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Se il mondo unipolare non esiste più è positivo. Ma la via non è il bipolarismo Usa vs Russia/Cina

Putin, parlando ieri a San Pietroburgo, ha affermato che “il mondo unipolare non esiste più”.

E’ vero che il mondo unipolare non esiste più ed è vero che gli Usa si comportano come se fosse possibile negare questo fatto e cercare di imporre – per via militare o per via di sanzioni economiche – il loro volere sovrano. Il mondo unipolare è stato messo in discussione non dalla guerra in Ucraina ma dalla globalizzazione. Questa ha prodotto una pluralità di poli di sviluppo economici e una drastica modifica delle gerarchie mondiali. Sulla base di questi cambiamenti economici sono avvenuti anche cambiamenti militari (proprio oggi la Cina ha varato la sua terza portaerei) e parallelamente la Russia ha ripreso una sua postura da superpotenza nucleare.

A questi elementi va aggiunto che la reazione statunitense alla guerra in Ucraina, ha paradossalmente determinato una rottura dei meccanismi finanziari con cui gli Usa hanno dominato il mondo in questi decenni. Il tentativo di strangolare la Russia con le sanzioni e la sua esclusione dal sistema finanziario internazionale, ha prodotto l’effetto opposto. Proprio perché il mondo non è più quello di prima, la Russia ha avuto buon gioco a trovare – soprattutto con la Cina ma non solo – canali alternativi, che nei fatti mettono in discussione la funzione di moneta di scambio e riserva internazionale del dollaro. Gli Usa hanno usato il ruolo sovrano del dollaro per cercare di strangolare la Russia ma il fallimento di questo tentativo ha evidenziato la possibilità di trovare canali alternativi al sistema del dollaro. Si tratta di un fatto enorme economico e geopolitico: la saldatura di interessi alternativi agli Usa di Russia, Cina e non solo.

Penso che la rottura del mondo unipolare, in cui un impero comanda e gli altri debbono ubbidire, sia da salutare del tutto positivamente. Questo però non significa che il bipolarismo mondiale sia il nostro obiettivo. Un mondo bipolare, con la Russia e la Cina da una parte e gli Stati Uniti e l’Europa – ridotta ad una colonia – dall’altra, sono meglio del mondo unipolare ma non sono un bel mondo. Un mondo in cui si rischierebbe la terza guerra mondiale tutte le settimane. In cui la lotta al cambio climatico scomparirebbe, come si vede in Europa in queste settimane in cui il gas russo viene bellamente sostituito con l’inquinantissimo carbone. Non sarebbe un mondo democratico perché ogni potente costruirebbe sull’odio per il nemico il consenso ai suoi arbitri. Tantomeno sarebbe un mondo “giusto” dal punto di vista dell’eguaglianza. Oggi non abbiamo alcuna guerra tra civiltà ma rischiamo di avere uno scontro tra inciviltà. Una guerra tra inciviltà in cui la parte occidentale, che sta trasformando la Nato in una alleanza offensiva anticinese, è quella più aggressiva.

Credo quindi che dobbiamo prendere atto del superamento del mondo unipolare e salutare positivamente questo passaggio. Parallelamente dobbiamo operare per costruire un mondo multipolare, plurale cooperativo. A tal fine è evidente che dobbiamo riaprire con forza la lotta sui destini dell’Europa.

Oggi l’Europa si è suicidata e le élites europee l’hanno trasformata in una colonia degli Usa. Si pensi alla vicenda della forniture del gas russo, vicenda completamente ingenerata dalla politica europea, che indebolirà pesantemente l’industria tedesca (e italiana), farà aumentare l’inflazione in Europa e determinerà la svalutazione del l’euro sul dollaro. Il risultato sarà una catastrofe sociale ed economica dell’Europa, prodotta integralmente dall’idiozia servile dei nostri governanti.

Solo la rottura di questa dipendenza, solo la costruzione di un ruolo pienamente autonomo dell’Europa dagli Usa può aprire la strada ad un mondo multipolare. Quando chiediamo di smetterla di fornire armi alla guerra in Ucraina, quando chiediamo di uscire dalla Nato, quando diciamo che le sanzioni alla Russia sono sbagliate e suicide, di questo stiamo parlando. Non siamo tifosi di Putin né portatori di un generico sentimento antiamericano: siamo invece consapevoli che solo un mondo multipolare possa vincere la sfida della pace, della lotta al cambio climatico, della giustizia sociale e della libertà degli individui e dei popoli. Per fare un mondo multipolare, in cui i nostri figli possano vivere decentemente, serve una Europa indipendente ed autonoma dagli Stati Uniti.