Cronaca

Migranti, la nave Msf soccorre 71 persone: una vittima e 22 dispersi. La Sea-Watch4 sbarca a Porto Empedocle con 300 naufraghi

La "Geo Barents" è intervenuta nella notte tra il 27 e il 28 giugno nel Mediterraneo centrale, dove il gommone con più di 90 persone stava per affondare

La nave di Medici Senza Frontiere Geo Barents ha salvato 71 naufraghi durante un soccorso in mare, nel Mediterraneo centrale. Una donna ha perso la vita, mentre 22 persone risultano disperse. L’operazione di recupero è avvenuta nella notte tra il 27 e il 28 giugno. L’intervento della Geo Barents è stato necessario perché il gommone su cui viaggiavano per compiere la traversata dal Nord Africa stava per affondare. Il 15 per cento dei migranti salvati dal mare soffre di ustioni da carburanti e necessita di cure, ha sottolineato il team medico della nave Msf, aggiungendo che “un bambino è stato trovato senza segni vitali ed è stato rianimato sulla nave”. Per lui e la madre sono state organizzate evacuazioni mediche verso Malta. “Decine di persone hanno lottato per sopravvivere in acqua. Tutti sono gravemente traumatizzati e scioccati”, ha spiegato ancora Medici senza frontiere.

A distanza di qualche ora dal salvataggio della Geo Barents, la Sea-Watch4 è entrata a Porto Empedocle. A bordo della nave della ong tedesca vi sono 304 persone soccorse nel Mediterraneo in 4 diverse operazioni, la prima delle quali è avvenuta il 19 giugno. Tra i naufraghi sono presenti anche 30 minori – di cui 23 non accompagnati – 23 donne e 2 bambini, rispettivamente di uno e due anni. “La Sea Watch 4 sta entrando a Porto Empedocle, come indicato finalmente ieri sera dalle autorità. I naufraghi salvati sono esausti ma felici di poter finalmente sbarcare”, ha dichiarato la organizzazione tedesca.

Nella notte tra il 27 e il 28 giugno, sono anche sbarcati a Lampedusa i 59 migranti tratti in salvo dalla Louise Michel. Il team della nave umanitaria finanziata dall’artista britannico Banksy li ha soccorsi nei giorni scorsi mentre viaggiavano su un gommone sovraffollato. “Alcuni erano già in acqua a causa di pericolose manovre della cosiddetta Guardia costiera libica“, aveva fatto sapere l’ong. Dieci le richieste inoltrate in due giorni alle autorità competenti rimaste senza risposta. “Questo non è accettabile, hanno diritto a un porto sicuro”, avevano spiegato da bordo, sottolineando, oltre alla difficoltà di gestire i naufraghi in uno spazio assai limitato, come anche il carburante iniziasse ormai a scarseggiare.