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Helmut Newton, gli ultimi anni del maestro raccontati nei palazzi monegaschi

Era il 2016 e scrivevo di footjob. A quanto pare questa pratica masturbatoria è passata di moda perché oggi si parla solo di clitoride. Torno invece sui piedi e il loro lato seducente perché si è appena conclusa a Montecarlo, più precisamente al Grimaldi Forum, una mostra a dir poco strepitosa sul talentuoso Christian Louboutin. Sono riuscita a raggiungere il Principato di Monaco proprio l’ultimo giorno in cui si potevano rimirare le famose suole rosse, i sandali gioiello, gli stivali indossati da Dita von Teese. Insomma un tripudio orgasmico per i feticisti del tacco 12. Non contenta, ho fatto pochi passi e ho raggiunto la principesca Villa Sauber, ovvero il nuovo museo nazionale di Monaco, in cui fino al 13 novembre sono esposti 280 scatti di Helmut Newton (e qui un altro orgasmo). All’entrata campeggia la frase del celebre fotografo “Photography is always a kind of seduction” ed io dico “dipende da chi è l’autore o l’autrice”. Newton è una garanzia e vi confesso che sono entrata con la spocchia di quella “groupie” del grande maestro, che conosce di lui vita morte e miracoli.

Ebbene Helmut Newton Riviera è stata una sorpresa. Il titolo si riferisce al periodo in cui Newton, ultra sessantenne e la moglie June si trasferiscono da Parigi a Montecarlo. E’ una zona geografica circoscritta, quella in cui il maestro lavora tantissimo fino alla sua morte avvenuta nel 2004. Bordighera, Saint Tropez, Cannes, Ramatuelle sono i set per le campagne pubblicitarie e ritratti attraenti e lussuosi. Una delle prime foto che ha colpito la mia attenzione è stata scattata nel 1975 a Saint Tropez ed era per Vogue America. Un uomo con la chierica viene ripreso dall’altro mentre slaccia il reggiseno alla sua amante. Quando mai la calvizie incipiente è risultata sexy? Newton ci è riuscito. E che dire di una coppia bellissima come Caroline e Stefano Casiraghi, ritratti nel 1989 sul gommone? Una posa dolce e al contempo ardimentosa in cui la principessa appoggia un piede sullo sterno del suo amato.

Una volta stabilitosi a Monaco, Newton trasforma la città in un set: hotel, terrazze, garage, palazzi in costruzione. Indimenticabile la campagna pubblicitaria per Versace nel 1986 in cui, come era solito fare, imponeva il suo punto di vista al cliente. Per Vogue Germania, nel 2001, realizza un servizio fotografico includendo bambole gonfiabili talmente realistiche che mi chiedo dove le abbia trovate visto che venti anni fa le real doll erano agli esordi. Ho rivisto volentieri la serie realizzata a Bordighera del famoso “Le Basier” del 1982, di cui ho un poster a casa. Qui invece ho trovato originali con dedica che il maestro fece sulla foto della serie “Saddle” per il compleanno all’amico Ago Demirdjian.

Le ballets de Monte-Carlo” è la parte che mi ha emozionata di più. Nel 1985 la principessa Caroline volle perpetrare la memoria della compagnia di ballo russa. Fu incaricato Newton, che negli anni catturò i movimenti e la plasticità dei ballerini e delle ballerine, trasmettendo erotismo e bellezza. Infine, uno strepitoso spot fetish per una azienda italiana di cerniere lampo. Ero rimasta alla pubblicità del Martini e di Cori. La mostra si conclude con la riproduzione dello studio di Newton a Montecarlo, al 19esimo piano del grattacielo Parc Saint Romain. Tutto curato e di design: tappeti di Ettore Sottsass, un orologio di George J. Sowden, la lampada pipistrello (che a me ha ricordato due glutei) di Gae Aulenti etc. Immancabili nella sua libreria, volumi di Mapplethorpe, Araki, Lindbergh, Cecile Beaton e molti altri. Mi sarei seduta lì, sul sofà, a sognare.