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“Fornire il taser agli agenti della Penitenziaria contro i detenuti psichiatrici e autolesionisti”: la surreale proposta del deputato di FdI

Poiché il “trattamento sanitario obbligatorio di fatto non avviene nelle case circondariali”, Mauro Malaguti chiede al ministro Nordio “se non si ritenga indispensabile dotare ogni capoturno, per ogni turno di vigilanza della polizia penitenziaria, di taser da utilizzare nei casi più pericolosi in cui detenuti violenti, o affetti da problemi psichici, aggrediscano gli agenti o alti detenuti o tendano all’autolesionismo”. Il Pd: "Richiesta che fa accapponare la pelle"

Utilizzare il taser, la pistola elettrica, contro i detenuti affetti da problemi psichici e autolesionisti. Lo chiede il deputato di Fratelli d’Italia Mauro Malaguti, che in un’interrogazione al ministro della Giustizia lancia la sua personale soluzione contro le aggressioni subite dagli agenti di Polizia penitenziaria. Fresco di visita alla casa circondariale di Ferrara – assieme al sottosegretario in quota Lega, il senatore Andrea Ostellari – Malaguti si proclama portatore di istanze emerse dai colloqui con i sindacati. E sottolinea il pericolo per l’incolumità degli agenti: “Sempre più spesso e in maniera sempre più aggressiva alcuni detenuti ricorrono alla violenza verso il personale di custodia al fine di ottenere vantaggi e benefici non dovuti; vi sono anche detenuti, affetti da problemi psichici, che a volte ricorrono alla violenza contro altri detenuti e contro sé stessi. I sindacati lamentano in particolare, oltre alla grave carenza di organici che costringe gli operatori a continui e snervanti straordinari, la mancanza di precisi protocolli operativi che li tutelino da denunce ricattatorie da parte dei reclusi stessi, e di strumenti di difesa dalle continue aggressioni; se infatti i detenuti più violenti possono trovare anche in carcere oggetti utilizzabili per ferire anche gravemente gli agenti, questi ultimi sono totalmente sprovvisti di qualsiasi strumento di difesa”, si legge nell’interrogazione.

Da qui l’esigenza per gli agenti di custodia di “misure per riportare l’ordine all’interno del carcere”. E, dal momento che il “trattamento sanitario obbligatorio di fatto non avviene nelle case circondariali”, Malaguti chiede a Carlo Nordio “se non si intenda istituire nuovi e precisi protocolli di intervento per gli agenti di Polizia penitenziaria che li tutelino da eventuali denunce per maltrattamenti inesistenti e autolesionismo dei detenuti”. E, soprattutto, chiede “se non si ritenga indispensabile dotare ogni capoturno, per ogni turno di vigilanza della polizia penitenziaria, di taser da utilizzare nei casi più pericolosi in cui detenuti violenti, o affetti da problemi psichici, aggrediscano gli agenti o alti detenuti o tendano all’autolesionismo”. A Malaguti replica da Ferrara la consigliera comunale del Pd Ilaria Baraldi: “Una richiesta che fa accapponare la pelle”. La dem ricorda che gli agenti di polizia penitenziaria hanno già un’arma di ordinanza, la quale però “non può essere introdotta nelle sezioni delle carceri per ragioni di sicurezza”. E che il taser “è per legge un’arma a tutti gli effetti, dichiarata dall’Onu uno strumento di tortura nel 2007. Si potrebbe sorvolare”, ironizza la consigiera, “sulla gaffe di richiamare anche solo incidentalmente alla memoria pratiche antiche, come l’elettrochoc – per fortuna espulse nel frattempo dalla pratica clinica – se non fosse che la nostalgia di Fdi per il passato stia dando esempi quotidiani sempre più allarmanti”.