Cronaca

Caos voli, previsti disagi per lo sciopero del 17 luglio: si fermano Ryanair, EasyJet e Volotea

"In mancanza di iniziative concrete per migliorare le condizioni di lavoro e l'adeguamento dei salari rimane confermato, domenica 17, lo sciopero del personale di Ryanair" ha detto Cuscito della Filt Cgil. Lo sciopero riguarderà anche altre compagnie aeree e la situazione in Europa sta diventando sempre più critica

È previsto per domenica 17 luglio lo sciopero di Ryanair e la sospensione del servizio riguarderà sia i piloti che gli assistenti di volo. A comunicarlo sono stati i sindacati di categoria dopo un incontro al ministero delle Infrastrutture: “Ad oggi, in mancanza di iniziative volte al miglioramento delle condizioni di lavoro e dei salari, rimane confermato lo sciopero” ha detto il segretario nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito.

Le compagnie che aderiscono allo sciopero
Sono migliaia i voli cancellati in Europa e domenica 17 luglio si fermerà quasi tutto il trasporto aereo italiano. Lo sciopero, infatti, non riguarderà soltanto Ryanair, ma anche altre compagnie aeree low cost. Nel weekend 16 e 17 luglio si fermeranno anche i lavoratori di EasyJet e Volotea. Non solo, il personale di Enav (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo) ha annunciato che le organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Ta e Unica hanno indetto quattro distinte azioni di sciopero a livello nazionale, previste per domenica dalle 14 alle 18. Nello stesso orario, sono attese le seguenti azioni di sciopero a livello locale:

– Centro di Controllo d’area di Brindisi – tre distinte azioni di sciopero indette da FILT-CGIL, FIT-CISL / Uiltrasporti / UGL-TA e UNICA;
– Centro di Controllo d’area di Milano – indetto da UGL-TA e UNICA;
– Centro di Controllo d’area di Padova – indetto da UNICA;
– Centro di Controllo d’area di Roma – due distinte azioni di sciopero indette da UGL-TA / UNICA;
– Aeroporto di Bologna – tre distinte azioni di sciopero indette da FIT-CISL / UGL-TA / UNICA;
– Aeroporto di Lamezia Terme – indetto da UGL-TA e UNICA;
– Aeroporto di Napoli – indetto da UGL-TA;
– Aeroporto di Perugia – indetto da UGL-TA;
– Aeroporto di Pescara – indetto da UNICA;
– Aeroporto di Brindisi – indetto da UNICA;
– Aeroporto di Ciampino – indetto da UGL-TA e UNICA;
– Aeroporto di Torino Caselle – indetto da Uiltrasporti, UGL-TA e UNICA.

Durante lo sciopero del trasporto vi saranno fasce di tutela: dalle ore 7 alle 10 e dalle ore 18 alle 21, stabilite dalle norme di legge. Non sono pochi quindi i disagi che attendono i viaggiatori e le regole per ottenere rimborsi o risarcimenti non sono sempre semplici da trovare nei siti delle compagnie. Il lato positivo è che esiste un regolamento europeo che regola proprio la politica di cancellazioni e ritardi. Secondo la normativa europea, in caso di cancellazione del volo i passeggeri hanno diritto a un rimborso entro sette giorni del prezzo pieno del biglietto oppure all’imbarco su un volo alternativo verso la destinazione finale. È prevista anche una compensazione pecuniaria, ossia un indennizzo, ma con alcune eccezioni.

La situazione nel resto d’Europa
Il caos degli aeroporti ha colpito e continua a travolgere gli aeroporti di mezza Europa. Il personale di Ryanair ha interrotto le proprie mansioni ieri, 12 luglio, quando in Spagna sono stati cancellati almeno 11 voli e altrettanti erano in ritardo. Dal 18 al 21 luglio i piloti e gli assistenti di volo della compagnia irlandese sciopereranno di nuovo nel paese iberico e tra il 15 e il 31 luglio sono in programma anche scioperi della compagnia EasyJet. I sindacati hanno espresso timori sull’evoluzione della situazione nelle prossime settimane, soprattutto in vista del grande esodo di agosto. Su questo Fabrizio Cuscito ci ha tenuto a lanciare un monito: “In Italia la situazione negli aeroporti per ora è meno grave che nel resto d’Europa. Abbiamo espresso la nostra preoccupazione per come evolverà visto che da noi la ripresa dell’attività nel settore è stata successiva rispetto al resto d’Europa. Il nostro trasporto aereo soffre di una grave mancanza di manodopera, legato ai bassi salari, serve quindi rinnovare i contratti nazionali, adeguandoli alle medie europee ben più alte delle nostre”.