Musica

Litfiba, via al tour d’addio: “Damiano dei Maneskin ha fatto bene, non gli rompiamo i cogl***ni! Una posizione su Putin va presa: siamo pacifisti non masochisti”

Piero Pelù e Ghigo Renzulli hanno dato il via all'ultimo tour della storia dei Litfiba che festeggiano proprio quest'anno i 42 anni di carriera. Piero Pelù e Ghigo Renzulli a ruota libera su Putin, Ucraina, la solidarietà alle vittime della guerra (“disponibili a qualsiasi iniziativa benefica”), Damiano dei Maneskin (“mandare affanculo un dittatore va sempre bene”), Elon Musk (“sarà il prossimo presidente Usa”) e il ricordo di Kurt Cobain (“il suo suicidio fu uno shock incredibile”)

Noi siamo gli artigiani della musica”. Così Piero Pelù e Ghigo Renzulli dei Litfiba si sono presentati al Gran Teatro Geox di Padova sold out il 26 aprile per l’avvio del tour d’addio che coincide con i festeggiamenti di 42 anni di carriera e storia del rock italiano. Tutto esaurito anche per i prossimi concerti di Napoli (3-4 maggio), Roma (10-11 maggio), Firenze (16-17 maggio) e Milano (24-25 maggio). Il 6 dicembre 1980, iniziava l’avventura dei Litfiba con la prima esibizione live alla Rokkoteca Brighton di Settignano (Firenze) davanti a sole 150 persone. Da quel momento la band inizia a ingranare con i grandi successi come “El Diablo”, “Spirito”, “Fata morgana”, “Regina di cuori” ,“Il mio corpo che cambia” e tante altre. La band in 42 anni di attività ha raccontato – senza filtri – l’Italia, le guerre, il pacifismo, l’impegno sociale, la tutela dell’ambiente oltre al sostegno alle vittime della Mafia e le battaglie per i diritti umani. Una storia rock immersa nel presente e nel futuro. Piero Pelù e Ghigo Renzulli a ruota libera dopo il concerto, ad un incontro con la stampa.
“LA NOSTRA ULTIMA FERMATA? NON PONIAMO LIMITI” .
“Si stanno aggiungendo delle date al nostro tour, non poniamo limiti alla potenza del rock’n’roll. Andiamo avanti e vediamo che succede. Preparatevi per il cinquantesimo, quello ve lo promettiamo. Intanto non è stato semplice fare la scaletta perché abbiamo 160 pezzi editi. Tante cose le abbiamo dovute eliminare per il momento e ti piange il cuore. Animali di zona, la mia valigia, elettrica… Li riprenderemo nei concerti di questa estate. In questa produzione non esiste il gobbo, sequenze o campionamenti. È tutto suonato. Come non abbiamo i testi delle canzoni davanti. Andiamo avanti a braccio, in modo emozionale”.
“PELLE D’OCA CON LA NOSTRA CANZONE DEDICATA A MARIUPOL”. 
“Quando abbiamo ripreso in mano tutto questo materiale ho ritrovato nelle parole di canzoni scritte 35/38 anni fa un’attualità imbarazzante. Ci è sembrato giusto fare questi collegamenti. Con “Istanbul/Tziganata” (brano del 1985, ndr) e “Lulù & Marlene” (canzone del 1985 dedicata a Mariupol, ndr) ci è venuta la pelle d’oca. È un concerto molto diverso da quelli che si sentono oggi, in cui si punta soprattutto sui sentimenti (anche noi abbiamo canzoni d’amore e le suoniamo). Di fronte ad un’attualità devastante come quella che stiamo vivendo, non ci sembrava onesto vivere in una bolla, anche a costo di fermare qualche sorriso. Penso che sia anche il ruolo di un’artista, l’essere collegato alla realtà e non solo al suo piccolo mondo”.
“DISPONIBILI A QUALSIASI PROGETTO”. 
“Iniziative da parte dei musicisti ci sono già state, il concerto a Bologna de La Rappresentante di Lista, ad esempio. Sarebbe bello fare qualcosa anche in questo caso ma mi rendo conto che è tutto abbastanza complicato. Noi siamo disponibilissimi per fare qualsiasi progetto serio e orientato su organizzazioni trasparenti come Emergency, come facemmo con ‘Il mio nome è mai più’. Ci sono 53 guerre in atto adesso, milioni di profughi nel mondo, ci sarebbe solo l’imbarazzo nello scegliere a chi destinare i fondi raccolti. ‘Il mio nome è mai più‘ è stata un’esperienza unica. Il mondo della musica è talmente cambiato che fare un’operazione come quella che in tre mesi ha consegnato un miliardo e mezzo a Gino Strada è difficile. Ora si può fare con la musica liquida, è una cosa più complicata. Ma, come dice la nostra canzone, ‘l’impossibile non c’è…’. Se ci fosse la possibilità andremmo in Russia, ma non è un paese democratico”.
“UNA POSIZIONE SU PUTIN VA PRESA, SIAMO PACIFISTI NON MASOCHISTI”.“Rispettiamo il punto di vista di tutti, quindi resistenza. Ci sono determinati periodi della storia dell’uomo in cui l’uomo si fa cancellare dalla faccia della terra o resiste. Io sono obiettore dal 1983 quindi sono sempre stato contro l’uso delle armi e della violenza. Ma se continuo a vedere cosa succede in Ucraina mi metto anche nei panni di un ucraino. Di fronte a personaggi avidi di potere come Putin una qualche posizione va presa. Sto arrivando a dire questo dopo due mesi che vedo gli orrori in Ucraina: pacifisti ma non masochisti”.
“DAMIANO DEI MANESKIN HA 24 ANNI, NON GLI ROMPIAMO I COGL***I”
.“Damiano ha 24 anni, non gli rompiamo i coglioni. Sempre meglio che dica ‘Fuck Putin’ piuttosto che non lo dica. Mandare affanculo un dittatore va sempre bene. Il successo dei Maneskin a livello planetario è una cosa che nessuno fino ad ora ha mai avuto. La loro rimane una storia unica nella discografia italiana”.
“ELON MUSK PROSSIMO PRESIDENTE AMERICANO”
. Elon Musk sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti tra dieci anni. Twitter nelle sue mani temo che sarà un buco nero. La politica seria non la devono fare i miliardari, loro si devono godere i loro miliardi. La politica seria la fanno quelli che hanno studiato la politica e poi si mettono a servizio del popolo”.
IL SUICIDIO DI COBAIN FU UNO SHOCK INCREDIBILE”
.“La canzone ‘Lo spettacolo‘ (1994, ndr) è nata dal suicidio di Kurt Cobain. Fu uno shock incredibile, un genio musicale come lui. Il grunge è stato un genere devastato dai suicidi, delle perdite clamorose. Evidentemente tutti con delle infanzie devastate. Il suo suicidio mi ha dato lo stimolo a dire ‘non sono d’accordo con il suo gesto’. Sono contrario ad una scelta così estrema, specialmente quando si hanno dei figli. Anche nel momento in cui faremo il nostro ultimo concerto insieme ci diremo ‘lo spettacolo deve ancora cominciare’. Il rocker è una persona molto più fragile o sensibile di quello che sembra sul palco e con il pubblico davanti”.