell’Economia, il governo insomma, a mettere nero su bianco che la ratifica del Mes non serve solo a tener fede ai nostri impegni internazionali ma è una decisione chiaramente vantaggiosa per l’Italia. Speriamo che adesso cessino con la loro propaganda e agiscano (rapidamente) di conseguenza”, scrive il senatore di Azione-Italia Viva in un tweet.