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Attacco alle sedi diplomatiche italiane a Berlino e Barcellona. La scritta “Libertat Cospito” trovata sul muro e la pista anarchica

Incendiata l’auto del primo consigliere in Germania, scritte contro il consolato in Catalogna. I Mossos de Esquadra hanno identificato 5 persone. L’ipotesi a cui lavora l’intelligence è quella dei gruppi di matrice anarchica, mobilitati in queste settimane per la solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto al 41 bis. Tajani: "Fare piena luce". Meloni si dice "preoccupata"

Un’automobile incendiata a Berlino, vetrate rotte e un’opera scultorea imbrattata all’ingresso del consolato di Barcellona. Due attacchi alle sedi diplomatiche italiane sono avvenuti contemporaneamente venerdì nella capitale tedesca e nella seconda città della Spagna. E una comune pista investigativa: l’ipotesi a cui lavora l’intelligence è quella di un collegamento tra questi atti e i gruppi di matrice anarchica, mobilitati in questa settimana per la solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41bis che sta facendo lo sciopero della fame. A Barcellona, infatti, “Libertat Cospito“, “Amnistia totale” e “Stato italiano omicida” sono le scritte ritrovate su un muro della facciata del Consolato generale italiano che ospita un bassorilievo realizzato nel 1976 dal noto scultore catalano Josep Maria Subirachs.

Le due azioni, inoltre, seguono quanto avvenuto ad Atene lo scorso dicembre, quando andò a fuoco l’auto di Susanna Schlein, primo consigliere dell’ambasciata italiana in Grecia e nelle stesse ore, a Torino, sono stati incendi i cavi di una torre-ripetitore in collina. A Berlino, come spiega la Farnesina, “è stata anche incendiata l’auto con targa diplomatica” del primo consigliere dell’ambasciata, Luigi Estero. Nei giorni scorsi – a quanto apprende l’Ansa – gli addetti alla sicurezza dell’ambasciata avevano richiesto alla polizia locale l’innalzamento delle misure di vigilanza dei locali della sede diplomatica. A Barcellona venerdì sera “ignoti hanno infranto la vetrata del palazzo” dove ha sede il consolato italiano “imbrattando una parete dell’ingresso dell’edificio”. Il ministero degli Esteri puntualizza che “le locali forze di polizia hanno effettuato i necessari rilievi scientifici ed investigativi”.

Sull’attacco a Barcellona indagano i Mossos de Esquadra, il corpo di polizia regionale della Catalogna. A quanto apprende l’Adnkronos, hanno identificato cinque persone grazie alle telecamere di sicurezza dell’edificio: i presunti responsabili sono stati fermati e poi rilasciati. La Procura di Roma è in attesa delle informative da Digos e Ros per avviare fascicoli di indagine all’attenzione dei magistrati dell’antiterrorismo. Al momento la pista più accredita è appunto quella legata alla matrice anarchica, così come nell’episodio dell’attentato i danni del primo consigliere dell’ambasciata in Grecia Susanna Schlein e la sua famiglia.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, subito informato, ha ”personalmente e immediatamente contattato l’ambasciata a Berlino e il consolato a Barcellona” per “esprimere la propria solidarietà e ha chiesto che venga fatta al più presto piena luce sulle dinamiche di questi atti criminosi”. E ha inoltre disposto l’avvio immediato delle procedure per la verifica e il rafforzamento delle sedi diplomatiche e del personale impegnato. “Preoccupazione” viene espressa dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per “questi nuovi casi di violenza nei confronti dei nostri funzionari e delle nostre rappresentanze diplomatiche”.

Il 28 gennaio è l’ultimo giorno di una “chiamata internazionale all’azione” lanciata nelle scorse settimane via web sui siti riconducibili alla galassia anarchica per ribadire la solidarietà a Cospito. La campagna, nelle intenzioni dei proponenti, doveva durare dal 22 al 28. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, l’annuncio era stato dato la prima volta in un documento in spagnolo. Sui siti di area, finora, sono comparsi messaggi con la rivendicazione, per il periodo di riferimento, di “attacchi” compiuti a Roma, Milano e Buenos Aires.