Musica

Alice su Franco Battiato: “Se non lo avessi incontrato forse avrei smesso di cantare. Si definiva ‘uomo-musica’, era unico”

“Eri con me” è un piccolo gioiellino della discografia italiana contemporanea. Un album tributo a Franco Battiato, cesellato dalla voce di una delle sue artiste più amate: Alice. Insieme i due artisti hanno percorso 40 anni di carriera, scambiandosi parole, musica, esperienze di vita per una amicizia unica e solida

Lo cita spesso e lo chiama semplicemente “Franco”, con una dolcezza intima riservata solo a chi si è voluto bene veramente. Così Alice ha presentato il suo progetto discografico “Eri con me”, disponibile solo in formato fisico e poi da gennaio 2023 sulle piattaforme digitali. Un tributo commosso ad alcune delle opere della discografia preziosa di Franco Battiato. Canzoni già eseguite nel tour a lui dedicato, iniziato nel 2020, ed altre mai incise o rese pubbliche. Sedici canzoni registrate in studio con Carlo Guaitoli (al pianoforte e alla direzione musicale) e I Solisti Filarmonici Italiani, che in alcuni casi toccano le corde più profonde dell’animo umano, complice l’eleganza della voce e del portamento di una artista come Alice. Questo progetto vede le sue radici nella collaborazione artistica tra la cantante e Franco Battiato iniziata nel 1980 con il singolo “Il vento caldo dell’estate” e insieme hanno percorso quasi 40 anni di musica.

Cosa rappresenta per lei “Eri con me”?
Il titolo dice tutto. Le sedici canzoni di questo disco sono il frutto di un percorso iniziato molto tempo fa, dal 1980, da quando Franco ed io abbiamo iniziato la nostra collaborazione artistica. In varie fasi della mia carriera mi sono sempre ricollegata a lui artisticamente, con il piacere e desiderio di cantare alcune sue canzoni. Naturalmente ho cantato tutto perché il suo repertorio è meraviglioso ed enorme. Scelgo in base a quel che sento di poter aderire pienamente, anche in relazione a quel che sono i miei limiti e le mie possibilità canore.

Porta in tour dal 2020 i brani di Battiato. Qual è il suo bilancio?
Ho fatto 90 concerti, sino ad ora, perché il mio desiderio era quello di essere strumento di ciò che Franco ha trasmesso musicalmente e ciò che ha veicolato. Questo per me è fondamentale: ciò che Franco ci ha lasciato è un bene prezioso che va innaffiato, alimentato e tenuto sempre vivo per quanto non ce ne sarebbe bisogno. Ci sono i suoi dischi, i suoi film, i suoi quadri a testimoniare quello che era il suo pensiero e la sua cultura. Si definiva “uomo-musica”. Era unico.

Che importanza hanno per lei i brani scelti di questo disco?
Per me queste canzoni sono state scelte con un senso di aderenza totale a quello che mi stavo accingendo a trasmettere. Spero di esserci riuscita, cercando di conoscere ancora di più Franco più di quanto non lo conoscessi, cantando le sue parole per oltre due anni. Di volta in volta ho colto nelle sue parole, diverse sfumature…

Come le sembra la società di oggi?
Le persone hanno bisogno di essere nutrite ad un altro livello. Siamo schiacciati da un mondo che ci prosciuga e che alimenta la violenza, la rabbia, concentrandosi sul bene per sé, dimenticandosi degli altri. Mi viene in mente una frase: tutto il dolore di questo mondo deriva dal desiderio di voglia per sé, tutta la gioia di questo mondo deriva dal desiderio di gioia per gli altri.

Perché siamo arrivati a questo punto?
L’essere umano ha fatto dei progressi straordinari – dalla scienza alla tecnologia -, su altri piani purtroppo siamo ancora indietro e quello che Franco ha portato costantemente è la qualità della conoscenza e l’esperienza… Di quanto sia importante lo spirito oltre che il materiale.

Qual è il male della nostra società odierna?
Siamo spinti da un desiderio individuale e viviamo in una società che alimenta l’orizzontale. Procediamo con fatica perché ci sono forze esterne ancora più grandi rispetto alla nostra fiammella interiore che arde e si manifesta.

Cosa la colpisce?
Mi colpiscono sempre di più i suicidi di ragazzi giovanissimi e mi tocca profondamente perché vuol dire che la nostra società non è in grado di alimentare la vera natura dell’essere umano. Siamo tutti davanti ad un muro legato alla vita quotidiana, quando ormai è difficile trovare pure spazi per sé stessi dopo che si torna a casa consumati da ore davanti al computer, prosciugati da ogni energia. Stanchi anche di esprimere un pensiero autonomo.

Tra i brani del disco non poteva mancare “Povera Patria”. Scritta nel 1991 è ancora attuale. Come vede la nostra Italia?
Ci sarà speranza del cambiamento solo quando ci sarà un desiderio consapevole del cambiamento. Se prima non c’è questo – a livello individuale e anche nei politici che di volta in volta si alternano per governare l’Italia – non accadrà nulla. È anche un discorso che va oltre: non c’è cambiamento che auspichiamo, se prima non cambiano noi stessi.

“La cura” è l’inno all’amore assoluto. Si ricorda la prima volta che l’ha ascoltata?
L’ascoltai al telefono. Franco a volte mi chiamava per farmi ascoltare le canzoni in anteprima. Mi commosse subito. Era un provino, ma era già una canzone perfetta. Gli dissi semplicemente ‘hai fatto un capolavoro’.

Cosa la impressionò di quel testo?
L’amore di cui parla Franco è quello che un essere umano può provare sul piano superiore, spirituale. L’ amore è una parola a cui ognuno di noi dà un significato in base alla propria esperienza e al proprio sentire. Franco ci insegna che l’amore copre diversi piani esistenziali. Lui stesso ha trasmesso amore a vari livelli, ma soprattutto a livello impersonale e quindi a livello più elevato. Non usava la parola amore, tranne in casi rari come è accaduto in ‘Le nostre anime’.

Qual è la cosa che la colpiva di Battiato, dal punto di vista umano?
La sofferenza che lui non ha mai manifestato. Se gli chiedevi ‘come stai?’ , ti rispondeva ‘benissimo!’ anche nei momenti in cui soffriva. Come quando si è rotto il femore ed era evidente che aveva qualche sofferenza, ma lui non lo mostrava. Mai.

Qual è il suo bilancio artistico e personale?
Sono stupita di quanto la vita mi abbia dato. Non avrei mai immaginato di poter vivere dal punto di vista musicale e discograficamente così a lungo. Ho vissuto un qualcosa di straordinario e, anche, molto faticoso, ma ho avuto aiutanti straordinari. Da sola non sarei arrivata da nessuna parte.

Quanto Battiato ha inciso nel suo percorso?
Tantissimo. Prima di incontrare Franco probabilmente avrei smesso di cantare perché ci avevo già provato 2 volte, non riuscendo a realizzare quel che desideravo.

Avrebbe avuto davvero il coraggio di mollare la sua carriera artistica?
Non ho mai avuto paura delle decisioni drastiche, anche quando andavo contro tutto e tutti. Non ho mai cantato brani a cui non aderivo pienamente o che erano distanti dal mio mondo.