Società

Sono figlio di papà, d’estate bevo champagne: ma come fanno quelli della spiaggia libera?

Come forse alcuni di voi sanno, io sono un figlio di papà senza più il papà, che è come essere figli di Dio senza più Dio. La mia vita è una costante e onestissima pacchia, non so che cosa sia una dichiarazione dei redditi, ma non ho mai fatto nemmeno una dichiarazione d’amore: l’amore non va dichiarato, va vissuto. Non sono sposato, non ho figli, in sostanza sono un uomo libero che dipende solo da mamma che è il mio principale, oltre ad essere il mio principio.

L’estate la passo in Versilia dove mia mamma vive, abbiamo una tenda in uno stabilimento balneare molto chic che si chiama Sunset. Al Sunset abbiamo orrore degli ombrelloni, gli ombrelloni ci mettono tristezza. Quando abbiamo caldo azioniamo il nebulizzatore che le tende hanno in dotazione, tutte le nostre cabine hanno la doccia. Quando siamo troppo stanchi per raggiungere il ristorante dello stabilimento, ci facciamo portare direttamente il pranzo sotto la tenda da un personale giovane, simpatico ed efficiente.

C’è anche una bella piscina dove i bambini possono divertirsi senza le insidie del mare. Il cuoco del nostro ristorante è bravissimo, possiamo gustare pietanze deliziose e un cocktail di gamberi alla frutta che è uno spettacolo, per non parlare della tagliata di tonno o degli spaghetti alle vongole, e anche il fritto misto, dorato e croccante al punto giusto, è una sinfonia di calamari, gamberetti e verdure da fare invidia ai migliori ristoranti del lungomare. Il Sunset ci coccola e noi ci facciamo coccolare. Da noi non è inusuale pasteggiare a champagne.

Ogni tanto però mi vengono i sensi di colpa quando penso a quelli della spiaggia libera, con i loro ombrelloni portatili, con le loro radioline accese, i loro panini con la mortadella, con i loro bicchierini di carta, il vino cartonato, tutta quella loro tristissima semplicità da persone povere e senza champagne. Dio mio, ma come è possibile vivere senza champagne? Che gente c’è al mondo, da non crederci. Allora ogni tanto, mosso da curiosità antropologica, cammino sulla battigia e raggiungo la spiaggia libera per studiare i miei dissimili.

La prima cosa che salta agli occhi è il carnaio, tanti corpi ravvicinati, abbronzati, tatuati, quasi uno sopra l’altro, “corpi a castello”, sdraiati su improbabili teli da spiaggia non firmati, e poi c’è l’aspetto sonoro, la spiaggia libera è rumorosa, mentre noi al Sunset parliamo con un filo di voce per non disturbarci a vicenda e i nostri teli da spiaggia sono disegnati da Dolce & Gabbana. Viene il magone a guardarli, ma anche tanta tenerezza.

E non ci crederete, ma capita anche di vedere qualche volto felice, non sono tutti incazzati, ma come fanno? Forse non hanno bisogno anche loro di astice, aragosta e caviale? Possibile che la mortadella abbia tutto questo potere ipnotico? Come mai non si ribellano e non organizzano spedizioni punitive contro i ricchi? Perché ci lasciano in pace a godere dei nostri privilegi? Non abbiamo nulla in comune, se non il “cocco, alé cocco, cocco bello” e i venditori ambulanti che attraversano spiaggia libera e stabilimenti chic con la stessa eleganza e la stessa dignità, non facendo distinzioni di sorta. Come fanno a vivere senza tenda, senza nebulizzatore, senza cocktail alla frutta in meravigliosi bicchieri di cristallo? Come fanno a bere il Tavernello e a non pensare immediatamente al suicidio? C’è qualcosa che non mi torna, forse noi ricchi li abbiamo addomesticati in qualche modo?

E sono colto da un senso di folle gratitudine, vorrei abbracciarli tutti e ringraziarli per essere così quieti, così pacifici, così sereni, senza invidia, senza rancore, senza rabbia. Dio, ma questo è un mondo meraviglioso! Il migliore dei mondi possibili. Forse aspettano l’autunno per fare le loro rimostranze sociali? Non vorrei che lo spettro di una catastrofe nucleare e di una crisi economica risvegliasse in loro una rivalsa sociale. Dobbiamo fare di tutto per mettere questa guerra sotto il tappeto, ma come fai a mettere una bomba atomica sotto il tappeto? Dobbiamo uscire da questa crisi mondiale, gli equilibri non devono essere compromessi, tutti dobbiamo impegnarci affinché il Sunset resti il Sunset, con le sue Ferrari e i suoi suv parcheggiati, e che la spiaggia libera resti la spiaggia libera, con le sue utilitarie parcheggiate sul lungomare.

Così il mondo è perfetto, noi sotto le tende con il nebulizzatore e loro sotto gli ombrelloni portati da casa. Noi che lottiamo con le chele dell’astice, e loro con il telo da spiaggia non firmato, pieno di briciole dei loro panini con la mortadella.

Che meraviglia la pace di classe, altro che lotta! Basta lottare. Siamo nati per vivere in libertà. Noi liberi di essere ricchi e privilegiati, loro liberi di essere poveri e spensierati “per disperazione”. W la libertà, w la spiaggia libera! Questo vorrei dire ai miei dissimili. Vi amo, vi amo follemente. Ora scusatemi ma mi è venuta voglia di uno champagnino fresco fresco, con un cucchiaino di caviale Beluga.

Mamma, posso farti una domanda qui in pubblico? Ma l’eredità di papà quanto dura ancora? No, sai, inizio a preoccuparmi, non vorrei ritrovarmi un giorno sulla spiaggia libera, nel carnaio mortadellesco, sarebbe uno choc per me, lo sai che sono un poeta!