Viaggi

La costa keniota, meraviglie con vista sull’Oceano Indiano

5 destinazioni, dalla popolosa Malindi alla sacra Chale, per scoprire il Kenya all’insegna delle sue spiagge (con alcune incursioni nell’entroterra)

Non solo Malindi. Quando si parla della costa del Kenya, potremmo quasi inserire questa descrizione per anticipare un viaggio che, spostandosi da nord verso sud, tocca alcune delle più belle spiagge del paese africano.

Raggiungere il paese, peraltro, è ancora più facile e comodo con Neos, la compagnia aerea del Gruppo Alpitour che oggi collega Italia e Kenya con i nuovissimi Boeing 787, velivoli dotati di ogni genere di comfort per un’esperienza di viaggio unica sin dalla partenza.

Sono infatti molte le località che, complice uno sviluppo turistico fatto di resort immersi e quasi confusi nella natura selvaggia, possono vantarsi di ospitare i viaggiatori al 100% delle loro possibilità, scoprendo un palcoscenico naturale di meraviglia. Non resta che scegliere il mood della vacanza: divertimento illimitato nei Villaggi Bravo o l’eleganza di un soggiorno Francorosso.

Temperature dell’aria di 25 °C, che arrivano a 28 °C per le acque dell’Oceano Indiano, un mare dalla bellezza emozionante, ma anche i colori dei tessuti tradizionali e la possibilità di un safari: insomma, non vi è venuto già il mal d’Africa?

Chale Island e la baia di Msambweni

La popolazione Kijikenda, uno dei popoli indigeni del Kenya, si riunisce nella zona costiera del paese per celebrare i boschi sacri, detti Kaya. Il promontorio di Chale Island è uno di questi, un luogo protetto – e non potrebbe essere altrimenti – che disegna un piccolo punto esclamativo verde nella baia di Msambweni.

Quello che anticamente era un luogo deputato ai lebbrosari, oggi è tra le più apprezzate destinazioni balneari del Kenya del sud: insieme alla pesca, alla coltivazione delle palme da cocco e degli anacardi, la località merita sicuramente il viaggio. Scenario ideale per godersi qualche giorno di puro relax, con resort costruiti secondo le architetture tradizionali, foreste di mangrovie, spiagge candide. Insomma, un luogo riparato e protetto, dove concedersi l’esplorazione di un paese davvero speciale.

Diani, lo stupore della sabbia bianchissima

35 chilometri a sud di Mombasa, nella contea di Kwale, la spiaggia di Diani sembra essere uscita dalla fantasia di una intelligenza artificiale alla ricerca della perfezione di una “spiaggia bianca con palme”. Perché è esattamente questo, in tutta la sua iconica semplicità, il paesaggio che vi troverete davanti: una lunga distesa di sabbia bianca, ma bianca davvero, che affaccia su un tratto di costa protetto (il Diani Chale Marine National Reserve) e sul quale insistono numerosi resort, costruiti strategicamente qui per permettere ai turisti di tuffarsi in una delle più belle spiagge del Kenya.

Nuotare e camminare per chilometri e chilometri, spostandosi poi da Diani verso Chale Beach, dove uno sperone roccioso con un piccolo albero emerge dalla spiaggia, simbolo della resilienza naturale, oppure verso nord in direzione del delta di Ras Mwachema, tra ville con piscina e moschee che compaiono all’orizzonte. Un paesaggio che ha un solo aggettivo giusto: sorprendente.

Mombasa, una metropoli tradizionale

L’isola di guerra che non è mai stata così pacifica. Contesa un tempo da popoli di ogni provenienza, oggi le uniche sfide a Mombasa sono quelle tra i turisti, che vogliono accaparrarsi la soluzione di viaggio e di soggiorno migliore, così come la possibilità di scoprirne i monumenti e le antiche architetture, misto tra stile coloniale frutto della dominazione portoghese e lo stile islamico che è prevalente tra moschee e palazzi.

Un po’ Lisbona, un po’ Dubai: Mombasa non è una città lineare, ma di forti contrasti, iconici nella visita alle case con balconi aggettanti della Old Town, fino alla semplicità delle sue spiagge e lagune, luoghi fatti per carpire momenti di serenità e pace.

Rispetto alla imponente Nairobi, che oltre ad essere capitale la precede nella classifica delle città keniote più popolate, Mombasa ha conservato un ritmo vitale più lento, ideale per scoprirne i siti monumentali come il Fort Jesus (forte militare portoghese di fine ‘500) o il Mackinnon Market, mercato centrale dove assaporare le specialità del posto e confondersi tra la popolazione locale nel contrattare il prezzo migliore.

Watamu, tra oceano e savana

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Cantava così Sergio Endrigo, e chissà se nelle parole della sua romantica canzone abbia immaginato per una volta soltanto di trovarsi a Watamu, la spiaggia solitaria del Kenya. Un luogo dove le parole relax, silenzio, natura incontaminata sono dei veri e propri mantra da ripetere quotidianamente. Cinquanta sfumature di azzurro si palesano davanti agli occhi, che necessariamente si spalancano davanti a questa congiunzione tra il colore del cielo e quello del mare. Un fondale facilmente accessibile per metri e metri, sul quale insistono – come un abbraccio protettivo – parchi e riserve naturali, tra cui il Watamu Marine National Park and Reserve, fondato allo scopo di tutelare la biodiversità floro-faunistica di questo tratto di Oceano Indiano. Tartarughe, squali balena, marlin, fino all’incredibile pesce vela: fare snorkeling a Watamu è tanto soddisfacente quanto stare a riva, su una sabbia candida, ad abbronzarsi fuori stagione.

Malindi, kitesurf e mare all’italiana

Per noi italiani, Malindi è un nome che siamo abituati a sentire abbastanza spesso, anche grazie ai VIP che da anni ormai la scelgono per le loro vacanze. La spiaggia, a metà strada tra Mombasa e Mpeketoni, non è di quelle che lasciano indifferenti: tratti di costa sabbiosa e bassa si alternano infatti a scogliere rocciose, faraglioni e veri e propri tratti che emergono per decine di metri dalle acque, con fari di segnalazione e piattaforme panoramiche. Una delle più belle spiagge del Kenya è però solo l’introduzione a un entroterra davvero ricco: la città di Malindi conserva abitudini e tradizioni nel suo centro storico, mentre spostandosi verso nord il Parco di Tsavo o la Hell’s Kitchen (un canyon di rocce rosse) sono, insieme alla città antica di Gede, monumenti a un passato che è stato protetto con attenzione.