Fatti a motore

Ford, la mobilità elettrica ridisegna il business nel vecchio continente del colosso americano

La transizione verso l'elettrone sta spingendo l'Ovale Blu a spostare le attività di sviluppo negli Stati Uniti e a riconvertire alcuni stabilimenti di produzione continentali. Previsto il taglio di 3.200 posti di lavoro in Europa

Le conseguenze della “rivoluzione elettrica” si fanno sentire in casa Ford, alle prese con un riorganizzazione strategica nel Vecchio Continente: l’azienda americana si prepara a tagliare 3.200 posti di lavoro in Europa, per la maggior parte in Germania, e a spostare parte delle attività di sviluppo negli Stati Uniti.

Una fase di ridimensionamento iniziata nel 2018 con la dismissione della fabbrica francese di Blanquefort e proseguita nel 2019 con l’annuncio della chiusura dell’impianto di Bridgend, in Galles, e l’addio agli stabilimenti russi di Vsevolozhsk, Naberezhnye Chelny e Yelabuga. Nel 2025, invece, a chiudere i battenti sarà del sito tedesco di Saarlouis: secondo il Wall Street Journal, peraltro, Ford starebbe in trattativa per cederlo ai cinesi della BYD, a cui la rete produttiva europea del colosso americano farebbe assai gola.

Ma il riposizionamento dell’Ovale Blu potrebbe interessare pure gli impianti di Valencia (Spagna) e Colonia (Germania), per i quali è stata preannunciata una ristrutturazione di “ampiezza significativa”. Proprio a Colonia, Ford sta portando avanti un piano di investimenti da 2 miliardi di euro per riconvertire la fabbrica alle attività di produzione di vetture elettriche, trasformandola nel centro europeo per le batterie: almeno due dei sette modelli a elettroni per l’Europa (con cinque da lanciare nei prossimi 18 mesi) dovrebbero uscire delle linee della fabbrica tedesca.

Nella città renana i dipendenti della Ford erano quasi 18 mila tre anni fa, ma oggi la forza lavoro è scesa a circa 14 mila persone, di cui 3.800 impiegate presso il centro sviluppo sito nel quartiere di Merkenich. E il consiglio di fabbrica ha annunciato che potrebbero esserci altre sforbiciate. Secondo Ford, la transizione alla mobilità elettrica richiede “cambiamenti significativi al modo in cui progettiamo, costruiamo e vendiamo i veicoli” e influisce “sulla struttura organizzativa e sulle competenze di cui avremo bisogno in futuro”.

Vittime illustri del passaggio all’elettromobilità anche modelli iconici, che hanno fatto la storia di Ford in Europa: “Non abbiamo piani per una Fiesta e una Focus elettriche”, ha dichiarato in un’intervista a Quattroruote Martin Sander, general manager della nuova business unit “Ford model e” in Europa: “Del resto, il mercato sta cambiando e i giorni delle berline e delle station sono finiti: il loro peso commerciale, infatti, si è ridotto di anno in anno. Così abbiamo preso la decisione di offrire formati differenti, design differenti”. Oltre che alimentazioni differenti.