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Verissimo, Padre Georg: “Mai ricevuto un dossier su Emanuela Orlandi. Quelle di suo fratello su Giovanni Paolo II illazioni offensive e infondate”

“Io non ho mai avuto un dossier su Emanuela Orlandi. Io non credo che si trovi qualcosa di nuovo su questo caso”. Lo ha affermato l’ex segretario di Benedetto XVI, l’arcivescovo Georg Gänswein, ospite di Verissimo su Canale 5 nel giorno in cui Ratzinger avrebbe compiuto 96 anni. Parole, quelle del presule, che arrivano dopo quelle pronunciate da Papa Francesco che ha bollato come “illazioni offensive e infondate” la accuse rivolte a san Giovanni Paolo II da Pietro Orlandi, fratello della 15enne scomparsa il 22 giugno 1983. “Certo – ha precisato Gänswein – adesso è stato aperto un fascicolo in Vaticano, ora agiranno gli inquirenti, si spera che portino la cosa a buon fine”. E ha aggiunto: “Io posso soltanto augurare che si trovi una risposta definitiva. Io una volta ho incontrato Pietro Orlandi, ho parlato a lungo con lui, ho detto ‘io non so niente’. E ho chiesto ai nostri di fare un promemoria su quale fosse la situazione allora riguardo a Emanuela Orlandi”. Il presule ha, poi, spiegato che “è stato fatto un appunto. Si vedeva che non c’era niente di nuovo. Poi lo stesso Orlandi ha detto in un’intervista che io avrei un dossier. Non è vero, non ho alcun dossier. Se lui pensa a questo appunto, che poi ho dato a Papa Benedetto, di questo si tratta”.

Monsignor Gänswein ha ripercorso la sua vita fino all’incontro con l’allora cardinale Ratzinger a Roma nel 1995, di cui poi, nel 2003, è diventato segretario particolare. Incarico rinnovatogli due anni dopo, il 19 aprile 2005, quando il porporato divenne Papa. Il presule gli è rimasto accanto come segretario per 19 anni, fino alla morte, avvenuta il 31 dicembre 2022, dopo quasi dieci anni vissuti da Papa emerito. A Verissimo Gänswein non ha nascosto la sua “delusione” per gli ultimi tre anni a causa del congelamento del suo incarico deciso da Bergoglio. “Per essere preciso, – ha affermato il presule – sono rimasto prefetto della Casa Pontificia perché nominato da Papa Benedetto in vista della rinuncia. Tutti gli incarichi in Vaticano sono per cinque anni. Allora dal 2012 al 2017. Papa Francesco mi ha prolungato altri cinque anni. Poi, sarebbe un po’ lungo spiegare. Nel gennaio 2020 mi ha detto: ‘Senta, adesso lei rimane a piena disposizione di Papa Benedetto. Non torni più a fare lavori, rimanendo formalmente prefetto della Casa Pontificia, ma si dedichi totalmente a Papa Benedetto’. Io gli ho detto: ‘Sì, ma questo l’ho fatto già anche gli altri anni’. ‘Sì, ma adesso solo per Papa Benedetto’. ‘Fare questo per me non è comprensibile, ma, se lei vuole, certamente obbedisco’. ‘Sì, questa è la mia volontà’. ‘Allora, in obbedienza, accetto’. E questo è rimasto fino al 31 dicembre 2022”.

“Certamente – ha aggiunto Gänswein – adesso aspetto un altro incarico, ciò che Papa Francesco vuole darmi, qualsiasi cosa certamente accetterò. Lui è il Papa. Io sono un suo figlio vescovo che accetterà ciò che lui vuole darmi. Io lo vedo e lo prendo come la volontà della provvidenza tramite il vescovo di Roma, tramite Papa Francesco. Anch’io sono curioso. Non nascondo che sono curioso quando e che cosa mi dirà. Non mi resta che aspettare”. Bergoglio ha già ricevuto in udienza privata l’ex segretario di Benedetto XVI due volte dopo la morte di Ratzinger: il 9 gennaio e il 4 marzo. Ma in nessuno dei due incontri il Papa gli ha prospettato alcun incarico. Anche se il sito spagnolo Religión Digital ha, poi, ipotizzato la nomina a nunzio apostolico in Costa Rica.

Twitter: @FrancescoGrana