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Colloqui Usa-Cina, Blinken a Xi: “Non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan”. Il leader cinese: “Compiuto progressi”

“Le interazioni tra Stati dovrebbero sempre essere basate sul rispetto reciproco e sulla sincerità. Spero che il segretario Blinken, attraverso questa visita, possa dare un contributo positivo alla stabilizzazione delle relazioni tra Cina e Stati Uniti“. Dalla Grande Sala del Popolo di piazza Tiananmen a Pechino il presidente cinese Xi Jinping riceve il segretario di Stato americano Antony Blinken e la sua delegazione che, nell’ultimo giorno di visita a Pechino in un momento difficile nei rapporti tra Cina e Stati Uniti, hanno incontrato prima del leader cinese il capo della diplomazia del Partito comunista Wang Yi e ieri il ministro degli Esteri Qin Gang. Quello tra Cina e Usa è stato un incontro positivo per entrambe le parti, dove Pechino ha sostanzialmente ribadito la linea rossa su Taiwan e Washington ha precisato di non sostenere l’indipendenza dell’isola, ricevendo a sua volta rassicurazioni dal gigante asiatico che non fornirà armi a Mosca contro l’Ucraina.

Xi: “Comunità internazionale preoccupata per le relazioni tra Cina e Usa” Xi ha spiegato che, durante la visita di Blinken – primo segretario di Stato Usa a recarsi nel gigante asiatico dal 2018 – la Cina ha “chiarito le sue posizioni“, che “le due parti hanno avuto discussioni sincere e approfondite” e “hanno concordato di seguire le intese che io e il presidente Biden avevamo raggiunto a Bali. In occasione del bilaterale a margine del G20 indonesiano a novembre erano stati tre i punti in particolare fissati dai due leader: la linea rossa su Taiwan, il no a un ritorno alla guerra fredda e all’escalation in Ucraina. Le parti, secondo Xi, hanno anche compiuto progressi “e raggiunto un accordo su alcune questioni specifiche”. Non ha però specificato nel dettaglio quali siano i temi in questione. Xi ha poi sottolineato quanto la comunità internazionale sia “generalmente preoccupata per lo stato attuale delle relazioni tra Cina e Stati Uniti. Non vuole vedere conflitti o scontri tra Cina e Stati Uniti o scegliere da che parte stare tra i due paesi”, ha proseguito, secondo quanto riporta il Global Times, aggiungendo che il mondo “si aspetta che i due Paesi coesistano in pace e abbiano relazioni amichevoli e di cooperazione. Cina e Stati Uniti – ha puntualizzato ancora il leader cinese – dovrebbero agire con un senso di responsabilità per la storia, per le persone e per il mondo, e gestire correttamente le proprie relazioni. In questo modo potranno contribuire alla pace e allo sviluppo globale, e aiutare a rendere stabile un mondo sempre più turbolento”. Il faccia a faccia tra i due può rappresentare un passo cruciale per ricucire linee di comunicazione che si sono deteriorate nell’ultimo anno, a partire dalla crisi dei palloni spia cinesi intercettati sui cieli americani. I media ufficiali cinesi hanno diffuso alcune immagini dell’incontro, iniziato con una stretta di mano tra i due. Secondo un funzionario del Dipartimento di Stato Usa citato dalla Cnn il faccia a faccia è durato circa 30 minuti, iniziato alle 16.34 ora locale, si è concluso alle 17.09.

Blinken e le rassicurazioni sul non invio delle armi a Mosca – Al segretario di Stato americano la Cina ha promesso di non fornire armi alla Russia, aggiungendo che l’impegno di Pechino in questo senso è stato ribadito “ripetutamente” nelle ultime settimane, non solo agli Stati Uniti ma anche ad altri Paesi. “Si tratta di un impegno importante, di una politica importante, e al momento non abbiamo visto nulla che lo contraddica”, ma ha aggiunto che gli Usa restano preoccupati per “le società private cinesi che potrebbero fornire assistenza, in alcuni casi chiaramente diretta a rafforzare la capacità militare della Russia in Ucraina”. Blinken ha inoltre dichiarato che gli Stati Uniti non stanno cercando di “contenere economicamente” la Cina, ma restano “molto preoccupati” per le “violazioni” dei diritti umani in Xinjiang, Tibet e Hong Kong e per le “azioni provocatorie” della Cina nello Stretto di Taiwan. Il segretario di Stato americano ha poi affermato che i due Paesi hanno l'”obbligo” di gestire le relazioni “in modo responsabile”, aggiungendo che con Xi sono sulla stessa linea su vari “interessi transnazionali condivisi”. “Non avremo successo in un giorno su tutte le questioni aperte tra noi, ma in una serie di aree, nei termini che abbiamo stabilito per questo viaggio, abbiamo fatto progressi e stiamo andando avanti”, ha affermato Blinken, sottolineando come “niente di tutto questo si risolva con una visita, un viaggio, un colloquio”. “E’ un processo”, ha rimarcato. “Sono venuto a Pechino per rafforzare i canali di comunicazione ad alto livello, per chiarire le nostre posizioni e intenzioni in aree di disaccordo e per esplorare aree in cui potremmo lavorare sui nostri interessi, allineandoci su sfide transazionali condivide e abbiamo fatto tutto questo”, ha detto ancora.

