Società

Papa Francesco ha parlato di omosessualità nella sua ultima intervista: ecco cos’ha detto davvero

Ieri diversi giornali hanno riportato la notizia di una serie di dichiarazioni di Papa Francesco sull’omosessualità, rilasciate durante un’intervista in spagnolo all’agenzia di stampa americana Associated Press. Riporto qui di seguito la traduzione letterale della trascrizione originale, che si può trovare qui. La riposto qui di seguito per intero perché la stampa italiani ne ha riportati solo stralci, e non sempre fedeli al testo.

Domanda: “C’è un argomento complicato, la criminalizzazione dell’omosessualità. È una questione sempre più discussa, ma sono molti i Paesi [NDT: nel testo si legge parejas, che significa ‘coppia’, forse trascrizione errata di países] che hanno leggi penali contro gli omosessuali e alcuni contemplano addirittura la pena di morte. Anche dove queste leggi non si applicano, le norme contribuiscono a creare un clima di violenza e discriminazione nei confronti della comunità gay e trans. Qual è la posizione della chiesa? Cosa dovrebbe fare la Chiesa? Posto che ci sono vescovi che sostengono queste leggi.”

Papa Francesco: “Sì. Nel catechismo della Chiesa cattolica si dice che le persone con tendenze omosessuali devono essere accolte, non devono essere emarginate, accompagnate se viene dato un posto. Durante il mio viaggio in Brasile e il mio primo viaggio, ho detto quella frase che ha infastidito alcuni, li ha infastiditi. Se c’è una persona che cerca Dio ed è sincera, chi sono io per giudicarla? C’è il Signore.

Nel viaggio in Irlanda l’attenzione qui si è poi rivolta alla lettera di McCarrick, no, di Viganò. La lettera di Viganò [NDT: si riferisce alla lettera del 2018 dell’allora nunzio apostolico Carlo Maria Viganò, che accusava il Papa di aver coperto gli abusi sessuali nella Chiesa]. E questo problema è stato abbandonato. Ma lì sono riuscito a dire che una famiglia che ha un figlio o una figlia con tendenza omosessuale non deve rifiutarli, deve creare un quadro familiare in modo che possano vivere in pace. E la condanna dell’omosessualità viene da lontano.

Oggi, per esempio, penso che ci siano più di 50 Paesi che hanno norme penali e di questi penso che dieci più o meno abbiano la pena di morte. Non lo nominano direttamente, ma dicono ‘quelli che hanno comportamenti contro natura’ [‘aquellos que tienen actitudes antinaturales’], cioè cercano di dirlo in modo nascosto. Ma ci sono Paesi che hanno questa forte tendenza, o almeno culture che hanno questa forte tendenza. Penso che sia ingiusto.

Qui nell’udienza, in realtà ricevo gruppi di persone così. L’ho fatto in generale, vi saluto, gente che viene a gruppi. Una donna che lavora molto con questo, questo è un esempio, voglio dire, è una suora di 80 anni. Suor Geneviève, che è una delle cappellane del circo, vive in una roulotte. Appartengono alle Sorelle di Foucauld, tre di loro vivono lì, nel circo. E lei mi porta, non dico tutti i mercoledì, ma almeno due, tre mercoledì al mese, un gruppo di persone con un prete che lavora anche lì.

Siamo tutti figli di Dio e Dio ci ama così come siamo e con la forza che ognuno di noi lotta per la propria dignità. Essere omosessuali non è un crimine. Non è un crimine. Sì, ma è un peccato. Bene, prima distinguiamo il peccato dal crimine. Ma anche la mancanza di carità verso il prossimo è peccato, e allora?

Voglio dire, l’ho distinto. E i Paesi che hanno la pena di morte sono dieci, 12, credo, ancora, più o meno. Ed è ironico che non dicano mai la parola, parlano di ‘azione disonesta’ o qualcosa del genere [dicen ‘acciones deshonestas’ o algo]. Usano una torsione per dirlo. No, questo è sbagliato. È sbagliato. È molto male. Credo che nessuno debba essere discriminato. A maggior ragione lasciando il problema dell’omosessualità, passiamo ad un altro problema. Non c’è nemmeno bisogno di discriminare il più grande assassino, il più grande truffatore [nel testo picador, forse sta per timador]. Ogni uomo e ogni donna deve avere una finestra nella sua vita dove possa effondere la sua speranza e dove possa vedere la dignità di Dio. Ed essere gay non è un crimine. È una condizione umana [Y ser homosexual no es un delito. Es una condición humana].”

