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Birmania, quattro attivisti giustiziati: prime esecuzioni da 50 anni. Human Rights Watch: “Atto di crudeltà”

I quattro attivisti giustiziati erano stati condannati in un verdetto a porte chiuse lo scorso agosto, e a giugno il loro ricorso in appello era stato respinto

Era dagli anni 80 che non succedeva. Quattro attivisti birmani per la democrazia sono stati giustiziati per aver collaborato a organizzare “atti terroristici”: si tratta delle prime esecuzioni di prigionieri negli ultimi 50 anni. Lo hanno riferito oggi i media statali in Birmania, dove dal febbraio del 2021 è al potere la giunta militare che ha spodestato il governo democratico guidato da Aung San Suu Kyi. I quattro attivisti giustiziati son l’ex parlamentare e artista hip-hop Phyo Zeya Thaw (41 anni), Kyaw Min Yu (53), Hla Myo Aung, e Aung Thura Zaw.

Phyo Zeya Thaw – che nel 2015 era stato eletto nelle fila della Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi – era stato condannato per aver organizzato alcuni attacchi armati contro le forze di sicurezza. Kyaw Min Yu, invece, era stato giudicato colpevole di aver sobillato la resistenza armata con messaggi sui social media critici del regime.

I quattro attivisti giustiziati erano stati condannati in un verdetto a porte chiuse lo scorso agosto, e a giugno il loro ricorso in appello era stato respinto. Secondo il servizio in lingua birmana dell’emittente Voice of America, sono almeno 113 gli attivisti in attesa di esecuzione dopo le condanne a morte emesse sotto il regime militare del generale Min Aung Hlain. Si calcola che almeno 2mila persone siano state uccise dal regime dal colpo di stato del febbraio 2021. Un conteggio esatto delle vittime è reso impossibile dal fatto che la resistenza armata si è spostata nelle campagne, unendosi in molti casi alle milizie etniche impegnate da decenni in conflitti con l’esercito centrale, che nega loro maggiore autonomia nelle zone di confine.

“L’esecuzione di quattro uomini da parte della giunta birmana è stato un atto di assoluta crudeltà – dichiara in una nota Elaine Pearson, direttrice ad interim di Human Rights Watch per l’Asia – Queste esecuzioni, compresa quelle dell’attivista Ko Jimmy e dell’ex parlamentare dell’opposizione Phyo Zeya Thaw, fanno seguito a processi militari ingiusti e motivati da questioni politiche. Questa notizia terribile è aggravata dalla mancata comunicazione della giunta alle famiglie delle vittime, che hanno appreso la notizia dell’esecuzioni da parte dei media”.