Lavoro & Precari

Salari al palo, l’inflazione supera di 6 punti l’aumento delle retribuzioni. E 6,4 milioni di dipendenti attendono il rinnovo del contratto

La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2022 è cresciuta dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 (+1% nel solo mese di giugno) mentre l'indice Ipca dei prezzi al consumo è cresciuto a giugno addirittura dell'8% anno su anno. "Il divario tra la dinamica delle variazioni dei prezzi e quella delle variazioni delle retribuzioni contrattuali arriva a quasi sei punti percentuali"

L’inflazione erode sempre di più il potere di acquisto dei consumatori. Stando agli ultimi dati Istat, nei primi sei mesi dell’anno il divario tra la dinamica della variazione dei prezzi e l’aumento delle retribuzioni contrattuali “arriva a quasi sei punti percentuali”. La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2022 è cresciuta dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 (+1% nel solo mese di giugno) mentre l’indice Ipca dei prezzi al consumo è cresciuto a giugno addirittura dell’8% anno su anno. A fine giugno c’erano inoltre 33 contratti scaduti, applicati a 6,4 milioni di dipendenti, il 51,6% del totale. I 40 contratti collettivi nazionali in vigore riguardano invece il 48,4% dei dipendenti, circa 6 milioni.

Il tempo di rinnovo dei contratti sale a 30,7 mesi – Nel corso del secondo trimestre 2022 sono stati recepiti 10 contratti. Nel settore privato quelli di agricoltura-operai, servizio smaltimento rifiuti aziende private e municipalizzate e autoferrotranvieri, mentre nel pubblico si segnala la chiusura definitiva dei primi rinnovi relativi al triennio 2019-2021 (che risultano peraltro nuovamente scaduti): in particolare quelli per Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici), Corpi di polizia a ordinamento civile e militare e Forze Armate. Il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, tra giugno 2021 e giugno 2022, segnala l’Istat, è passato da 28,1 a 30,7 mesi, mentre per il totale dei dipendenti diminuisce lievemente (da 16,5 a 15,8 mesi).

L’aumento delle retribuzioni orarie – Guardando ai settori produttivi, l’aumento tendenziale medio è stato dell’1,6% per i dipendenti dell’industria, dello 0,4% per quelli dei servizi privati e dello 0,5% per i lavoratori della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono invece quelli dei ministeri (+4,4%), dell’agricoltura (+4,1%), delle farmacie private (+3,9%) e dell’edilizia (+3,3%). Incremento nullo per il commercio e per il credito e assicurazioni.