Politica

“La me**a in confronto a voi profuma”, “Chi c’è al dipartimento tangenti?”: quello che ha detto Giarrusso sul Pd. Prima di entrare nel Pd

Gli attacchi frontali al partito, negli anni della sua discesa in politica, e anche prima, sono stati molteplici. Post e reazioni che, nelle ultime ore, stanno rimbalzando di social in social

Da volto delle Iene a portabandiera europeo del Movimento 5 stelle. Poi convinto sostenitore di Cateno De Luca. Infine, pugno chiuso pronto, uomo di sinistra. Anzi, uomo del Pd di Stefano Bonaccini, cioè il favorito alla vittoria al congresso. Dino Giarrusso, dopo anni di attacchi ai dem ha deciso, a un passo dal cambio al vertice nella segreteria del partito, di scendere in campo con una nuova maglia, quella dell'”Energia popolare” del governatore emiliano. Eppure proprio lui, solo pochi mesi fa, chiamava “zerbino” alcuni suoi ex colleghi pentastellati passati o comunque vicini al Pd, definendo la possibile alleanza giallorossa una “scelta suicida”. E non solo. Gli attacchi frontali al partito, negli anni della sua discesa in politica, e anche prima, sono stati molteplici. Come quando su Facebook, nel 2015, definiva Pd e Pdl “partiti pieni di corrotti e corruttori”, concludendo il post con un “la merda in confronto a voi profuma”. Post e reazioni che, nelle ultime ore, stanno rimbalzando di social in social. Non solo per l’annuncio ma anche perché l’ex pentastellato sta pian piano “ripulendo” il suo passato critico, cancellando molti dei tweet e dei post incriminati (alcuni dei quali chiusi al pubblico), forse proprio per far spazio al nuovo corso in maglia dem.

Ecco una selezione parziale del Fatto.it delle affermazioni degli ultimi anni.

4 novembre 2022 – “Conte fino a pochi mesi fa era il capo di un Movimento a pezzi. Con grande dolore ho scelto di allontanarmi anche per dare un segnale: basta subalternità al PD, via dal governo Draghi, manteniamo i due mandati e stop alla guerra per bande che ci sta distruggendo. Oggi il M5S ha voltato pagina su questi punti e non a caso è risalito subito. Conte ha fatto un’ottima campagna elettorale, ha sfruttato gli errori altrui, ed è il vincitore insieme a Meloni. Questo risultato indica al M5S che, se un domani ci si vuole alleare, non lo può fare come era stato fatto prima, da partner “minore” ma imponendosi da leader al resto della coalizione. Sono molto contento del fatto che finalmente il Movimento abbia compreso questo: da quando ha infranto quella sudditanza, il Pd è sceso e il M5S è salito subito. Sono segnali chiari che indicano la strada futura: alleanze solo alla pari e senza rinunciare ai propri valori”. (Ansa)

15 giugno 2022 – “Il flop del Movimento 5 stelle dipende dal Movimento 5 stelle. L’alleanza col Pd è una scelta suicida. Non è un’alleanza, è un tappetino. Il flop era annunciato perché segue una serie di scelte suicide che tradiscono totalmente i valori del Movimento. È finita la partecipazione, sono stati uccisi i gruppi sul territorio e questa e’ la ragione che mi ha fatto guardare con interesse a Cateno De Luca con il quale stiamo facendo un ragionamento assieme”. (Ansa)

4 giugno 2022 – I pentastellati non si sbilanciano perché appiattiti sulla linea del Pd? “Lo sono fin troppo. Mi hanno contestato perché sostengo un candidato sindaco appoggiato da sette civiche e anche dalla Lega. Qualcuno, però, dimentica che eravamo quelli che dicevamo mai col partito di Bibbiano e che bisognava fare solo due mandati. Vedremo alle regionali in Sicilia quanti poltronari faranno il terzo mandato: sarà evidente chi non fa politica per passione ma per uno stipendio”. (Intervista a Il Giornale)

“Una cosa buona del M5s, era il non essere né di destra, né di sinistra. Non voglio, quindi, prima ancora di iniziare, schierarmi da una parte o dall’altra. Il bipolarismo non ha fatto bene all’Italia e spero che non ci sia più una divisione manichea. Di certo non farò lo zerbino al Pd, come oggi purtroppo molti miei colleghi”. (Intervista a Il Giornale)

15 aprile 2019 – “A proposito della selezione della classe dirigente, si parla spesso del fatto che Di Maio non è laureato, diplomato però con 100/100 al liceo classico, e viene chiamato il ‘bibitaro’ pur non avendo mai venduto bibite al San Paolo ma faceva lo steward, ma vorrei capire, il neo-segretario del Pd nonché Presidente della Regione Lazio che non ha mai fatto nessun lavoro che non sia politica, che titolo di studio ha? Perché non ne parlate? Non si sa neanche se è diplomato Zingaretti, a proposito di avere studiato, che cosa ha studiato questo signore? Come mai nessuno ha chiesto a Zingaretti – e sarebbe obbligatorio metterlo nel curriculum visto che è Presidente della Regione Lazio – che titolo di studio ha? Si parla tanto dei titoli di studi di altri, di questo signore non sappiamo neanche se sia diplomato, come mai? […] Pare sia forse un odontotecnico, ha frequentato un istituto per odontotecnici. lo chiameremo come? il dentieraro? Dopo il bibitaro avremo il dentieraro?”. (La7)

marzo 2019 – “Chiacchierano di competenza, di TAV, fanno le pulci sui titoli di studio e i congiuntivi altrui, quando loro eleggono segretario un diplomato odontotecnico che non ha fatto nessun lavoro che non sia politica, e si fanno arrestare un personaggio al giorno. Quello di oggi è Paolo Ruggirello, finito dentro in un’indagine che riguarda pericolosi rapporti con la mafia. Questo è il PD, primarie o meno“. (Facebook)

25 febbraio 2018 – “Il Pd è quello dello scandalo Mose, quello dello scandalo Expo, è quello del sistema De Luca in Campania dove si vede con molta serenità che un signore offre soldi sotto banco a rappresentanti del Pd, come il figlio di De Luca, e di FdI”. (Quinta Colonna)

luglio 2017 “Non ho ben capito, del nuovo organigramma Pd, chi han messo al dipartimento tangenti” (tweet da Giornalettismo).

5 giugno 2015 – “Pd e Pdl si confermano partiti pieni di corrotti e corruttori e il business spaventoso di Mafia Capitale svela quanto cinici e disgustosi fossero i personaggi che parlavano di “morale”, di “etica” e di “solidarietà” a dibattiti e feste dell’Unità. Dimostrano anche quanto inetti siano stati sindaci e presidenti di Regione che hanno scelto assessori e collaboratori tanto squallidi e corrotti, perché selezionare la squadra è responsabilità del sindaco e scegliere male significa essere pienamente colpevoli di un sistema marcio. In questa situazione, un presidente di partito che fa una conferenza stampa accusando un altro partito, come ha fatto ieri Orfini col M5s, è un tale obbrobrio, una schifezza puzzolente talmente evidente, che i primi a volerlo prendere a calci nel cu** dovrebbero essere proprio gli iscritti e i militanti del Pd. Invece, i poveracci in attesa di prebende per sé e per i propri parenti, stanno tutti zitti, e anzi rilanciano le vomitevoli porcate di Orfini. La merda, in confronto a voi, profuma“. (Facebook)