Ambiente & Veleni

Le api battono il cemento: in provincia di Firenze il Tar impedisce la costruzione di un magazzino autorizzato dalla Regione

Stefano Parisi, enologo ma anche apicoltore, ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro la decisione di Comune di Cerreto Guidi e Regione Toscana di autorizzare un grande manufatto che avrebbe messo seriamente a rischio la sopravvivenza della colonia di insetti

Le api vincono sul cemento: quella di una frazione di Cerreto Guidi, comune della città metropolitana di Firenze, è una storia che sa di favola. Le api e gli alveari sono quelli di Stefano Parisi, enologo ma anche apicoltore che da oltre dieci anni produce miele nella zona del borgo Il Pino, nella frazione di Lazzaretto, a Cerreto Guidi. I terreni sono quelli che appartenevano alla villa medicea prima di proprietà di don Giovanni de’ Medici e poi, dal 1671, del cardinale Leopoldo de’ Medici. Terreni in leggero declivio, per lo più coltivati, a filari di vigna. Che produce vini celebri, come il Lorigine e il Templare. Tutta agricoltura biologica. Le circa due milioni e settecentomila Apis mellifera europea, insomma di api da miele, vivono in un invidiabile habitat naturale. Del quale sono un elemento imprescindibile. Habitat che ha rischiato di essere stravolto. Da un capannone di 3500 metri quadrati, per il ricovero di trattori e ruspe, che sarebbe dovuto essere realizzato a poche decine di metri. Struttura regolarmente autorizzata. Prima dal Comune di Cerreto e poi dalla Regione. Parisi non si è arreso. Anche perché conosce l’importanza delle api. “Sono il termometro per la valutazione dello stato di salute dell’ambiente in cui viviamo”, ha scritto in una petizione lanciata su change.org a marzo 2022.

Così ha denunciato lo scempio su La Nazione e poi ha fatto ricorso al Tar. Che gli ha dato ragione. Avendo accertato, come si legge nella sentenza, che l’utilizzo della nuova costruzione avrebbe costituito “fonte di notevole inquinamento acustico e ambientale”. Peraltro ad una distanza ritenuta “esigua, insufficiente a impedire che le attività inquinanti svolte nel manufatto si ripercuotano sull’attività di apicoltura“. Non solo un pronunciamento sul caso specifico. Ma anche una affermazione di merito. Dal momento che nel giudizio si sottolinea come “la salvaguardia dell’ambiente costituisca un valore fondamentale meritevole di protezione“. In sostanza, il permesso a costruire in variante, rilasciato dal Comune nel 2021, deve essere annullato. In aggiunta Comune e società che avrebbe voluto costruire il magazzino sono state condannate a pagare le spese legali a carico dell’apicoltore. Soddisfatto del risultato, evidentemente. “La costruzione sarebbe stata troppo invasiva per un territorio agricolo. Sono davvero felice per questo risultato”, ha dichiarato a La Nazione. Aggiungendo che “si tratta di una sentenza storica che protegge l’ambiente e mette un freno alla cementificazione. È una vittoria per il territorio e per tutte le aziende biologiche e biodinamiche”.

Già, la cementificazione, proseguita sia in ambito provinciale che in quello regionale anche nel biennio 2021-2022, come documentato dall’Ispra. Cementificazione che si va ad aggiungere ai parassiti che attaccano le api, come l’acaro Varroa destructor, che indebolisce e attacca le operaie, oppure il fungo Nosema ceranae, che compromette le funzioni digestive degli impollinatori. Fungo che insieme al Varroa e all’Aethina tumida costituisce la minaccia principale tra le malattie degli alveari. Sono loro i nemici delle api. Spesso, sconfitte. Ma non a Cerreto Guidi. Dove la loro favola continua.