Economia

Superbonus, la soluzione del governo per sbloccare i crediti: sì alla cessione dalle banche a professionisti e partite Iva

Nei giorni scorsi da Palazzo Chigi è arrivata l'ufficializzazione che la maxi detrazione sugli interventi di efficientamento energetico e sismico degli edifici non verrà rifinanziata. Ma il Tesoro si era detto disponibile ad allargare le maglie del meccanismo delle cessioni visto che i crediti bloccati stanno mettendo in difficoltà molte aziende

Le banche e le società appartenenti a gruppi bancari potranno “cedere sempre il credito a soggetti non rientranti nella definizione di consumatori o utenti”, che “abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la stessa banca cedente”. È questo il punto di caduta individuato dal governo sul Superbonus 100% nell’emendamento al decreto Aiuti depositato giovedì nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera che ora potranno presentare i subemendamenti. Nelle scorse settimane associazioni imprenditoriali e professionali, oltre a gran parte delle forze politiche, avevano invocato una soluzione al problema dei crediti bloccati (molte banche hanno superato la “capienza” fiscale necessaria per fruire della compensazione) che mette in difficoltà molte aziende alle prese con soldi anticipati e impossibili da recuperare.

Nei giorni scorsi da Palazzo Chigi è arrivata l’ufficializzazione che la maxi detrazione sugli interventi di efficientamento energetico e sismico non verrà rifinanziata (i 33 miliardi stanziati sono già superati). Ma il Tesoro si era detto disponibile a verificare la possibilità di allargare le maglie del meccanismo delle cessioni, ampliandolo ad altri soggetti oltre alle banche con la sola esclusione delle persone fisiche. La modifica, si legge nella relazione illustrativa, “supera” il dl del 17 maggio 2022 in base al quale le banche potevano cedere solo a “clienti professionali”. Ora c’è il via libera al passaggio dei crediti a tutte partite Iva

I deputati di Alternativa tra cui Alvise Maniero, Raphael Raduzzi e Raffaele Trano hanno protestato contro l’emendamento e occupato simbolicamente il palco dove siedono il presidente e il rappresentante del governo, lamentando che “questa riformulazione farà fallire migliaia di imprese, non serve a niente, non sistema la cessione dei crediti e non dà alcuna proroga. I patti non sono stati rispettati”. Per ora non si è pronunciato il Movimento 5 Stelle, che ha varato la misura nel 2020 durante il governo Conte.

Intanto la Commissione banche ha fatto sapere di aver avviato un’indagine sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi. “A seguito di numerose segnalazioni ed esposti ricevuti, – annuncia una nota – l’Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha deliberato di inviare alle principali banche significant nazionali un questionario per verificare l’operatività del sistema bancario italiano. L’indagine conoscitiva avviata riguarda i crediti relativi al Superbonus 110% e ad altri bonus oggetto delle normative che si sono susseguite negli ultimi anni”.