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Chi sono i “partigiani” anti Putin che rivendicano i raid nella regione di Belgorod

La situazione è ancora poco chiara con Mosca e Kiev che si rinfacciano i radi in corso nella regione di Belgorod, territorio russo al confine con l’Ucraina, ma il sedicente Corpo dei Volontari Russi che ha rivendicato oggi una seconda incursione nell’oblast russo di Belgorod dopo quella di marzo è stato formato nel luglio 2022 ed è composto da nazionalisti russi di estrema destra contrari al regime di Vladimir Putin. Secondo il Financial Times, il gruppo è guidato dal 38enne Denis Nikitin, noto anche come Denis Kapustin, appassionato di arti marziali Mma, creatore della linea di abbigliamento White Rex con simboli neonazisti e del suprematismo bianco. Noto negli ambienti dell’estrema destra europea, ha vissuto in Germania. Nel 2019 è stato bandito per dieci anni dall’area Shengen per il suo estremismo. Nei giorni scorsi era stato diffuso un video in cui di fatti venivano annunciate “azioni mai avvenute prima in Russia”

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ha diffuso un video in cui diceva di detestare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma che ora la priorità era combattere dalla parte dell’Ucraina contro Putin. Il gruppo ha anche legami con Ilya Ponomarev, ex deputato russo in esilio dal 2014. L’incursione di oggi viene rivendicata congiuntamente anche dalla Legione per la libertà della Russia, una legione di oppositori e disertori russi che combatte in seno alle Forze ucraine, creata nel marzo 2022.

Non è chiaro quanti siano i membri del Corpo dei Volontari, né quali siano esattamente i loro rapporti con l’Ucraina. In aprile Novaya gazeta ha contattato il Consiglio Civico, un’organizzazione che recluta combattenti per il Corpo dei Volontari Russi e altre formazioni di russi pronti a combattere Putin. L’idea, viene spiegato, è di creare una base da cui partire per formare un esercito di liberazione russo con nuclei che combattono in Ucraina e altri che agiscono in Russia, collegati anche a formazione di gruppi etnici del Caucaso. Gli organizzatori affermano che si tratta di persone di diversi orientamenti, ma che credono nella Convenzione europea dei diritti umani, il diritto dei popoli all’autodeterminazione e delle società all’autogoverno.