Ambiente & Veleni

Edilizia in Campania, levata di scudi contro la proposta di legge per la semplificazione: “Apre le porte agli ecomostri legalizzati”

Secondo l'assessore all'Urbanistica il provvedimento mira a ridurre il consumo del suolo, promuovendo interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione. Ma le associazioni ambientaliste non la leggono così

“Con Delibera di Giunta regionale è stata approvata la Proposta di Disegno di Legge recante Disposizioni in materia di semplificazione edilizia, di rigenerazione urbana e per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”. Nella sezione dedicata al Territorio sul Portale della Regione Campania c’è la notizia. E vengono enumerati i benefici che la nuova misura apporterà, indubitabilmente. Sia a livello normativo, come ha evidenziato il Presidente della IV Commissione Regionale Urbanistica, Lavori Pubblici, Trasporti, Luca Cascone. Sia riguardo questioni specifiche, ha sottolineato l’assessore regionale all’Urbanistica, Bruno Discepolo, secondo il quale “il provvedimento mira ad introdurre in Regione Campania disposizioni di semplificazione amministrativa in materia edilizia e una disciplina stabile orientata a ridurre il consumo del suolo, promuovendo interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed anticipa i contenuti di quello che sarà il Testo Unico del Governo del Territorio, ovvero una riforma organica del settore rispetto alla vigente legge regionale 16 del 2004”.

Una bella notizia per il testo, inviato al Consiglio regionale per l’esame istruttorio in via di urgenza, verrebbe da pensare. Già perchè in Campania il consumo di suolo prosegue. Senza sosta. Secondo i dati Ispra, nel 2020 è stato consumato il 10,39% del territorio regionale. Dopo Lombardia e Veneto, il dato peggiore a livello nazionale. Ancora più drammatici i dati relativi agli abusi edilizi. A febbraio 2021 le domande di sanatoria a seguito di tre condoni, secondo Legambiente, sarebbero 362.646. Gli abusi? Nel 2021 sono stati 1472, pari al 12,9% di quelli nazionali. Le ordinanze di demolizione emesse? Tra il 2004 e il 2020 sono state 6.966. Un record! Peccato che quelle eseguite siano state 1.363.

Insomma una situazione più che preoccupante, nella sua complessità. Alla quale il disegno di legge risponderà, sostiene la Regione Campania. Le cui certezze non sono condivise da tutti. La correttezza degli indirizzi, variamente criticate. Nel merito. “Il disegno di legge proposto in Campania si affianca a quelle leggi regionali che hanno intrapreso la strada dell’ulteriore urbanizzazione. Rinnovando e stabilizzando i meccanismi derogatori dei cosiddetti Piani Casa, con disinvolte premialità volumetriche concesse ai privati, indiscriminate sostituzioni edilizie, nuovo consumo di suolo”, secondo l’architetto Laura Travaglini, già Dirigente del Servizio Pianificazione Urbanistica del Comune di Napoli, che non ha dubbi nel criticare l’impianto del Disegno di legge.

La professionista spiega a ilfattoquotidiano.it che si è proceduto “in assenza dell’approvazione dei Piani Paesaggistici. Circostanza, questa, che ha già comportato in casi analoghi la censura della Corte Costituzionale. Le trasformazioni in deroga, parcellizzate, ad iniziativa dei singoli, protratte nel tempo (oltre 10 anni), al di fuori di una programmazione d’insieme che risponda ad obiettivi di reale sostenibilità, comportano danni al territorio, con una evidente lesione della sfera di competenza statale in tema di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei Beni culturali”. Non è finita. L’architetto sottolinea come “il disegno di legge contenga anche forti semplificazioni nelle procedure per la realizzazione degli interventi, spostando in edilizia libera e in semplice comunicazione di inizio lavori vere attività trasformative. Portando fuori controllo molti cambi di destinazione d’uso, movimenti di terra, sbancamenti, opere di demolizione anche integrale di manufatti di qualsiasi consistenza. Anche qui, a quanto pare, valicando i limiti di competenza regionale”.

Anche il mondo ambientalista ha evidenziato critiche. Più che aspre. “Un ulteriore duro colpo al Governo del territorio dove le finte semplificazioni aprono le porte alla speculazione edilizia e alla realizzazione di ecomostri legalizzati”, ha commentato Mariateresa Imparato presidente Legambiente Campania. Che spiega come “con gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più evidenti bisognerebbe puntare ad una visione delle città e ad un governo del territorio che abbia come priorità la tutela dagli eventi estremi come ondate di calore e piogge torrenziali. Per farlo c’è bisogno di pianificazione e strumenti urbanistici ordinari. In Campania si assiste invece ad una moltiplicazione di norme che mancano di una strategia complessiva per la effettiva tutela del territorio e delle comunità che vi risiedono”.

Non dissimile la posizione di Italia Nostra Campania, le associazioni Bianchi Bandinelli e Attuare la Costituzione, oltre a ICOMOS Italia. Le osservazioni che hanno prodotto si concludono con la richiesta che il testo debba essere respinto dalle Commissioni Consiliari esaminanti o dal Consiglio Regionale. La speranza delle diverse associazioni è che sia possibile ancora un intervento. In extremis. “In caso di approvazione quindi la Regione Campania sancirà la supremazia del regime edilizio derogatorio a favore della libera iniziativa privata – afferma la consigliera regionale del Gruppo Misto, Maria Muscarà -, … il tutto, nonostante ci sia una relazione degli uffici della Giunta che dichiara un rischio di incostituzionalità e le relazioni degli ambientalisti che sono fortemente contrari a questa legge”.

Ilfattoquotidiano.it ha contattato la Regione Campania per avere delucidazione, ma l’ente guidato da Vincenzo De Luca ha preferito non rispondere.