Diritti

Pakistan, ecco le aziende che concedono il congedo mestruale: ‘Così rompiamo il tabù sul ciclo’

In Pakistan, un paese dove la maggior parte delle donne viene privata dal diritto di studiare e lavorare, ci sono persone che lottano ogni giorno per la parità del genere e per ottenere i diritti fondamentali come un’istruzione più laica alla portata di tutti i cittadini, lavoro e soprattutto la salute. Un paese complicato sotto vari aspetti, dove parlare di argomenti come le mestruazioni è proibito sia in pubblico che in privato.

Nel mese di novembre dello scorso anno Swyft Logistics, una azienda pachistana di logistica, è stata la prima a introdurre le regole di congedo periodico mensile per creare un ambiente di lavoro più felice, più sano e più produttivo per le donne che lavorano in azienda. Con l’attuazione di queste regole, la scelta è quella incoraggiare le dipendenti a prendersi cura del loro benessere durante il loro periodo delle mestruazioni e – pur rimanendo a casa -vengono retribuite. La campagna promozionale è stata lanciata con i seguenti hashtag: #SwyftLogistics #PeriodMatters.

La responsabile delle risorse umane dell’azienda, Mariyah Arif, ha dichiarato: “L’attuazione dei congedi mestruali retribuiti sono una pietra miliare segnata verso il raggiungimento di un futuro cooperativo e sensibile al genere per questo paese”. In un video pubblicato sul profilo Facebook dell’azienda, le dipendenti esprimono le difficoltà che affrontano durante la giornata di lavoro quando hanno il ciclo mestruale.

Non sono mancate le critiche da parte di alcuni uomini: “Se per le mestruazioni vengono pagate come malattia, possiamo ufficialmente dichiararlo una malattia?”, hanno ironizzato su Twitter. L’amministratore delegato di Swyft, Muhammad Uns, ha affermato riguardo questa nuova iniziativa: “Ho gestito molti membri del personale femminile nel corso degli anni e ho visto donne al lavoro piegate in due a causa del dolore causato dalle mestruazioni. Nonostante ciò, non si sentono di tornare a casa perché non si ritengono inferme e questo è ingiusto”.

Dopo la risposta positiva del pubblico in Pakistan che è stata apprezzata anche dai mass media la notizia ha fatto il giro del paese. Nel mese di marzo di quest’anno, un’altra società Nearpeer.org, una piattaforma di E-learning ha fatto un altro passo in avanti, introducendo un’iniziativa di supporto chiamata “Bliss Up” per le lavoratrici dell’azienda che rappresentano il 50 per cento dei dipendenti totali. Bliss Up è una cassetta di pronto soccorso mestruale, insieme a dodici congedi mestruali retribuiti. La cassetta di pronto soccorso comprende una scorta infinita di assorbenti igienici, indumenti intimi e farmaci antidolorifici di base.

Gli assorbenti igienici costano molto cari in Pakistan, la maggior parte delle donne soprattutto nelle zone rurali non lavora e non è in grado di pagare un prezzo così alto, e si arrangiano in qualche modo usando degli stracci ricavati dai vecchi vestiti con un elevatissimo rischio di prendere malattie ed infezioni. Nel 2018 il Pakistan ha bandito Padman, film indiano che parla delle difficoltà per le donne indiane di procurarsi gli assorbenti. La censura pakistana afferma che “il film tratta degli argomenti contrari alle nostre tradizioni e cultura, quindi non può essere distribuito in Pakistan”.

Queste iniziative sono una goccia nell’oceano. Alcuni ritengono che sia solo un modo per le aziende di promuoversi ma – se anche fosse così – credo che stiano sensibilizzando il popolo sull’argomento e spero che nel futuro lo facciano non soltanto le aziende private ma anche gli enti pubblici del paese. Perché gli assorbenti non sono un prodotto di lusso.