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Giustizia più veloce? La soluzione del ministro Nordio era “una forte depenalizzazione”. Ma il governo continua a inventare nuovi reati

Come si fa ad accelerare i tempi dei processi? Se ne fanno di meno, eliminando tutti quelli minori, celebrati per accertare reati che sarebbero punibili anche con una semplice multa in via amministrativa. Così diceva di pensarla Carlo Nordio, subito dopo essersi seduto sulla poltrona più alta del ministero di via Arenula. “La velocizzazione della giustizia passa attraverso una forte depenalizzazione e quindi una riduzione dei reati”, spiegava scendendo i gradini del Quirinale, dopo aver giurato da guardasigilli nelle mani di Sergio Mattarella.

La linea del ministro – Un tema delicato quello delle depenalizzazioni, che Nordio spingeva nel sempre infuocato dibattito sui temi della giustizia. D’altra parte l’ipotesi di una riduzione dei reati non era stata battuta in campagna elettorale né da Fratelli d’Italia – il partito che ha portato l’ex magistrato veneto in Parlamento – e neanche dagli altri partiti del centrodestra. Ecco perché nelle prime settimane successive all’insediamento del governo di Giorgia Meloni c’era curiosità per quelle dichiarazione dell’ex pm Nordio: che tipo di reati intendeva depenalizzare il nuovo guardasigilli? Quelli piccoli, i cosiddetti bagatellari che allungano le pagine del codice e ingolfano le aule dei tribunali? O quelli amministrativi dei colletti bianchi e dei pubblici amministratori, a cominciare dal tanto vituperato abuso d’ufficio?

Quella dell’esecutivo – Cinque mesi dopo si può dire che, nella migliore delle ipotesi, Nordio parlava a titolo personale. Nella peggiore, invece, che la linea del ministro della Giustizia conti davvero molto poco all’interno del nuovo governo. Fino ad oggi, infatti, in tutte le anticipazioni sulle poderose riforme che il guardasigilli intende varare, mai si è discusso di un’organica depenalizzazione dei reati. Certo, più volte si è ipotizzata l’eliminazione dell’abuso d’ufficio, ma difficilmente il reato più odiato dai sindaci verrà cancellato tout court. Così come il reato di tortura, che una deputata di Fdi (Imma Vietri) vorrebbe abrogare e che Nordio ha invece assicurato di voler mantenere. Al contrario il governo Meloni si è fatto segnalare per una tendenza completamente opposta agli annunci del suo guardasigilli: quella di moltiplicare i reati, inventandone di nuovi. Siamo già a due nuove fattispecie inserite nel codice, ma la lista delle proposte che potrebbero presto diventare legge è lunga.

I reati inventati dal governo – Già pochi giorni dopo l’insediamento l’esecutivo aveva varato il dl Rave, che aveva l’obiettivo di punire gli organizzatori dei raduni musicali abusivi. All’inizio nel decreto legge era stato introdotto l’articolo 434-bis, all’interno della rubrica che disciplina “l’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi”. La nuova norma puniva “chiunque organizza o promuove l’invasione con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000”. Il 434bis, però, era durato meno di sei mesi. In sede di conversione del decreto legge, infatti, il nuovo reato era stato spostato all’articolo 633 bis per punire gli organizzatori dei rave con una condanna tra i tre e i sei anni di carcere. Insomma: l’esordio del governo Meloni nella sua funzione legislativa era stato un mezzo pasticcio. Più lineare, fino a questo momento, la nascita del decreto Cutro, battezzato come la città calabrese dell’ultima strage di migranti. Per combattere gli scafisti, l’esecutivo ha inventato la fattispecie di “morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina” con pene comprese tra i 10 e i 30 anni di carcere. La norma è attualmente in discussione al Senato.

Chi vuole punire l’anoressia – Solo annunciata, fino a questo momento, è la nuova legge contro chi istiga all’anoressia. A proporla è Fratelli d’Italia, lo stesso partito del ministro Nordio, che vorrebbe aggiungere un altro articolo al codice penale: il 580-bis, per punire con multe da ventimila a sessantamila euro e carcere fino a due anni chi incoraggia e agevola l’anoressia, la bulimia, il binge eating e gli altri disturbi del comportamento alimentare. “Ogni problema lo risolvono con il codice penale. È facile. Basta scrivere due righe ed una pena che faccia rumore per un bel titolo sui giornali”, ha protestato Enrico Costa di Azione su twitter. Il deputato del sedicente Terzo polo deve aver digitato di fretta il suo post, dimenticando che nel 2008 era stato lui stesso tra i firmatari di una proposta praticamente identica. Ma d’altra parte un reato per punire l’anoressia vorrebbe introdurlo anche la Lega, che con Arianna Lazzarini ha depositato analoga proposta di legge alla Camera. E lo stesso avevano fatto negli anni scorsi alcuni parlamentari del Pd.

L’invenzione dell’omicidio nautico – Il partito maggiormente attivo nella creazione di nuovi reati, però, è quello di Meloni e Nordio. Pagella politica ha messo in fila tutte le proposte già depositate in Parlamento da esponenti del centrodestra, che puntano all’inserimento di nuove fattispecie nel codice. Alberto Balboni, senatore di Fdi e primo firmatario della proposta di legge contro l’istigazione dell’anoressia, ha proposto la craezione di altri due reati: l’omicidio nautico e le lesioni personali nautiche. Un disegno di legge già approvato dal Senato a febbraio che prevede di estendere le pene previste per l’omicidio stradale a chi causa la morte di un’altra persona mentre è alla guida di un’imbarcazione. Sempre Balboni vorrebbe inserire all’articolo 633-ter del codice penale il reato di “occupazione abusiva di privato domicilio o dimora”, con pene fino a cinque anni.

I telefonini in carcere, le truffe agli anziani e la merce contraffatta – Altri due senatori di Fdi, Guido Liris e Roberto Menia, vorrebbero far nascere l’articolo 391-quater per punire i detenuti trovati con un telefonino. Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri ed esponente del principale partito di governo, ha proposto di introdurre un nuovo comma all’articolo 640-bis nel codice penale, che disciplina la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. L’obiettivo di Cirielli è punire chi truffa i soggetti minori o gli anziani con una condanna tra i due e i sei anni di carcere. Si ferma a un anno la pena che Claudio Borghi vorrebbe fosse inserita nel codice per punire chi imbratta i vetri dei quadri nei musei. Altre due leghiste, Silvana Comaroli e Vanessa Cattoi, vorrebbero l’arresto per un mese e una multa da mille euro per chi compra merce contraffatta. Pugno duro per i venditori: tre anni di condanna e cinquemila euro di ammenda per ogni pezzo venduto. Sono inoltre ben sei le proposte di legge per mettere fuorilegge la maternità surrogata all’estero: due a testa sono state depositate da esponenti di Lega e Fdi, uno da Forza Italia e un altro persino da Noi Moderati. Ovviamente non è detto che tutte queste proposte riescano alla fine a diventare legge. È un fatto, però, che se fosse per gli esponenti della maggioranza il codice penale italiano sarebbe anche più lungo dell’elenco telefonico di New York. E in ogni caso il governo ha già introdotto due nuovi reati, che presto diventeranno tre, quando l’omicidio nautico sarà approvato pure alla Camera. Nel frattempo delle depenalizzazioni annunciate da Nordio non si ha notizia alcuna.