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Carmen Russo, Turchi e i domestici in nero: il ballerino dice di essere residente in Bulgaria per evitare la causa, i giudici non gli credono

I due vip hanno querelato il Fatto per "articoli diffamatori e lesivi della dignità". Ma altri due custodi confermano tutto punto per punto e aggiungono: "Quando abbiamo chiesto di regolarizzarci Turchi ha risposto “va bene, ma vi tolto 250 euro dai 750 che vi do”. Raccontano poi di un video che sono stati costretti a girare: "Dovevamo dire che non avevamo nulla da pretendere da loro, altrimenti non ci liquidavano l'ultimo stipendio". Al Tribunale di Tivoli, intanto, i giudici rigettano il tentativo d'invalidare la causa per omessa notifica

Enzo Paolo Turchi fa il “bulgaro”, i giudici non gli credono e mandano avanti la causa di lavoro degli ex domestici che potrebbe pure raddoppiare. Salta fuori infatti una seconda coppia che ha lavorato nella tenuta di Formello, cornice d’amabili scorci di vita privata in diretta tv con Carmen Russo, sempre senza uno straccio di contratto di lavoro che prevedesse riposi, malattia, ferie, contributi, assicurazione e tfr. Tutto in nero, insomma. Una modalità d’impiego che il Fatto aveva raccontano sei mesi fa in base alla denuncia di Simone B. ed Eleonora C. custodi italiani seguiti dall’avvocato Gabriele Colasanti, che hanno poi intentato causa al ballerino per vedersi riconosciuto almeno dal giudice il diritto ai contributi, al tfr e alle ferie non godute. Russo&Turchi all’epoca hanno replicato sostenendo che la notizia era del “tutto falsa”, che i rapporti coi collaboratori erano in regola e che non avevano ricevuto alcuna notifica del loro ricorso al Tribunale di Tivoli. E hanno sporto querela contro il Fatto.

Nel corso delle ultime udienze il legale della coppia vip ha insistito sulla notifica, presentando ai giudici un certificato che attesta la residenza di Turchi a Sofia, in Bulgaria, dal lontano 1997. Foglio col quale il suo legale, l’avvocato Antonio Giusti, ha chiesto al giudice di dichiarare “l’improcedibilità del giudizio che ci occupa, con vittoria di spese competenze e onorari”. Entrambi i giudici hanno però rilevato che Turchi è domiciliato a Formello, che lì si sono svolti i fatti denunciati e lì ha sede una delle sue società. Mentre non c’è prova della permanenza in Bulgaria per 186 giorni, che è il periodo minimo per avere la residenza estera. E hanno così rigettato l’eccezione sollevata e fissato la prossima udienza per il prossimo 4 ottobre. Ma c’è di più, anzi c’è proprio il doppio: un’altra coppia di custodi italiani lamenta lo stesso trattamento e, senza nulla chiedere agli ex “datori”, si rende ora disponibile a testimoniare in favore della prima, confermando al giudice punto per punto quanto avveniva a “Villa Carmen”.

Lui si chiama Graziano Bortolanza, ha 53 anni ed è un artigiano della Valsesia; la moglie è Liliana Carangelo, originaria della Toscana. Hanno lavorato a Formello dal 23 maggio 2019 fino al 10 luglio 2020. Il racconto è una fotocopia ancor peggiore di quello della prima coppia di custodi. “Ad aprile – riferisce Bortolanza – avevo messo un annuncio su Subito.it, dove mi ha scritto Turchi, accettammo il lavoro ma è un’esperienza che non auguro a nessuno”. Per le pretese della coppia vip – dice – e per il trattamento riservato a chi doveva eseguirle. “Lavoravamo anche 12 ore al giorno per sette giorni, assecondando ogni richiesta che fosse lavare gli 11 cani, scrostare la piscina stando otto ore sotto il sole, tirare a lucido 850 metri di casa per l’arrivo di una troupe tv o partire di notte per andarli a prendere in qualche aeroporto. Ma io sono un lavoratore, i problemi erano altri”. Quali esattamente? “Quando abbiamo chiesto di regolarizzarci Turchi mi ha risposto “va bene, ma vi tolto 250 euro dai 750 che vi do”, in pratica i contributi me li pagavo da solo”.

Anche il congedo ha avuto modalità singolari. “Quando gli abbiamo detto che ce ne saremmo andati ci hanno imposto di fare un video col telefonino in cui dicevamo che non avevamo nulla da pretendere da loro, altrimenti non ci pagavano l’ultimo stipendio”. Farete causa anche voi? “Non credo proprio, per fortuna abbiamo trovato subito un altro lavoro, regolare. Ma leggere le loro risposte al vostro articolo mi ha lasciato di sasso e voglio che almeno l’altra coppia abbia quel che gli spetta e che smettano di sfruttare così chi è meno fortunato. Per questo, se servirà a loro, siamo pronti a rendere testimonianza davanti al giudice”.

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