Cronaca

Carceri, detenuto suicida a Torino: aveva 25 anni. Cartabia: “Estate drammatica”. Polizia penitenziaria: “Poco interesse dai partiti”

Il 52esimo caso di un detenuto che si toglie la vita è stato comunicato dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria Osapp, secondo cui il giovane si è coperto con un lenzuolo e ha infilato la testa in un sacchetto di plastica: "Dalla politica nen poco interesse è riservato alle attuali condizioni delle carceri"

Un suicidio in carcere, l’ennesimo dell’estate. Un detenuto di 25 anni si tolto la vita nel carcere delle Vallette di Torino. Lo comunica il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Osapp, secondo cui il giovane si è coperto con un lenzuolo e ha infilato la testa in un sacchetto di plastica. “Nel carcere di Torino – dichiara Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp – la situazione è sempre più allo sbando. Tutte le organizzazioni sindacali denunciano da giorni le reiterate criticità”.

Il sindacalista spiega che “anche i suicidi che con così allarmante frequenza si verificano nelle carceri italiane – soprattutto qualora si consideri che delle centinaia di suicidi tentati dai detenuti, grazie all’intervento dei poliziotti penitenziari solo poco più del 5%, giunge a compimento – rendono testimonianza del grave dissesto del sistema e del fallimento dell’attuale politica penitenziaria”. “Purtroppo – fa notare Beneduci – da quanto si apprende dai programmi delle compagini politiche in lizza nelle prossime elezioni del 25 settembre ben poco interesse è riservato alle attuali condizioni delle carceri e al reale miglioramento delle condizioni organizzative e di lavoro della Polizia Penitenziaria”.

“Apprendo con dolore di un nuovo suicidio in carcere, oggi a Torino. È un’estate davvero drammatica: il Ministero, l’Amministrazione penitenziaria molto stanno facendo per migliorare complessivamente la qualità della vita e del lavoro nei nostri istituti, ma il dramma dei 51 suicidi dall’inizio dell’anno riguarda tutti. Tutti siamo chiamati ad occuparci di questa parte importante della nostra Repubblica”, fa sapere la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Stamattina la guardasigilli ha visitato la casa circondariale di Brissogne, accompagnata dalla provveditrice del Triveneto, Maria Milano Franco D’Aragona, dal comandante Pino Renda e dalla direttrice di Fossano Assunta Di Rienzo.

Con quello di oggi, per la verità, sono a saliti a 52 i suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. Solo nei primi 15 giorni di agosto sono 9 i detenuti che si sono tolti la vita. A problemi di vecchia data come il sovraffollamento, l’anzianità delle strutture e la mancanza di adeguati trattamenti per i detenuti con patologie psichiatriche, si sono aggiunti gli strascichi di pandemia e lockdown e il caldo estremo che hanno reso ancora più difficili le condizioni di permanenza nelle carceri.

In media per ogni 100 posti disponibili nelle carceri italiane sono detenute 115 persone ma la situazione varia molto da struttura a struttura, con punte di 200. Ossia in una cella ci sono il doppio delle persone che sarebbe in grado di ospitare. I detenuti sono complessivamente 55mila. Di questi oltre 15mila sono senza una condanna definitiva, 8mila attendono ancora il giudizio di primo grado. Il supporto psicologico per i detenuti è inesistente. Il tasso di suicidio tra i carcerati è 16 volte più alto rispetto alla media della popolazione. Un detenuto ogni 10 ha una diagnosi psichiatrica grave, uno su quattro è tossicodipendente.