Economia & Lobby

Ita Airways, il ministro Franco “sgrida” il presidente Altavilla per la scarsa sobrietà. E aggiunge: “Esito vendita non scontato”

Le perdite accumulate sinora dalla compagnia secondo il ministro si giustificano a causa della pandemia e della guerra in Ucraina. Ma il traffico aereo è in costante ripresa da gennaio. Sul dramma dei lavoratori di Covisian, licenziati per il venir meno dell'appalto di fornitura del call center alla compagnia, il ministro Franco ha detto che il governo "deve trovare una soluzione". Altavilla: "Disponibili ad assumerne una decina, noi parte lesa"

Tirata di orecchie (ma niente di più) del ministro dell’Economia Daniele Franco ad Alfredo Altavilla, presidente di Ita Airways controllata al 100% dallo stato. Ascoltato alla Camera il ministro, sollecitato da vari interventi critici dei parlamentari nei confronti di Altavilla anche per non aver partecipato ai tavoli istituzionali ai quali era chiamato, Franco ha detto che formalmente “non esistono elementi di illegittimità”. Ma – ha rimarcato – “E’ opportuno richiamare tutti a mantenere sempre un profilo istituzionale, comportamenti improntati alla sobrietà: questo è un bene anche per la gestione aziendale oltre che sotto un profilo etico“.

La compagnia si è distinta in questi 7 mesi di vita per essere riuscita ad accumulare perdite di 2 milioni di euro al giorno e incassare ricavi ben al di sotto del piano industriale. Tuttavia il governo ha deciso di corrispondere un bonus da 400mila euro a presidente e amministratore delegato qualora dovessero riuscire a vendere la compagnia. Pochi giorni fa è stata aperta la “data room” della compagnia, in sostanza gli interessati possono conoscere le vere cifre della società. Entro fine mese sono attese le vere e proprie offerte. In lizza ci sono il gruppo navale Msc con un appoggio, solo industriale di Lufthansa, il fondo Certares con Air France e Delta e il fondo Indigo. L’aumento di capitale da 400 milioni di euro, che sarebbero dovuti arrivare a marzo, è stato posticipato dal ministero nella speranza che sia l’ipotetico acquirente a mettere mano al portafogli. L’aumento di capitale di Ita “verrà comunque erogato quest’anno, non ora perché ora non c’è un problema di cassa. L’azienda aveva 4-500 milioni in cassa prima delle perdite di quest’anno. Quando ci sarà bisogno procederemo rapidamente ad erogare la cassa”, ha spiegato il ministro Franco. “Contiamo – ha ribadito – di avere le richieste (per la cessione, ndr) entro il 23 maggio e quindi entro giugno arrivare ad una soluzione, salvo incidenti o sviluppi. Il nostro piano è chiudere a giugno”.

Quello attuale è “un momento delicato nel processo di dismissione“, ha sottolineato il ministro. “L’esito della vendita di Ita non è scontato, vedremo. Qualcuno ha formulato delle preferenze ma la vendita la fa il Mef, vedremo i 3 soggetti che spero presentino tutti delle proposte, vedremo chi presenterà nei termini ampi e non solo finanziari delle offerte più valide per il paese”. Alla domanda su quanto ammonterà la quota di minoranza che lo stato manterrà in Ita e il tempo in cui resterà nell’azionariato Franco ha risposto “lo vedremo”. “Non è che lo Stato esce e chi s’è visto s’è visto, è un processo che va seguito per un periodo che può essere anche lungo”. Riguardo alle perdite “abbiamo avuto nuove ondate di pandemia di dimensioni inattese e l’aumento dei prezzi energia. Elementi non attesi quando è stato elaborato il piano. Da ultimo la guerra in Ucraina che ha degli effetti diretti, ad esempio i voli per il Giappone che sono stati posticipati. C’è un effetto incertezza che rallenta la ripersa del traffico. Una volta che questi fattori saranno superati credo che i costi dovrebbero ridursi e il traffico ripartire”, ha detto Franco. A dire il vero, secondo i dati di Eurcontrol, almeno i voli sull’Europa sono in costante aumento da gennaio.

