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Scampia, dove il Reddito è anche un argine ai clan: “La ‘tessera gialla’ ha tolto persone dallo spaccio. Qui o si campa d’aria o di criminalità” – video

“Sono vedova, ho 56 anni, mio marito era ambulante e non ho una pensione. Se mi tolgono il reddito di cittadinanza io come faccio?”. La paura di perdere l’unico mezzo di sostentamento si legge negli occhi di chi con la ‘tessera gialla’ ha ritrovato un minimo di dignità. Come Anna, la sua ‘ricarica’ come la chiamano da queste parti, ammonta a 680 euro. “Soldi che spendo per l’affitto e per la spesa – racconta a ilfattoquotidiano.it – ho una figlia che vive fuori e con quello che guadagna non mi può dare una mano”. La sua storia è identica a quella di migliaia di persone. E’ la Scampia post voto. Quella che si presenta con due facce della stessa miseria. Da un lato ci sono i percettori del reddito di cittadinanza che temono l’abolizione della misura, come già paventato in campagna elettorale dal nuovo Governo di centrodestra, dall’altro ci sono gli ex percettori. Per loro l’incubo di perdere il sussidio è già realtà non per le scelte che farà il futuro Governo Meloni, ma per le modifiche inserite nella legge di bilancio dall’esecutivo Draghi approvate a dicembre 2021.

“Il reddito di cittadinanza in 3 anni ha tolto più gente alle piazze di spaccio che la magistratura in 40 anni di blitz – racconta Ciro Corona, presidente dell’associazione (R)esistenza che coordina detenuti ed ex detenuti impegnati in lavori di pubblica utilità – nel giro di qualche mese però per effetto delle modifiche introdotte, nella mia associazione lo hanno perso tutti, perché viene fatto decadere nel momento in cui ci si trova di fronte una persona che abbia commesso reati penali nei 10 anni precedenti. Ma il Reddito c’è solo da tre anni – prosegue Corona – è ovvio che questa modifica tagli fuori tutte quelle persone che nel recente passato hanno avuto problemi con la giustizia e che però avevano deciso di cambiare vita. Il rdc per queste persone rappresentava la possibilità di non delinquere in attesa di trovare un vero lavoro”.

Più che di una modifica, in realtà, si tratta dell’applicazione di una regola già interna al decreto del 2019. Da giugno, infatti, si è esteso il meccanismo dei controlli sul Reddito di cittadinanza, ed è stato reso operativo il protocollo tra Inps e ministero della Giustizia per lo scambio di informazioni utili alle verifiche.

Controlli introdotti per arginare casi clamorosi come il reddito accreditato a mogli di boss e capizona, affiliati ancora in ‘carriera’ o ad altre persone che lo ricevevano in maniera fraudolenta. E non sono pochi quelli individuati, nella provincia di Napoli la misura di sostegno è stata cancellata a più di 2000 persone. “Ma tra queste persone che in passato hanno sbagliato e che grazie al reddito avevano avuto la possibilità di cambiare vita ci sono anche casi come il mio – ci racconta Salvatore, ex percettore – a me è stato erogato per 18 mesi, poi me l’hanno tolto per una rapina che ho commesso 9 anni fa e per la quale ho scontato già 6 anni di carcere”. A Scampia tra le cosiddette “case dei puffi” (dove sorgeva una base di spaccio) e le più famose Vele è facile incontrare chi il reddito l’ha già perso. “In un quartiere come questo – ci spiega una signora – è più facile finire nelle mani dei clan piuttosto che trovare un lavoro dignitoso, qui o si campa di aria o si campa di criminalità, il reddito aveva dato una chance a questa gente, perciò ho votato il M5S alle scorse elezioni”.

A Napoli la scorsa tornata elettorale c’è stato un exploit dei pentastellati che a Scampia hanno raggiunto il 65% di preferenze. “A me non stupisce il fatto che qui il Movimento abbia preso tanti voti – ci dice Nicola Nardella, presidente dell’ottava municipalità Secondigiano\Scampia – mi stupisce più che altro che si sia parlato di voto di scambio, io lo definirei voto di povertà perché il rdc ha rappresentato una via di fuga dalla miseria e lo ha fatto dopo che per 40 anni la politica qui veniva solo a fare passerelle elettorali. Ora c’è chi si stupisce che la gente abbia votato in massa per chi ha fatto qualcosa di concreto per loro, erano liberi di non votare e lo avrebbero percepito lo stesso il reddito di cittadinanza”.