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Germania, tagli a incentivi e rincari energia. Vdik: “EV meno attraenti per i consumatori”

Col nuovo anno il sussidio statale è sceso da 6.000 a 4.500 euro per vetture elettriche con prezzo di listino fino a 40 mila euro e da 5 a 3 mila euro per quelle con listino fino a 65 mila euro. L'associazione dei costruttori stranieri avverte: "La mobilità individuale sta diventando sempre più costosa per molte persone, il governo federale dovrebbe utilizzare il prossimo anno per riequilibrare il quadro finanziario per i sistemi di propulsione alternativi"

Auto elettriche? Col nuovo anno, in Germania sono diventate meno accessibili e poco attraenti per i consumatori. Lo suggerisce la Vdik (Verband der internationalen Kraftfahrzeughersteller), l’associazione tedesca dei costruttori esteri, che punta il dito al taglio degli incentivi governativi deciso da Berlino – col 2023 il bonus all’acquisto scende da 6.000 a 4.500 euro per le elettriche con prezzo di listino fino a 40 mila euro; e da 5 a 3 mila euro per quelle con listino fino a 65 mila euro – e al rincaro delle tariffe per l’elettricità che sta investendo tutta Europa.

“Il nuovo anno pone i clienti tedeschi di fronte a costi più elevati per le auto alla spina”, avverte il presidente della Vdik, Reinhard Zirpel: “Il taglio dei sussidi statali all’acquisto di veicoli elettrici è arrivato nel momento peggiore possibile. Con l’aumento dei prezzi dell’elettricità e il calo dei sussidi, le elettriche rischiano di diventare complessivamente meno attraenti”. Nonostante questo, secondo l’associazione, a fronte di un mercato che si stima in crescita del 6% del 2023, a 2,75 milioni di immatricolazioni, per le elettriche si dovrebbe arrivare a quota 500 mila nuove registrazioni, pari a un +22%. Più cauto Ferdinand Dudenhöffer del Center for Automotive Research, che suggerisce che per le vetture a batteria non si andrà oltre le 390 mila immatricolazioni.

La Vdik lancia inoltre un altro avvertimento: “A causa del passaggio a trazioni alternative, la mobilità individuale sta diventando sempre più costosa per molte persone. L’industria e la politica devono quindi lavorare insieme per garantire che questa rimanga accessibile anche nell’era della mobilità elettrica. Il governo federale dovrebbe utilizzare il prossimo anno per riequilibrare il quadro finanziario per i sistemi di propulsione alternativi”.

Ma a remare contro una mobilità individuale accessibile alla massa sarebbero pure le nuove norme di omologazione Euro 7, molto stringenti: queste ultime rischiano di essere una scure per le auto termiche a basso impatto ambientale più piccole ed economiche, non più economicamente sostenibili da produrre per i costruttori. L’adattamento delle suddette automobili alle nuove norme rischia di “far diventare troppo costosa la produzione di piccoli veicoli con motore a combustione. A pagarne le conseguenze saranno le persone che utilizzano tali veicoli per organizzare la propria mobilità quotidiana in modo efficiente in termini di costi ed emissioni”.