Mafie

Massoneria, mafie e politica: il dibattito in Regione Lombardia con Davigo, Lombardo e De Magistris

L'evento - organizzato dal consigliere regionale della commissione Antimafia Luigi Piccirillo - sarà venerdì 30 settembre nella sala Pirelli del palazzo della regione Lombardia. Presente anche l'ex pm Carlo Palermo, sopravvissuto all'attentato di Pizzolungo, il 2 aprile del 1985. Il dibatto sarà moderato da Gianni Barbacetto, giornalista del Fatto Quotidiano

“Portare alla luce l’attività della masso-mafia“. È questo l’oggetto del dibattito organizzato in Regione Lombardia, all’interno della sala Pirelli, venerdì 30 settembre alle 18 e 30. Il titolo del dibattito è Massoneria, servizi, politica, mafie. “Sono fatti di cui nessuno parla”, spiega Luigi Piccirillo, consigliere regionale della commissione Antimafia, che ha organizzato l’evento. Tra i relatori del dibattito ci sono Piercamillo Davigo, ex magistrato del pool di Mani pulite ora in pensione, e il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.


Presente anche Luigi De Magistris, ex pm di Catanzaro, già sindaco di Napoli e ora leader di Unione popolare, e l’ex pm Carlo Palermo, sopravvissuto all’attentato di Pizzolungo, vicino a Trapani, il 2 aprile del 1985. A moderare il dibattito sarà il giornalista del Fatto Quotidiano, Gianni Barbacetto. L’incontro sarà visibile in streaming sulla pagina facebook del consigliere Piccirillo e sul sito de ilfattoquotidiano.it. L’ingresso in presenza è libero, per partecipare scrivere a: luigi.piccirillo@consiglio.regione.lombardia.it.

Sulle masso-mafie, il consigliere regionale spiega di aver anche presentato un progetto di legge in Regione. L’obiettivo della norma è rendere pubblica l’appartenenza di consiglieri, assessori e presidente delle regioni a organizzazioni private che abbiano “finalità di carattere politico o di promozione economica”. Il progetto di legge ha lo scopo di promuovere la trasparenza nelle amministrazioni pubbliche. Due sono le strade da intraprendere: la prima è “rendere chiaro agli elettori quali eventuali interessi possano influenzare l’operato dei candidati”, la seconda “prevenire la formazione di lobby di potere nella quale la mafia possa trovare terreno fertile”.