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Poliziotti arrestati, Ilaria Cucchi: “La Russa auspica la loro innocenza? Provo rabbia, sono le stesse parole che disse quando morì Stefano”

I 5 poliziotti arrestati per tortura a Verona? È una notizia che toglie il fiato e che lascia senza parole, peraltro emersa nello stesso periodo in cui la destra di Giorgia Meloni vorrebbe abolire il reato di tortura. Gli abusi, le violenze, le torture sono un fatto gravissimo, ma altrettanto gravi sono gli altri reati ipotizzati, come la copertura data da un gran numero di colleghi di queste persone. Mi ricorda quanto è successo per l’omicidio di mio fratello Stefano: anni e anni di processo a vuoto proprio per i depistaggi“. Così, ai microfoni di Radio Radicale, Ilaria Cucchi, senatrice dell’Alleanza Verdi-Sinistra, commenta l’arresto dei 5 poliziotti in servizio alla squadra Volanti della questura di Verona finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di tortura e, a vario titolo, per i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio.

Ilaria Cucchi, che ringrazia la magistratura, la squadra mobile di Verona e quella di Roma, ravvisa un’altra similitudine con quanto accaduto con l’assassinio di Stefano Cucchi: “Le dichiarazioni immediate pronunciate ieri dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha auspicato che i 5 poliziotti possano dimostrare la loro innocenza, sono molto simili a quelle che fece 13 anni fa quando morì mio fratello. Sono parole – continua – che mi fanno riflettere, anzi che mi fanno arrabbiare. Io mi auguro che le dichiarazioni che sto ascoltando da parte di rappresentanti della destra non siano volte a tentare di condizionare il lavoro della magistratura. Che la giustizia faccia il suo corso”.

E conclude: “Il mio primo atto ufficiale, da quando sono senatrice, è stato quello di presentare una proposta di legge che introduca finalmente nel nostro paese i codici identificativi sulle divise degli agenti e le bodycam. Sono uno strumento a tutela non solo delle possibili vittime di violenze e di abusi – chiosa – ma anche della stragrande maggioranza delle donne e degli uomini in divisa perbene, che non meritano di essere assimilati nell’immaginario collettivo a quei 5 poliziotti di Verona”.