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Raid israeliano a Gaza e nel sud del Libano: l’esercito richiama i riservisti. L’Onu: “Cessare ogni azione”

Attacchi aerei sono stati sferrati nella notte dalle forze armate israeliane contro la striscia di Gaza e il sud del Libano, come reazione al lancio di razzi dai territori palestinesi. Il portavoce delle Idf (Israeli defence forces) ha riferito che sono stati più di dieci gli obiettivi di Hamas colpiti dall’aviazione a Gaza, mentre in Libano ne sono stati attaccati tre. Dalla striscia contro Israele, ha aggiunto, sono stati lanciati nelle scorse ore 44 razzi: uno ha colpito una casa a Sderot senza causare vittime, 14 sono caduti in area aperta, otto sono stati intercettati, 12 sono caduti in mare e nove dentro la striscia stessa. L’esercito ha istruito i residenti attorno a Gaza di restare nei rifugi fino a nuovo ordine. E a seguito degli attacchi ha deciso, oltre al rafforzamento della truppe regolari dislocate nella zona militare centrale, che include la Cisgiordania, il richiamo di riservisti inquadrati nelle difese aeree e nell’aviazione.

L’offensiva in Libano segna un’escalation nella regione dopo l’irruzione della polizia israeliana nella moschea di Al-Aqsa, il luogo sacro più sensibile di Gerusalemme. Gli attacchi dell’esercito di Tel Aviv rischiano di coinvolgere nei combattimenti la milizia libanese di Hezbollah, gruppo sciita e antisionista sostenuto dall’Iran, armato di migliaia di razzi e missili, che domina gran parte del sud del Libano. Dopo contatti tra le parti, la forza di interposizione in Libano dell’Onu (Unifil) ha assicurato che i governi di Beirut e di Tel Aviv “non vogliono una guerra” e hanno invitato “a cessare ogni azione” su entrambi i lati del confine. Hamas definisce il raid israeliano “una sfacciata aggressione”.