Politica

Il voto al Parlamento Ue per i fondi del Pnrr alle armi ha confermato l’espugnazione del Pd

Grazie a Massimiliano Smeriglio e ai rappresentanti del Movimento Cinquestelle per aver votato al Parlamento europeo contro la devoluzione dei fondi del Pnrr alla continuazione sine die della guerra in Ucraina. Questo voto ha squadernato la catastrofica crisi di prospettive del Partito democratico ormai espugnato definitivamente, nonostante il pannicello caldo armocromizzato Schlein, dalle forze allineate alla NATO, agli Stati Uniti e all’industria bellica. Il PD costituisce oggi solo un gruppo fondato sulle opportunità, peraltro in via di sparizione definitiva, derivanti dall’esercizio del potere. Di questo ostacolo occorre liberarsi al più presto se si vuole garantire un futuro non tanto e non solo alla sinistra, quanto al popolo italiano nel suo complesso che si avvia a passo di carica verso l’estinzione non già per la “sostituzione” etnica paventata dal cognato assurto per meriti indiscutibili alla guida di un importante ministero, ma piuttosto per le politiche promosse dal governo Meloni sui vari piani.

Questo 2 giugno, di gran lunga il peggiore in 78 anni di storia della Repubblica, rappresenta il compimento definitivo della negazione delle promesse contenute nella Costituzione repubblicana. Un Paese sempre più diseguale, afflitto da povertà crescente, devastazioni ambientali, illegalità, repressione del dissenso. Un fascismo 2.0 che rappresenta senza dubbio la realizzazione dei sogni più proibiti e inconfessabili della nostra pessima classe dominante che ha poche idee, ma chiare quanto pessime e antisociali: sfruttare il più possibile la forza lavoro, pagare il meno possibile le tasse, dover sottostare il meno possibile ad obblighi dettati a favore del bene comune.

Quest’ultimo è un concetto intraducibile in melonese, neolingua che si riallaccia alle peggiori tradizioni dell’individualismo, del conformismo e della piaggeria italici, tutte bruttissime cose che purtroppo hanno radici storiche lontane e profonde nella nostra “etnia”, per dirla col cognato di cui sopra. Lo Stato è sempre più un concetto vago che non corrisponde ad alcuna realtà effettiva. Le tasse, che dovrebbero costituire la base della sua potenza finanziaria, vengono insultate dalla presidente del Consiglio che parla di “pizzo di Stato”. La giustizia è degradata e paralizzata dalla schiforma Cartabia e dalla mancanza di mezzi adeguati, come ben sanno le donne perseguitate e a volte macellate da mariti e fidanzati frustrati che confidano nella loro impunità. I lavoratori e le lavoratrici sono condannati a un destino di precarietà e di povertà, mentre masse crescenti di emarginati vengono private di ogni mezzo di sostentamento per far diventare più ricchi i già ricchi.

Questo è un Paese senza futuro perché ha rinnegato tutte, nessuna esclusa, le promesse contenute nella Costituzione repubblicana, che oramai solo Mattarella cita ogni tanto, producendo un effetto davvero ridicolo e penoso.

Ma l’aspetto peggiore del governo Meloni è senza dubbio un altro ancora: la totale subalternità alle direttive NATO in materia di guerra e politica internazionale. Giorgia, Crosetto e Tajani, improbabili strateghi e diversamente esperti in materia, eseguono perinde ac cadaveres quanto Washington e Stoltenberg ordinano loro di fare senza prendere minimamente in considerazione l’interesse nazionale italiano e soprattutto il dettato dell’art. 11 della Costituzione che impone di non alimentare le guerre in atto colla esportazione degli armamenti, ma di adoperarsi per la loro soluzione pacifica, appoggiando i soggetti internazionali, come la Cina e il Vaticano, meritoriamente impegnati su questa strada, l’unica che conduca al futuro. Essi invece stoltamente fanno propria la linea suicida del presidente di Kiev, che annuncia la famosa offensiva, specificando che non sa neanche lui come andrà a finire e che comunque “molti soldati moriranno”.

Come ricordato da Sergio Cararo c’è un precedente in materia ed è costituito dal cosiddetto “Friedenssturm” (tempesta di pace) lanciata dall’Impero tedesco nel corso della Prima Guerra mondiale coll’illusione di sconfiggere sul campo le Potenze dell’Intesa ed arrivare così su posizioni di forza a una Conferenza di pace. Sappiamo tutti com’è andata a finire. Ne derivò un’immane carneficina che non evitò certo la sconfitta della Germania. E all’epoca non c’erano ancora droni, missili e, soprattutto, armi nucleari.

Per tornare, in conclusione, alla catastrofica situazione italiana, per non perire, di guerra, miseria o criminalità, occorre liberarsi al più presto della diarchia fintamente conflittuale tra destre e PD, puntando su di un’inevitabile convergenza tra Movimento Cinquestelle rigenerato e vera sinistra. Questa la strada da percorrere per restituire l’Italia a un ruolo storico degno di questo nome e gli Italiani a una vita degna di essere vissuta.