Economia & Lobby

Novara, tragedia sfiorata: crolla una parte di cavalcavia. La rete stradale si sta sbriciolando

La rete stradale si sbriciola sempre più.

Una nuova tragedia sfiorata sulla rete nazionale ripropone con forza il tema della sicurezza stradale e della sua inefficienza. Salva l’automobilista che, nella mattinata del 9 ottobre, era alla guida di un mezzo e stava attraversando un cavalcavia a Novara, quando si è aperta una voragine. L’auto fortunatamente si è incastrata contro il guard rail. Il traffico è stato deviato, provocando lunghe code sulle strade adiacenti ad est della città.

Nel 2015, proprio su questo cavalcavia, erano stati realizzati interventi di ripristino e messa in sicurezza. Ora ci si chiede che intervento sia stato fatto, vista la crepa che si è aperta la scorsa domenica.

Sul fronte delle manutenzioni ci aspettano tempi bui a causa delle pessime gestioni di Anas, delle concessionarie autostradali e delle province. A ciò si aggiunge la carenza di risorse pubbliche, destinate spesso a grandi opere di dubbia utilità. La Confindustria continua a puntare sulle grandi opere, come il tunnel dell’alta velocità in Val Susa e nuove autostrade, nonostante la Banca d’Italia avesse detto che i vincoli di capacità e le inefficienze molto più stringenti non fossero nel settore stradale o ferroviario, ma in altri settori a rete, quali quello elettrico, del gas o delle telecomunicazioni.

Ci sarebbe invece da rendere prioritari interventi meno onerosi, che potrebbero migliorare la funzionalità e la sicurezza della rete stradale attraverso l’adozione di un piano quinquennale della manutenzione. Invece si sta completando una delle autostrade più inutili, l’Asti-Cuneo (sui costi stendiamo un velo pietoso) e, in programma, la Cispadana, la Tirreno Brennero o la Pedemontana lombarda. Si sono invece avviati i lavori dell’autostrada della Valtrompia (Bs) che consiste in 10 km di rete, di cui 8 in galleria per una spesa di 200 milioni di euro. Il paradosso è che, a pochi km di distanza, proprio in questi giorni dal ponte della vicina strada provinciale Sp 19 sono caduti dei calcinacci. Già nel 2017 il ponte aveva mostrato dei cedimenti, tanto che era stata vietata temporaneamente la circolazione dei Tir e imposto il limite dei 50 chilometri all’ora.

Una decisione simile è stata presa anche oggi: sul ponte si circola infatti a una velocità massima di 30km/h, con un restringimento della carreggiata. Da una parte le vecchie infrastrutture stradali necessiterebbero di importanti interventi manutentivi, dall’altra si va avanti a consumare suolo e a cementificare inutilmente il territorio.

Servirebbero invece asfalti drenanti, copertura delle buche, nuova segnaletica verticale ed orizzontale che renderebbe le strade più adeguate agli standard di sicurezza per i traffici veicolari di persone e merci. Con piccole spese diffuse sul territorio, il moltiplicatore occupazionale sarebbe doppio. Proseguono invece, sulla rete stradale nazionale, gli incidenti stradali che suonano come pesanti campanelli d’allarme.