Diritti

Caro bollette, è urgente bloccare gli sfratti e investire sulle comunità energetiche

Da lunedì 10 ottobre 2022, parte in Italia la XI° mobilitazione nazionale “Ottobre Sfratti Zero”, lanciata circa venti anni fa dall’Alleanza Internazionale degli Abitanti a livello mondiale, e promossa in Italia dal 2012 dall’Unione Inquilini. Si svolgeranno iniziative in numerose città, tra queste Roma, Milano, Bologna, Sesto San Giovanni, Torino, Civitavecchia, Ladispoli, Livorno, Padova, Matera etc.

Una mobilitazione che avviene in un contesto dove la guerra e la speculazione stanno provocando una rincorsa folle dei prezzi dei prodotti energetici che tracima, in bollette energetiche insostenibili e aumenti incontrollati sui generi di prima necessità, a partire dalla spesa alimentare. Una corsa truccata, in cui i prezzi schizzano mentre salari e pensioni rimangono al palo. Una spirale perversa che si abbatte sui più indifesi e i più poveri, che colpisce in maniera tremenda, in particolare le famiglie in affitto e in tale ambito le 900.000 famiglie in povertà assoluta che conducono una casa in locazione.

Come se già non bastassero i 150mila sfatti per morosità incolpevole in esecuzione derivante dalle sentenze emesse e non eseguite dal 2019 ad oggi, nonché le 650mila famiglie in vana attesa di una casa popolare, ora arriva lo tsunami di aumenti dei costi energetici per l’abitazione, assolutamente insostenibili e che inevitabilmente si tradurranno in aumento della morosità e nuovi sfratti, se l’alternativa sarà: pagare le bollette di luce o gas o pagare l’affitto.

Da più parti si sollecita il nuovo governo ad intervenire immediatamente.

Se oggi un intervento che riduca gli aumenti delle bollette energetiche a impatti sostenibili è nell’immediato un intervento indispensabile questo non può e non deve avvenire con un aumento del debito pubblico, che comunque ricadrebbe su lavoratori e pensionati, ma attraverso la necessaria tassazione degli extra profitti che come detto più volte anche dal ministro della Transizione ecologica derivano da pura speculazione.
E’ necessario, altresì, che vengano impediti i distacchi per mancato pagamento delle utenze, serve una moratoria degli sfratti per morosità incolpevole.

Servono misure strutturali: ad esempio è necessario disaccoppiare la determinazione del prezzo dell’elettricità dal gas, serve eliminare l’Iva sulle bollette, così come le altre voci improprie, contrastare la speculazione, prorogare il mercato tutelato, ripubblicizzare i servizi elettrico ed energetico. Ma anche questo potrebbe non bastare. La politica dei bonus ha il fiato corto e non tocca i meccanismi della speculazione.

Oggi siamo chiamati a dare carattere strutturale alla conversione ecologica per impedire che la crisi energetica, e i suoi costi, che certo non si esaurisce da qui a pochi mesi, ma purtroppo perdurerà per anni, dia fiato alle proposte di riapertura delle centrali a carbone a tempo indeterminato, ai rigassificatori e persino alle proposte di realizzare nuove centrali nucleari mentre in Italia non sappiamo ancora dove mettere le scorie delle centrali nucleari chiuse per volere popolare.

Ecco perché il tema di una conversione ecologica che si fondi su una progettualità che renda le famiglie autonome e indipendenti, affrancandosi dalla dipendenza energetica che fluttua su speculazioni, rispetto ai consumi energetici, è oggi un tema ineludibile che si affronta anche attraverso la costruzione di ampie comunità energetiche solidali, come coalizione di utenti che producono, consumano e gestiscono l’energia da fonti rinnovabili, prodotta in impianti locali. Attraverso l’attuazione di programma che abbia come primo obiettivo, lanciato anche dai giovani del Friday for Future, di almeno 10 GW in ogni comune, entro il 2030 attraverso le comunità energetiche solidali.

Unione Inquilini propone che i comparti delle case popolari in Italia, spesso ubicati nelle periferie diventino l’avamposto di un progetto nazionale di conversione ecologica per l’autonomia, indipendenza e uguaglianza energetica, nonché per l’abbattimento strutturale dei costi energetici, basato sulla creazione di ampie e partecipate comunità energetiche solidali.

Il governo, i comuni, le regioni, gli enti gestori di edilizia residenziale pubblica sono chiamati a sostenere un progetto nazionale che preveda il sostegno, attraverso finanziamenti adeguati e semplificazioni, alla nascita di comunità energetiche per le 900.000 case popolari nei quartieri dove insistono come proposta strutturale. Comunità energetiche solidali aperte anche agli abitanti e commercianti dei quartieri periferici dove insistono e in quelli limitrofi.