Musica

Coma Cose: “Ci siamo separati per un mese, ma non per una crepa sentimentale, il rischio era che ci parlassimo solo da collaboratori. Oggi siamo più liberi”

Il duo che ha conquistato il Festival di Sanremo nel 2021 con “Fiamme negli occhi”, torna con l'album “um meraviglioso modo di salvarsi”. Un inno alla libertà, alla rinascita ma con riferimenti anche all'attualità e alla politica: “Ne parliamo come una coppia, cerchiamo di non farlo in maniera demagogica”, hanno detto Francesca e Fausto

Resettare tutto, allontanarsi non solo fisicamente, ma anche dai social per poi tornare con tante più cose da dirsi. Una normale dinamica di coppia che però riguarda anche i Coma Cose. Francesca Mesiano e Fausto Lama, alias Fausto Zanardelli, che hanno conquistato la grande platea del Festival di Sanremo nel 2021 con “Fiamme negli occhi”, hanno pubblicato l’album “Un meraviglioso modo di salvarsi”. Il tour toccherà i principali club italiani da marzo 2023 con anche due speciali date a Parigi e Londra. “Questo album ha un respiro sociale – hanno dichiarato -. Dopo Sanremo ci siamo resi conto di essere rimasti spaesati, un po’ anche per ingenuità. Così passato quel periodo ci siamo chiesti cosa dovessimo essere e cosa saremmo stati perché volevamo riappropriarci della nostra identità più intima. Eravamo mossi dalla voglia di tutti i giorni di capirsi e accettarsi”.

Come è nata questa consapevolezza?
Da una separazione fisica e dall’allontanamento dai social.

E come è accaduto?
Volevamo riflettere bene su di noi e non solo. Ma nn parliamo di crepa sentimentale, il rischio era che ci parlassimo solo da collaboratori. Così abbiamo deciso di allontanarci per un mesetto e siamo andati nei nostri rispettivi paesi d’origine. Poi siamo ‘spariti’ anche dai social. Eravamo anche mossi da motivi artistici e di creazione perché se si è inondati da input, messaggi e video è difficile mettersi a fuoco.

Siete riusciti a rimanere lontani dai social?
Sì per sei mesi. Quando è stato come quando smetti di fumare e qualcuno accende una sigaretta davanti a te, un misto di tentazione ma anche fastidio.

I primi tre brani del disco hanno un chiaro messaggio politico: il singolo ‘Chiamami’ parla di guerra, ‘Odio i motori’ dell’ambiente e “Transistor” della tecnologia e l’avidità. È voluto?
Non è un caso. La libertà scopre il vaso di pandora degli aspetti etico e sociali della nostra società. Non ci sono invettive e non c’è nulla di demagogico. Noi sentivamo il bisogno di parlare – nel nostro piccolo – di quello che viviamo e anche di quello che ci circonda. Proprio come tutte le coppie. Siamo rimasti scioccati comunque come ‘Chiamami’, scritta prima della guerra in Ucraina sia ancora attuale.

C’è qualcosa che non avete raccontato in questo disco?
La nostra separazione. C’è una canzone molto bella, rimasta fuori dal disco.

Pensate di portarla al prossimo Festival di Sanremo 2023?
Non lo sappiamo ancora (ridono, ndr).