Calcio

Domeniche Bestiali – Ruba il microfono allo speaker e urla “fenomeno” all’arbitro. Parla il presidente del Vado: “Lo rifarei”

La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa

“Se mi guardo allo specchio, alla mia età (non lo dica eh: sono 76 anni) mi dico che quel gesto non va bene per un presidente…però non sono pentito, lo rifarei: ho sempre detto quello che penso”. Franco Tarabotto è uno di quelli che, se Domeniche Bestiali fosse una discoteca, avrebbe la tessera del privè: ma siccome questa rubrica e il privè di una discoteca sono come un rave party e Piantedosi niente tessere, ci dispiace.

Presidente del Vado, gloriosa società ligure oggi in Serie D ma che ha vinto la prima edizione della Coppa Italia nel 1922, l’età (non) l’ha detta lui, Tarabotto si è beccato mille euro di multa dopo la prodezza compiuta dopo la gara casalinga contro il Vigorna: un derby. Dopo tre espulsioni di suoi calciatori, ritenute evidentemente ingenerose, il patron è andato dallo speaker, gli ha tolto il microfono e ha iniziato a urlare dall’impianto dello stadio “Complimenti arbitro, sei un fenomeno”. E dunque, mille euro di multa per “aver diffuso attraverso l’altoparlante dello stadio un’espressione ingiuriosa all’indirizzo della terna arbitrale e per avere i propri sostenitori rivolto insulti all’arbitro al temine della gara”.

Poteva andare peggio, e Tarabotto lo sa: “Non mi hanno squalificato? È vero, evidentemente hanno capito che qualcosa l’arbitro deve aver combinato. Io poi mica l’ho insultato o incitato alla violenza contro di lui? Sia mai! Non sono tipo da fare queste cose. Ho criticato un atteggiamento che purtroppo oggi qualche arbitro ha: una supponenza che diventa quasi dispettosa, irridente, volta a prendere in giro chi si ha di fronte. Insomma: secondo me ha fatto il fenomeno, e io fenomeno l’ho chiamato, niente violenza, niente insulti indicibili”.

Pentimento sì, anche se, come detto, lo rifarebbe: “Io sono un presidente per tutto: per i contratti, per le carte, per le decisioni…durante le due ore della partita però non sono più presidente e mi trasformo in un tifoso come tutti gli altri. Un presidente non si comporta così? È vero, e so benissimo che l’arbitro è un essere umano e come tale può sbagliare: se infatti fosse venuto da noi a dire ‘Guardate, sbagliano tutti, posso sbagliare anche io’, sarebbe finita là. Così non è stato e ho preso i microfoni incitando il pubblico ad applaudirlo ironicamente. Lo rifarei”.

Anche se come speaker, a risentirlo nei video che sono spuntati online, Tarabotto non sembra granché. E contro gli arbitri giura di non avercela: “Macché, si figuri che sono anche contro il Var: è un gioco e ci sta l’errore da parte di tutti, troppa tecnologia rende il calcio qualcos’altro. In quel momento ripeto, ho fatto il tifoso perché il mio Vado è un gioiellino e stavo soffrendo per un trattamento ingiusto: poi sono anche tifoso del Genoa, quindi sono nato e cresciuto soffrendo in pratica”. Però prima di “intervenire” durante Vado-Ligorna, Tarabotto ha verificato il funzionamento dell’impianto, con un “Pronto Pronto Pronto” che da un lato fa molto “old style”, dall’altro lascia intuire che quel microfono potesse fare scherzi: “Infatti ho anche messo i soldi per farlo mettere a posto…che non si sa mai”. Toccasse di nuovo riprenderlo, chissà.