Sul piano occupazionale, con circa 7mila ex dipendenti Alitalia rimasti in cassa integrazione, il ministro Franco ha spiegato che “per i lavoratori che restano nella gestione commissariale la cassa integrazione è estesa a tutto il 2023. Ci aspettiamo che il numero dei lavoratori scenda fortemente con l’assegnazione Handling e Maintenance alla nuova proprietà. Una parte ampia verrà assorbita con il piano industriale di Ita che prevede oltre 9000 dipendenti nel 2025. Gran parte dei lavoratori in gestione commissariale dovrebbe essere riassorbito. Per alcuni ci saranno processi di pensionamento e alcuni potranno, come sta già succedendo, spostarsi su altre compagnie”.

Sullo sfondo il dramma dei lavoratori di oltre 500 lavoratori sede palermitana di Covisian, società che aveva ottenuto l’appalto per la gestione del call center di Ita ma che ora ha cessato la collaborazione. Covisian aveva ottenuto l’appalto offrendo un servizio basato su retribuzioni dell’11% al di sotto del minimo tabellare. Scaduti i primi 6 mesi la società non è stata in grado di dare continuità al servizio, 221 dipendenti sono stati licenziati e per altri 300 si chiude la possibilità di rientrare dalla cassa integrazione. Ita per contro ha iniziato ad organizzare un call center interno già prima della scadenza del contratto con Covisian assumendo sinora 75 interinali e richiamando 75 ex dipendenti Alitalia in cassa integrazione. Ignorata la clausola sociale secondo cui l’azienda che subentra dovrebbe assicurare la continuità occupazionale ai dipendenti.

La questione Covisian “è molto complicata. Da parte del governo ci sono da tener presenti due obiettivi: Ita non torni a farsi carico di costi eccessivi che non le consentirebbero di continuare ad essere una compagnia che opera in condizioni normali. Dall’atro lato abbiamo 500 lavoratori in Sicilia che devono trovare una tutela che può in parte venire da avere un call center che utilizza i lavoratori del vecchio call o altre soluzione che il ministero del Lavoro e il Mef devono trovare”, ha detto il ministro Franco. Altavilla ha ribadito “la disponibilità ad assumere risorse provenienti da Covisian a Palermo per la nostra struttura attivando una modalità di smart working per poterlo continuare a fare da Palermo. Il nostro organico su Roma è stato già completato quindi parliamo di una possibilità nell’immediato di poche decine di unità ma siamo impegnati su un arco di tempo coerente con piano industriale ad aumentare l’organico di Palermo”. “Sappiamo – ha proseguito – che non è la soluzione al problema ma questo è stato creato da chi si è assunto l’onere di assumere 543 persone senza avere commesse alle spalle. Non possiamo assumerci noi l’onere”. “Ita Airways si ritiene unicamente parte lesa nella vicenda in questione e, quindi, estranea rispetto ad ogni ulteriore responsabilità, riferibile solo ed esclusivamente a Covisian” hanno puntualizzato Altavilla e l’amministratore delegato Fabio Lazzerini. Altavilla ha quindi sottolineato che sono “già iniziate azioni a tutela sia per responsabilità precontrattuale che per responsabilità contrattuale perché riteniamo che Covisian sia nelle modalità con cui è uscita dall’accordo sia nei termini ha prodotto un danno economico e reputazionale alla nostra azienda”.

I lavoratrici e i lavoratori per cui sono state aperte le procedure di licenziamento lo scorso 21 aprile sono “personale altamente professionalizzato, con alle spalle 20 anni di servizio per la ex compagnia di bandiera. Non possiamo assistere inermi a una scelta sbagliata da parte dei vertici Ita” ha affermato Salvatore Ugliarolo, segretario generale Uilcom in audizione in Senato sulla vertenza dei lavoratori Covisian sottolineando che Ita Airiways deve rispettare la clausola sociale. “Non rispettare una legge dello Stato vorrebbe dire aprire un pericoloso precedente in un settore che conta più di 80mila lavoratori, su commesse sia pubbliche sia private” ha affermato.