Diritti

Dallo Ius Soli allo Ius Scholae: è l’ora di un cambio di passo nel dibattito

di Elisa Bacciotti, responsabile campagne di Oxfam Italia

Il 25 maggio la conferenza dei capigruppo della Camera dei Deputati ha annunciato di aver calendarizzato la discussione sulla proposta di legge sullo Ius Scholae dal prossimo 24 giugno. Un risultato importante, ottenuto anche grazie alla mobilitazione di migliaia di studenti, reti e associazioni in decine di piazze d’Italia, come la Rete per la Riforma della Cittadinanza.

La proposta di legge prevede infatti la possibilità per i minori stranieri nati in Italia o che siano arrivati nel nostro paese entro i 12 anni di acquisire la cittadinanza italiana su richiesta dei genitori, a patto che abbiano risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia e abbiano frequentato regolarmente, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici. Si tratta di una riforma della cittadinanza ulteriormente ripensata a seguito del naufragio del progetto di legge sullo Ius Soli del 2017, che ne riprende alcune disposizioni e che appare sostenuta da un più ampio consenso parlamentare.

Il dibattito si preannuncia comunque acceso, a giudicare da quanto già avvenuto in Commissione, con numerosi emendamenti presentati anche da partiti dell’attuale compagine di Governo, che hanno avuto l’effetto di rallentare ulteriormente la discussione.

In questo contesto non è quindi inverosimile aspettarsi che il confronto alla Camera avvenga in un contesto marcato dalla messa in circolazione e dalla diffusione di informazioni non completamente basate sulla lettura della proposta di legge, quanto su una sua interpretazione mirata ad esasperare i toni del dibattito. Un fenomeno già osservato nel 2017 e durante l’esame di altre proposte di legge, come il ddl Zan, che proponevano un sostanziale avanzamento nella difesa dei diritti civili, per categorie oggi non sufficientemente tutelate.

In gioco il presente e il futuro di 880 mila ragazzi

Una dinamica pericolosa non solo per l’effetto negativo sulla qualità del dibattito nel nostro paese, ma perché rischia di avere impatti molto concreti sui circa 880 mila studenti di cittadinanza non italiana oggi presenti nelle nostre scuole. Alunni che studiano fianco a fianco con i loro coetanei cittadini italiani e che tuttavia oggi sono esposti, in misura largamente superiore rispetto a loro, ad attacchi di bullismo e odio proprio in virtù del loro essere percepiti “soggetti di serie B”.

Come sottolineato in un recente rapporto della Fondazione Openpolis, gli studenti stranieri sono più spesso vittime di bullismo o cyberbullismo rispetto agli italiani. Un fenomeno che ha varie cause ma che è suscettibile di essere amplificato dalla diffusione di informazioni non accurate e mirate a generare odio verso questo segmento della popolazione.

Per dirla con le parole dell’avvocata Anna Prandina, membro del comitato scientifico dell’Associazione Italiana Cyberbullismo e Sexting: “sarebbe semplicistico affermare con certezza che vi sia un nesso di causalità tra il bullismo e il cyberbullismo verso i ragazzi stranieri e i discorsi d’odio che si rinvengono sul web soprattutto nei confronti degli immigrati. Possiamo però dire che certamente si risente di un certo clima culturale diffuso di ostilità e di paura nei confronti del “diverso”.

Una campagna contro le fake news e i discorsi d’odio che colpiscono i più fragili

Contrastare la disinformazione su questo ed altri temi – che riguardano categorie di popolazione più vulnerabili – assume quindi una doppia importanza: da un lato contribuisce alla creazione di un dibattito pubblico migliore e più equilibrato, dall’altro tutela maggiormente i singoli dalla creazione di un clima d’odio che è suscettibile di avere effetti concreti e molto pericolosi sulle loro vite.

Ed è proprio per contrastare la disinformazione che nasce la campagna #iononcondivido – Notizie che feriscono, promossa da Oxfam Italia e Fondazione Openpolis nell’ambito del progetto europeo Mad Mig HateTrolls realizzato con il contributo del programma Rec – Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea. Un’iniziativa che chiede ai cittadini di non condividere le notizie che appaiono false, artificiose o costruite ad arte in merito ai diritti, ma anzi di segnalarle sulla piattaforma https://checknews.openpolis.it/, affinché possano essere analizzate facendo riferimento a fonti verificate. E’ possibile partecipare alla campagna visitando la piattaforma e facendo una segnalazione, che sarà poi presa in carico e ritwittata. La campagna #iononcondivido mira a restituire, tramite una interazione circolare, informazioni validate e di qualità, stimolando l’impegno dei newscheckers, ovvero delle persone che hanno a cuore lo svolgimento di un dibattito pubblico anche aspro, ma trasparente e informato, e che anche in Italia sono sempre di più.