Calcio

Scudetto Napoli, il sindaco di Varese espone la bandiera della squadra sul balcone del suo ufficio dopo la caccia degli ultras ai napoletani

Giovedì sera la caccia di una trentina di ultras del Varese ai napoletani in festa per la vittoria per lo scudetto, documentata da Ilfattoquotidiano.it, che ha costretto la polizia a un intervento per evitare una vera e propria aggressione. Quindi la scritta sul muro di una scuola: “Vesuvio facci sognare. Colerosi. Napoli me…”. E alla fine il gesto del sindaco della città lombarda, Davide Galimberti: una bandiera del Napoli appesa sul balcone del suo ufficio, e un messaggio per prendere le distanze da immagini che si sono viste solo a Varese e ad Avellino: “Quanto accaduto a Varese, gli scontri e le scritte sui muri, sono da condannare fermamente poichè si tratta davvero di qualcosa di inaccettabile”, ha scritto il sindaco.

“Varese è città di sport. Lo sport è festa, lo sport è divertimento e deve esserlo per tutti. Famiglie, giovani, bambini e adulti. Tifare la propria squadra in tutti i modi pacifici, colorati, rumorosi, divertenti è una delle parti più belle dello sport e tutti devono sentirsi liberi di farlo, in ogni città e paese”, ha continuato in una nota e sui suoi social. “Varese gioisce per le sue vittorie casalinghe, come di recente per basket e hockey, ma è anche città – ha rimarcato – dove tutti possono festeggiare la propria squadra”.

Quindi ha totalmente preso le distanze e condannato le azioni del gruppo di ultras, tra cui i Blood&Honour 1998, che si è ritrovato nel centro della città lombarda, intonando cori contro il Napoli e cercando di impedire ai tifosi azzurri di festeggiare: “Una ventina di persone non possono e non devono rovinare un momento di gioia sportiva. La nostra Varese, città di sport, tifa tutti gli sport, tutte le squadre e si complimenta e gioisce con chi ottiene vittorie importanti”, ha concluso Galimberti.