Politica

Fioroni: “Ho lasciato il Pd sabato scorso, ho preso atto di essere ospite sgradito ed emarginato. Schlein ha in testa un partito di sinistra”

Ho lasciato il Pd ufficialmente sabato scorso e non dopo l’esito delle primarie, perché ho preso atto di essere un ospite sgradito. Ho sempre detto che me ne sarei andato quando mi avrebbero cacciato. E in effetti le dichiarazioni di Elly Schlein giovedì scoso, quando ha accusato Bonaccini di aver fatto “persino” una manifestazione con me, ha reso evidente uno stato di progressiva emarginazione e di isolamento dei popolari e dell’area cattolico-democratica all’interno del Pd“. Così, ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta (Radio Cusano Campus), Giuseppe Fioroni, ex dirigente della Margheria, co-fondatore del Pd ed ex ministro dell’Istruzione del governo Prodi II, spiega le ragioni del suo addio ai dem.

Ospite sgradito e pagante nel Pd ormai lo sono da anni – si sfoga Fioroni – ma sono rimasto sempre fedele per il dovere di chi l’ha fondato. Non ho mai chiesto posti al sole negli ultimi anni e non voglio essere un ostacolo o un impedimento a quello che vuole fare la nuova segretaria del Pd, che ha in testa un partito di sinistra. E io invece ho fondato un partito di centrosinistra, che era la vera novità. Hanno fatto un partito di sinistra-sinistra, che è una scelta legittima, ma l’astensionismo dimostra che c’è bisogno di cambiamento della politica e non del leader”.

Fioroni dissente dalla posizione di Elly Schlein sul reddito di cittadinanza e sulle armi da inviare all’Ucraina: “Ho seguito con attenzione tutto quello che ha dichiarato, le nostre idee sono diverse, il che ci avrebbe aperto a varie difficoltà. Ora ho avviato un percorso di formazione di un network di democratici popolari e cristiani. Un’area che consenta di raggruppare tutti coloro che vengono dalla comune tradizione del popolarismo – conclude – e che si sono sentiti progressivamente emarginati o esclusi dalle varie formazioni politiche sia di sinistra che di destra. Vogliamo radicare nel territorio i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra cultura trasmettendola anche alle nuove generazioni. Se mi chiamassero Italia Viva e Azione? Noi ci siamo dati un impegno di realizzare questa cosa, non stiamo cercando né una nuova tessera né vogliamo fare un nuovo partito, per ora pensiamo a noi stessi”.