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Gli Stati Uniti valutano nuove sanzioni contro la Cina. E chiedono ai paesi europei di partecipare

Le sanzioni. tese a scongiurare l'invasione di Taiwan, colpirebbero sia il commercio che gli investimenti in comparti sensibili come quello dei microprocessori e delle telecomunicazioni 

Gli Stati Uniti stanno valutando l’applicazione di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Cina allo scopo di scoraggiare l’invasione di Taiwan. Washington starebbe inoltre facendo pressione sui paesi europei perché aderiscano alle misure. Lo scrive l’agenzia Reuters. Secondo le fonti interpellate dall’agenzia le discussioni sono ancora in fase preliminare. Le sanzioni colpirebbero sia il commercio che gli investimenti in comparti sensibili come quello dei microprocessori e delle telecomunicazioni. La Casa Bianca ha rifiutato di commentare così come il ministero degli Esteri cinese. Il ministero degli Esteri di Taiwan ha affermato di aver discusso delle recenti provocazioni della Cina e delle “grandi sfide” che Pechino ma non ha potuto rivelare i dettagli. Nelle ultime settimane le richieste di Taiwan per un’azione di Usa ed Europa si sono però intensificate.

I paesi dell’Ue hanno finora evitato di imporre severe sanzioni alla Cina per questioni relative ai diritti umani, poiché il paese svolge un ruolo molto più importante per l’economia del Vecchio Continente rispetto alla Russia, ha affermato un’altra persona che ha familiarità con la questione. La decisione di adottare sanzioni richiede l’unanimità tra i paesi membri dell’Ue. Tutta gli stati europei, ad eccezione del Vaticano, hanno relazioni diplomatiche formali con Pechino ma non con Taiwan. La Germania ha legami economici particolarmente stretti con la Cina. Giovedì prossimo il presidente cinese Xi Jinping parteciperà ad un vertice a Samarcanda in Uzbekistan con il presidente russo Vladimir Putin. Si tratta del primo viaggio all’estero di Xi Jinping dopo due anni.