Cronaca

Cei, il neo-presidente Zuppi sulla guerra in Ucraina ribadisce: “No alla logica delle armi”. Le altre priorità: dai giovani ai morti sul lavoro

Il cardinale alla sua prima conferenza stampa da presidente della Conferenza episcopale italiana: "Il più grande diritto è quello della pace, non possiamo abituarci alla guerra". Oltre al tema della pedofilia nella Chiesa, Zuppi ha individuato anche altre tematiche al centro del suo mandato, come l'assistenza agli anziani, la violenza sulle donne e le altre "grandi sofferenze" che "la povertà amplifica"

“Il più grande diritto è quello della pace. Non si ragioni soltanto sulla logica delle armi”. Ne è convinto il cardinale presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi, che, nella sua prima conferenza stampa in questa nuova veste, ha ribadito la sua posizione sulla guerra in Ucraina. “Tutte le cose che vanno nella direzione del dialogo – ha sottolineato il porporato – per forza sono auspicabili. C’è il piano di pace dell’Italia”, ha proseguito, rallegrandosi del fatto “che ci sia” e augurandosi “che si crei un consenso, che sia il più possibile europeo, che non si ragioni soltanto sulla logica delle armi, che si debba trovare una soluzione diplomatica con la collaborazione di tutti. Di accoglienza e di solidarietà ce n’è tanta, ma non possiamo abituarci alla guerra perché la guerra è una tragedia, oltre che uno scandalo per i cristiani, perché quella in Ucraina è una guerra tra cristiani. È una grande sfida per tutti: la Chiesa e i giovani ne saranno protagonisti”. Zuppi ha ricordato, inoltre, l’esperienza in atto nella sua arcidiocesi di Bologna dove, in occasione della festa della Madonna di san Luca, “la scelta è stata quella della pace”, con il parroco della comunità ucraino-cattolica e quello della parrocchia russa insieme fianco a fianco.

Un tema centrale del dibattito dell’assemblea generale della Cei è stato sicuramente quello della pedofilia con la decisione di pubblicare, entro il 18 novembre 2022, un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la dottrina della fede. Zuppi si è soffermato anche sul dibattito in corso sull’eutanasia: “Penso che richiede un po’ più di tempo. Non voglio scantonare la dottrina della Chiesa che è chiarissima a riguardo. C’è la discussione e penso che avremo occasione di parlarne in futuro. Il discorso della dignità e della vicinanza alla sofferenza restano i punti fondamentali di partenza. Ma, per ora, metterei un punto su questo”.

Il cardinale Zuppi ha individuato anche altre priorità che saranno al centro del suo mandato come presidente della Cei: gli anziani, i giovani, i morti sul lavoro e la violenza sulle donne. Il porporato ha sottolineato che “la Caritas è estremamente preoccupata per il problema degli anziani”, soprattutto in ambiti come “l’aiuto e l’assistenza domiciliare, il supporto medico e tanto disagio abitativo” che prima la pandemia e poi la guerra ha messo a dura prova. Ci sono poi “le fragilità dei giovani e le malattie relazionali” che, sempre secondo il cardinale, spingono a “potenziare i centri estivi e i doposcuola”. A provocare “grandi sofferenze” sono, inoltre, le morti sul lavoro e la violenza sulle donne “che la povertà amplifica ulteriormente”.

“In questa pandemia per la guerra – ha aggiunto Zuppi – è importante l’impegno per la pace. Bisogna accogliere la grande sfida della durata: molti stanno cercando di tornare in Ucraina, ma parecchi rimangono. La guerra in atto nel cuore dell’Europa, inoltre, non deve farci dimenticare gli altri pezzi di guerra nel mondo, come in Afghanistan o in Libia, che richiedono risposte”. Per quanto riguarda il versante internazionale, durante l’assemblea generale della Cei i vescovi hanno caldeggiato l’adesione al Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari che l’Italia non ha ancora firmato. “Faremo il possibile”, ha garantito il presidente della Cei che ha aggiunto: “Mentre leggiamo titoli di giornali che riportano in prima pagina la guerra nucleare, l’adesione al trattato Onu sarebbe importante per non abituarci a ritornare a ipotesi che fanno perdere la consapevolezza su come è nata l’Europa: su tanta difesa di diritti e su una generazione che ha vissuto il nucleare e sa cosa significa. Se c’è una cosa che dobbiamo imparare dalle pandemie – ha concluso Zuppi – è farne motivo di cambiamento: dobbiamo essere migliori, altrimenti si è peggiori”.