Domanda: “E negli stati che hanno queste leggi, la Chiesa può aiutare ad abrogare queste leggi?”

Francesco: “Sì, sì. Devono, devono. Quello che succede è che sono culture, culture in uno stato, e i vescovi di quel luogo, anche se sono buoni vescovi, fanno parte della cultura e alcuni hanno ancora la testa in quella cultura. O no? Anche il vescovo ha un processo di conversione. Non ho cattive informazioni sui vescovi di quei luoghi, che sono disponibili ad aiutare non solo con questo, ma anche con altri problemi.

Ma tenerezza, per favore, tenerezza, come Dio l’ha con ognuno di noi. Torniamo alle tre categorie di Dio. Dio ha tre atteggiamenti: vicinanza, misericordia e tenerezza. E questi tre bastano, cè tutta la teologia. Chiudi Dio, che è nella mia mano. Un Dio misericordioso che mi perdona tante volte. Un Dio tenero.

Non so se hai visto l’opera pop del figliol prodigo. È di quattro o cinque anni fa. Beh, il figliol prodigo, tutto nella musica pop, è una cosa ben fatta, molto moderna. E finisce con il ragazzo che dice a un amico che gli manca suo padre e che vuole tornare, e lui dice ‘guarda, scrivigli’, ‘ho paura che non mi riceva’, ‘scrivigli , e digli se ti riceve, di mettere un fazzoletto bianco sul balcone di casa’. E l’opera finisce, loro due stanno arrivando. L’amico lo accompagna a trovare il padre e quando si volta vede la casa tutta piena di fazzoletti bianchi. Dio è generoso nella sua misericordia. Il figliol prodigo, ‘ma vestilo, l’anello, tutto’. È finita, è dimenticato. Il padre. Se predicassimo di più su questo e non sulle sciocchezze, cammineremmo meglio.”

Non dubito che per molte persone omosessuali, specie se credenti, queste parole possano generare un sincero sentimento di sollievo. Non siamo però di fronte a una rivoluzione nella Chiesa, che a mio parere avverrà solo quando si verificheranno tutte e quattro le seguenti condizioni:

1. La Chiesa cancellerà i paragrafi del Catechismo (2357 e seguenti) per i quali “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.” Tali paragrafi esprimono una visione biologista e materialista della sessualità, considerata virtuosa solo se “naturale” e generativa, e sporca in tutti gli altri casi.

2. La Chiesa chiederà scusa per aver sollecitato per quasi due millenni le istituzioni dello Stato a punire, discriminare e stigmatizzare le persone LGBTQ+, manipolando volontariamente i testi biblici (Genesi 19 in particolare) per sostenere che il mondo sarebbe stato disintegrato se i governi non avessero punito gli omosessuali con le più atroci torture. Dovrebbe anche chiedere scusa per l’osceno trattamento riservato in passato ai credenti affetti da Hiv.

3. La Chiesa cesserà di intromettersi nelle legislazioni degli Stati e nelle decisioni dei governi, imponendo a questi di violare sistematicamente i diritti fondamentali delle persone.

4. La Chiesa consentirà ufficialmente ai preti di benedire le coppie gay che desiderano ricevere tale benedizione, cessando una volta per tutte di escluderle come invece avviene oggi.

Quando Papa Francesco dice che non si devono criminalizzare né punire gli omosessuali dice qualcosa che evidentemente esula dalla sua competenza, perché criminalizzare e punire sono funzioni dello Stato, non della Chiesa. Dunque, dice un’ovvietà. Non dice neppure qualcosa di nuovo quando afferma che l’omosessualità – ma sarebbe meglio dire la relazione omosessuale – è peccato. Lo sapevamo già, grazie. È, molto semplicemente, una non-notizia.