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Migranti, Atene estende di 80km la recinzione al confine con la Turchia: “Sigilleremo completamente la frontiera con Ankara”

Continua a crescere la tensione tra Atene e Ankara, tanto che pochi giorni fa il presidente turco Erdoğan ha dichiarato che per lui "il primo ministro greco Mitsotakis non esiste più", mentre la Grecia teme che la Turchia possa utilizzare i migranti come strumento di pressione, come è avvenuto nel febbraio del 2020

Il governo greco ha annunciato di voler “sigillare” completamente il confine con la Turchia nel nord-est del paese, con l’obiettivo di impedire l’attraversamento a piedi dei migranti che tentano di entrare in Europa. Attualmente ci sono 35 chilometri di recinzione a chiudere il confine e per essere “completata” mancano 80 chilomentri. L’annuncio arriva in un clima di forte tensione tra Atene e Ankara, tanto che pochi giorni fa il presidente turco Erdoğan ha detto che per lui “il primo ministro greco Mitsotakis non esiste più”, mentre la Grecia teme che la Turchia possa nuovamente utilizzare i migranti come strumento di pressione: era già avvenuto nel febbraio del 2020, quando Erdoğan aveva annunciato l’apertura del confine con la Grecia nei pressi del fiume Evros e il numero di tentativi di ingresso in Europa era aumentato in modo significativo.

Solo pochi giorni fa, la Grecia ha annunciato di aver impedito a 600 migranti di attraversare l’Egeo dalla Turchia, stroncando il “più grande tentativo di ingresso dall’inizio dell’anno” e ha accusato nuovamente Ankara di non intraprendere “azioni sufficienti per fermare i trafficanti di persone” che gestiscono le partenze dalle coste turche dei migranti con barche e gommoni non sicuri, violando l’accordo del 2016 con l’Unione europea. Con il Patto sulla Migrazione siglato sei anni fa, l’Ue ha stanziato un pacchetto di aiuti da 6,7 miliardi di dollari e vari altri vantaggi politici per Ankara, in cambio della promessa turca di fermare le partenze per il continente europeo.

Accampati al confine nel tentativo di oltrepassarlo, i migranti vivono in pessime condizioni igienico-sanitarie che in inverno si sommano alle basse temperature: nello scorso febbraio 12 persone sono morte per ipotermia perché, respinte dalla guardia costiera di Atene mentre cercavano di mettere piede sul territorio europeo, erano state intercettate dalle forze di sicurezza di Ankara che avevano sottratto loro scarpe e vestiti per costringerli ad allontanarsi dal confine. Il confine terrestre che Turchia e Grecia condividono si estende per 120 chilometri ed è delimitato in larga parte dal fiume Evros: principalmente si tratta di un’area di campi agricoli e boschi ed è scarsamente abitata.