Gli incontri precedenti con Wang e Qin – Le dichiarazioni arrivate da Xi a conclusione del vertice con Blinken sono di segno nettamente più positivo rispetto ai commenti gelidi rilasciati da Pechino dopo gli incontri avvenuti tra Blinken e i due esponenti del governo cinese. Dalle tre ore di colloquio con Wang, durato una in più del previsto, è emersa netta l’intransigenza di Pechino su Taiwan, dossier sul quale “la Cina non ha spazio per compromessi o concessioni”. Wang ha poi aggiunto che la Cina e gli Stati Uniti devono scegliere tra la “cooperazione e il conflitto”, sempre in riferimento alla questione Taipei. “Gli Stati Uniti devono aderire veramente al principio dell’Unica Cina confermato nei tre comunicati congiunti Usa-Cina, rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina e opporsi chiaramente all’indipendenza di Taiwan“. Dichiarazioni al termine del faccia a faccia che determinano una posizione irremovibile di Pechino. Ma nonostante questo dagli Stati Uniti arriva il commento positivo di Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, che ha definito l’incontro tra Blinken e Wang “schietto e proficuo”. E in un tweet Blinken ha precisato che i colloqui riguardano “una serie di questioni bilaterali e globali che riguardano le persone in patria e nel mondo”.

Anche dall’incontro di ieri era uscito un commento piuttosto freddo di Qin Gang, che aveva definito le relazioni tra Cina e Usa sono al “punto più basso” dal 1979, quando i due Paesi hanno avviato ufficialmente relazioni diplomatiche a livello di ambasciate. Un commento di segno diverso era invece uscito da Washington, visto che il Dipartimento di Stato Usa ha parlato di colloqui “franchi”, “sostanziali” e “costruttivi”, con Blinken che ha sottolineato l’importanza della diplomazia e del mantenimento di canali di comunicazione aperti su tutta la gamma di questioni per ridurre il rischio di percezione errata e calcolo errato”.

Gli obiettivi della missione americana a Pechino – La visita di Blinken era stata cancellata a febbraio in seguito alla crisi dei palloni spia cinesi, che aveva accresciuto la tensione tra le due superpotenze legata a diversi dossier, dal commercio alla tecnologia, dalla guerra russa in Ucraina a Taiwan. Un punto, quest’ultimo, su cui Pechino non pare intenzionata a cedere: perchè “la questione di Taiwan è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina, la questione più importante nelle relazioni Cina-Usa e il rischio più importante”, ha messo in guardia Qin. Nessuno si attende svolte clamorose, ma le prime reazioni sembrano suggerire che si è sulla giusta traiettoria per rimettere in careggiata relazioni al “punto più basso dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche (1979, ndr), cosa che non è conforme agli interessi fondamentali dei due popoli, né soddisfa le aspettative comuni della comunità internazionale”, come ha sottolineato Pechino.

Tre gli obiettivi di Blinken nella sua missione di due giorni a tu per tu con i vertici della diplomazia cinese, il più importante è la de-escalation, abbassare la temperatura, mantenendo aperti canali di comunicazione diretta per gestire “responsabilmente” le relazioni ed evitare “errori di valutazione” e quindi possibili conflitti nella crescente rivalità tra i due Paesi. Il secondo è sollevare le preoccupazioni di Usa e alleati su una serie di temi bilaterali e regionali, un menù ampio che spazia dalla guerra in Ucraina a Taiwan. Il terzo è esplorare aree di potenziale cooperazione, a partire dal clima. La missione di Blinken dovrebbe spianare la strada ad altre visite, come quella della segretaria al Tesoro Janet Yellen e al commercio Gina Raimondo. E preparare il terreno per un incontro tra Joe Biden e Xi, forse a margine del G20 in India in settembre o del vertice Apec a San Francisco in novembre, dove il presidente cinese è già stato invitato. Lo stesso inquilino della Casa Bianca ha detto venerdì di sperare di incontrare nuovamente Xi nei prossimi mesi per “parlare delle legittime differenze che abbiamo, ma anche di come andare d’accordo”, gettando altra acqua sul fuoco su quello che aveva già definito “uno stupido pallone“: “Non credo che la dirigenza sapesse dov’era, e sapesse cosa c’era dentro, e sapesse cosa stava succedendo. Penso che sia stato più imbarazzante che intenzionale”.