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Da Brambilla a Fascina, da Angelucci a Sgarbi: la carica degli assenteisti che vogliono tornare in Parlamento nelle liste del centrodestra

L'ex ministra del Turismo nell'ultima legislatura è stata recordwoman di assenze: secondo i dati di Openparlamento non si è fatta vedere alla Camera il 99,2% delle volte. Nonostante ciò, secondo Domani, è probabile la sua ricandidatura nelle liste di Forza Italia. Si prepara a correre di nuovo anche l'imprenditore Antonio Angelucci, editore del Tempo e di Libero. E anche nella Lega non mancano gli assenteisti, a partire da Salvini e dal suo vice Lorenzo Fontana

Da Michela Vittoria Brambilla a Marta Fascina, da Vittorio Sgarbi ad Antonio Angelucci: le liste del centrodestra (e di Forza Italia in particolare) sono pronte a riempirsi di nomi “importanti”, ma noti soprattutto per il loro assenteismo in Parlamento. A fare il punto è un articolo di Domani che parte dal caso di Brambilla, la rossa pasionaria animalista – già ministra al Turismo nell’ultimo governo Berlusconi – che nell’ultima legislatura è stata recordwoman di assenze: secondo i dati di Openparlamento non si è fatta vedere alla Camera il 99,2% delle volte, partecipando ad appena 95 votazioni su 11.662. Eppure, secondo il quotidiano, è probabile la sua riconferma nelle liste accurre: il partito, così, potrebbe guadagnarsi i voti dell’elettorato animalista e vegano affezionato alla deputata. Verso la ricandidatura blindata con Forza Italia anche Angelucci, l’imprenditore della sanità editore del Tempo e di Libero e amico di Denis Verdini: lui ha totalizzato il 96,75% di assenze, un dato – paradossalmente – comunque migliore di quello della scorsa legislatura, in cui era arrivato al 99,6%.

Non ha brillato per presenze nemmeno Marta Fascina, la fist lady dell’uomo di Arcore, paracadutata a Montecitorio nel 2018 grazie a un collegio sicuro in Campania: difficilmente le verrà negata la ricandidatura, nonostante il 74% di assenze. Verso una nuova corsa elettorale con Forza Italia, riporta Domani, vanno anche Vittorio Sgarbi, l’estroso critico d’arte che negli ultimi anni ha depositato solo tre disegni di legge da primo firmatario, e Niccolò Ghedini, storico avvocato di Berlusconi, che non ne ha prodotto nemmeno uno. Nonché Renato Schifani, ex presidente del Senato, che di ddl ne ha presentati due: tentato da una ricandidatura, ha scelto di correre per la poltrona di governatore della Sicilia. Gli assenteisti non mancano nemmeno nella Lega, a partire dal segretario Matteo Salvini, che in due votazioni su tre, il 62,7%, si è dichiarato “in missione” (giustificando alla presidenza la propria assenza), e così è riuscito a risultare assente solo il 13% delle volte. Mentre il suo numero due, Lorenzo Fontana, in tutta la legislatura ha al suo attivo una proposta di legge e quattro interrogazioni.