Calcio

Caso Pogba, la procura di Torino ha aperto un’inchiesta per estorsione aggravata. Dal sequestro alla “visita”: il riepilogo dei fatti

L'indagine è partita a seguito della denuncia del centrocampista bianconero. Alle notizie ormai note, si aggiungono anche una visita alla Continassa di alcuni uomini e 200mila euro sottratti al francese da amici d'infanzia quando ancora era a Manchester

Ora sul caso Paul Pogba indaga anche la Procura di Torino. La singolare vicenda che coinvolge i fratelli Pogba, nella quale dopo le rivelazioni sui social del fratello Mathias che ha promesso informazioni scomode sul conto del fratello e la successiva scoperta che il giocatore della Juventus lo scorso marzo è stato sequestrato da una banda organizzata, ora si trova anche sul tavolo degli inquirenti torinesi. Al centrocampista fu intimato di consegnare 13 milioni di euro, uno per ogni anno da calciatore professionista, pena la pubblicazione dei messaggi in cui Paul avrebbe contattato uno “stregone” per colpire con un maleficio Kylian Mbappé. Una volta rifiutata la richiesta, l’ex United secondo le ricostruzioni dei quotidiani francesi avrebbe versato 100mila euro nella casse dei malviventi al fine di allentare le pressioni. Le intimidazioni, però, sono proseguite anche nei mesi successivi: perciò il campione del mondo 2018 ha deciso di rivolgersi ai legali bianconeri e esporre i fatti alla Questura lo scorso 16 luglio. Per questo motivo, martedì 30 agosto, la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per estorsione aggravata.

Ai fatti ormai noti, La Gazzetta dello Sport ha aggiunto una visita di alcune persone alla Continassa il 14 luglio. Questi individui, con ogni probabilità francesi, avevano chiesto di poter parlare con Pogba, ma il personale bianconero ha negato loro l’accesso. A seguito dell’episodio il giocatore si è consultato con il proprio avvocato decidendo di esporre denuncia. Il caso è in mano alla squadra mobile guidata da Enrico Arnaldi Di Balme, magistrato che si occupa di criminalità organizzata. Per risalire all’identità dei presunti aggressori la Polizia visionerà le telecamere di sorveglianza del centro sportivo juventino.

Nel frattempo nella notte del 31 agosto Mathias Pogba ha pubblicato un nuovo video messaggio sui propri social in cui nega l’estorsione e dichiara che i 100mila euro sborsati dal fratello non c’entrano nulla con il ricatto: “Paul afferma che i soldi che ha offerto ai suoi amici d’infanzia sono stati estorti, cosa facile da dire per i media, ma questi soldi sono giustificati da documenti ufficiali e registrati, e ci sono prove di un gesto consensuale”. In Francia le indagini sono già cominciate da tempo e ora a Nanterre è stata avviata un’inchiesta presso l’Ufficio centrale di lotta contro il crimine organizzato. Secondo i media francesi, Pogba avrebbe versato solo 100mila euro per via del tetto ai bonifici imposto dalla sua banca. I movimenti bancari del calciatore sono sotto esame da parte della “Brigata di repressione del banditismo e dei traffici”. A questo somma però, si aggiungono altri 200mila euro che – ha raccontato Pogba – gli sono stati sottratti da uno dei suoi amici d’infanzia quando ancora era a Manchester.